2007-04-22 13:40:26

Nella Messa a Pavia, nel secondo giorno di visita pastorale in Lombardia, il Papa sottolinea che Sant’Agostino è un modello di conversione anche per i nostri tempi. Al Regina Caeli, l’invito ai giovani a leggere il suo libro Gesù di Nazaret


Un viaggio apostolico nel segno di Sant’Agostino: si caratterizza, così, la visita pastorale di Benedetto XVI in Lombardia, che stamani a Pavia ha dedicato proprio all’amato vescovo di Ippona l’omelia pronunciata durante la Messa negli Orti Borromaici. Alla celebrazione eucaristica hanno preso parte almeno 20 mila fedeli ai quali il Papa ha indicato Sant’Agostino quale modello di conversione tuttora valido. La mattinata del Papa era iniziata con la visita al Policlinico pavese San Matteo, dove ha ribadito che medicina e progresso scientifico devono sempre essere al servizio della vita. Da Pavia, il servizio della nostra inviata, Adriana Masotti: RealAudioMP3

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La mattinata del Papa è iniziata con la visita alle 9 al Policlinico San Matteo, noto centro di cura da 70 mila ricoveri l’anno e di ricerca in particolare nel settore dei trapianti e delle malattie rare. Il Papa è venuto per esprimere a tutti solidarietà e abbracciare spiritualmente ammalati, familiari, personale medico e sanitario. In rappresentanza di questo mondo hanno rivolto il loro saluto a Benedetto XVI il presidente del Policlinico, Alberto Guglielmo e un’ammalata. Poi le parole del Papa. “L’ospedale - ha detto - è un luogo che potremmo dire in qualche modo “sacro”, dove si sperimenta la fragilità della natura umana, ma anche le enormi potenzialità e risorse dell’ingegno dell’uomo e della tecnica al servizio della vita. La vita dell’uomo!” Un grande dono che resta sempre un mistero:

“Il mio vivo auspicio è che, al necessario progresso scientifico e tecnologico, si accompagni costantemente la coscienza di promuovere, insieme con il bene del malato, anche quei valori fondamentali, come il rispetto e la difesa della vita in ogni sua fase, dai quali dipende la qualità autenticamente umana di una convivenza”.
 
Sempre la Chiesa, seguendo l’esempio del suo Signore, ha continuato il Papa, manifesta una speciale predilezione verso chi soffre, consapevole di essere chiamata a manifestare loro e a chi se ne prende cura, l’amore e la sollecitudine di Cristo. Ma Benedetto XVI non tace sulla realtà dura della malattia:

“Certo, la sofferenza ripugna all’animo umano; rimane però sempre vero che, quando viene accolta con amore e con passione ed è illuminata dalla fede, diviene un’occasione preziosa che unisce in maniera misteriosa al Cristo Redentore, l’Uomo dei dolori, che sulla Croce ha assunto su di sé il dolore e la morte dell’uomo”.

E il Papa ha rivolto un invito: “Cari ammalati, affidate al Signore i disagi e le pene che dovete affrontare e nel suo piano diventeranno mezzi di purificazione e di redenzione per il mondo intero”. Al termine dell’incontro, una trentina di persone in rappresentanza di medici e ammalati hanno potuto salutare personalmente il Papa in un clima di grande soddisfazione. Benedetto XVI si è poi trasferito con la papamobile verso l’ampio spazio degli Orti Borromaici per la Messa dove c’erano ad attenderlo oltre 20 mila fedeli con gruppi venuti anche dalle diocesi limitrofe.

(canto)

All’inizio della celebrazione il saluto del vescovo, mons. Giovanni Giudici, che ha presentato al Papa la realtà vivace della sua diocesi, che con un passato ricco di figure cristiane esemplari, vive un presente contrassegnato ancora da generosità, impegno verso chi soffre, attraverso il volontariato, una comunità ecclesiale decisa a testimoniare Cristo all’uomo di oggi. L’omelia di Benedetto XVI è tutta incentrata sul tema della conversione prendendo spunto dalla prima lettura, che parla della predicazione degli Apostoli dopo la Pasqua. Una predicazione contrastata, vissuta dal Sinedrio come un atto d’accusa. Ma Pietro insiste: Dio ha fatto Gesù “capo e salvatore” per tutti, anche per Israele. Ed Egli dona il perdono dei peccati.

Ma in che cosa consiste il cammino di conversione? Molti gli esempi nella storia della Chiesa, Pietro stesso, Paolo, ma Pavia, dice il Papa, parla in modo speciale di Sant’Agostino. La sua conversione non fu un evento di un unico momento, ma appunto un cammino di cui il Papa indica tre grandi tappe: “La prima fu quella verso il cristianesimo. Agostino era figlio del suo tempo, viveva come tutti gli altri, e tuttavia rimaneva sempre una persona in ricerca. Voleva trovare la verità, sull’uomo, la vita, il mondo”. E poi, tutto ciò che non portava il nome di Cristo, non gli bastava, sempre aveva creduto che Dio esiste. Ma la filosofia non gli indicava come raggiungerlo; il Logos, la ragione creatrice, rimaneva lontana e intangibile. “Solo nella fede della Chiesa trovò poi la verità essenziale: il Verbo, il Logos, si è fatto carne”:

“All’umiltà dell’incarnazione di Dio deve corrispondere - questo è il grande passo – deve corrispondere l’umiltà della nostra fede, che depone la superbia saccente e si china entrando a far parte della comunità del corpo di Cristo; che vive con la Chiesa e solo così entra nella comunione concreta, anzi corporea, con Dio, il Dio vivente. Non devo dire quanto tutto ciò riguardi noi: rimanere persone che cercano, non accontentarsi di ciò che tutti dicono e fanno. Non distogliere lo sguardo dal Dio eterno e da Gesù Cristo”.
 
La seconda conversione: dopo il Battesimo, Agostino aveva fondato in Africa un piccolo monastero dove la sua vita era tutta dedita al colloquio con Dio e alla riflessione della verità della sua Parola. Ma, dopo cinque anni felici, come lui stesso scrisse, venne consacrato, a forza, sacerdote a servizio della città di Ippona. Una consacrazione che gli costò lacrime. Il bel sogno della vita contemplativa era svanito, la vita cambiata:

“Ora egli doveva vivere con Cristo per tutti. La grande opera filosofica di tutta una vita, che aveva sognato, restò non scritta. Al suo posto ci venne donata una cosa più preziosa: il Vangelo tradotto nel linguaggio della vita quotidiana e nelle sue sofferenze. Ciò che ora costituiva la sua quotidianità, lo ha descritto così: “Continuamente predicare, discutere, riprendere, edificare, essere a disposizione di tutti – è un ingente carico, un grande peso, un’immane fatica”.

Infine, la terza conversione con la scoperta che uno solo è perfetto ed è Cristo:

“Tutta la Chiesa invece – noi tutti, compreso anche gli Apostoli – dobbiamo pregare ogni giorno: rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Agostino aveva appreso un ultimo grado di umiltà – non soltanto l’umiltà di inserire il suo grande pensiero nella fede umile della Chiesa, non solo l’umiltà di tradurre le sue grandi conoscenze nella semplicità dell’annuncio, ma anche l’umiltà di riconoscere che a lui stesso e all’intera Chiesa peregrinante era ed è continuamente necessaria la bontà misericordiosa di un Dio che perdona ogni giorno”.

“E noi – aggiungeva Agostino - ci rendiamo simili a Cristo nella misura più grande possibile quando diventiamo come Lui persone di misericordia”. E’ la conclusione dell’omelia del Papa: “In quest’ora preghiamo il Signore affinché doni a tutti noi, giorno per giorno, la conversione necessaria e così ci conduca verso la vera vita”.

(canto)

Poco prima di mezzogiorno, prima della recita del Regina Caeli, i saluti e il ringraziamento a tutti e ancora un pensiero particolare per i ragazzi e le ragazze presenti ai quali ha augurato di scoprire sempre più la gioia di seguire Gesù e di diventare suoi amici.

“Questa gioia è anche quella che mi ha spinto a scrivere il libro Gesù di Nazaret, appena pubblicato. Per i più giovani è un po’ impegnativo, ma idealmente lo consegno a voi, perché accompagni il cammino di fede delle nuove generazioni”.
 
(applausi)

Il Papa ha ricordato poi che oggi si celebra in Italia la Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Un appuntamento significativo, perché l’Università Cattolica costituisce un punto di riferimento per la comunità ecclesiale e offre un prezioso contributo scientifico, culturale e formativo all’intero Paese. Infine l’affidamento al cuore della Vergine Maria di ciascuno e dell’intera diocesi di Pavia.

Da Pavia, Adriana Masotti, Radio Vaticana
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Questo pomeriggio, dopo il pranzo con i presuli della Lombardia, il Papa incontrerà il mondo della cultura all’Università di Pavia. Quindi, alle 17.30 celebrerà i Vespri nella Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro dove si soffermerà in preghiera davanti alle reliquie di Sant’Agostino, custodite nella Basilica dal 725 circa. Un gesto, questo, molto importante e significativo per l’ordine agostiniano e per tutta la Chiesa pavese, come conferma, al microfono di Adriana Masotti, il padre Giustino Casciano, priore degli agostiniani di Pavia: RealAudioMP3

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R. – Prima di tutto c’è la gioia e la gratitudine al Signore per questo evento provvidenziale. La tomba del Sant’Agostino viene visitata da Papa Benedetto XVI, che fin da giovane ha sempre visto in Agostino un grande riferimento per la teologia per la stessa crescita del pensiero umano per unire la ragione umana con la fede cristiana. Agostino è una grande risorsa che il Papa sta indicando a tutta la Chiesa e a tutta l’umanità.

 
D. – In vista della visita del Papa, nella Basilica sono stati fatti dei lavori di restauro…

 
R. – La Basilica è stata interessata da grandi lavori di restauro. Accanto c’è poi il nostro convento, dove stiamo realizzando il centro culturale agostiniano “Benedetto XVI”. Vorremmo che la Basilica diventasse un vero santuario di Sant’Agostino.

 
D. – Questo centro culturale fa parte di un grande progetto, il Progetto Pavia di voi agostiniani…

 
R. – Il Progetto Pavia vuol sottolineare questa opportunità che la Provvidenza ci offre, perché la nostra presenza a Pavia diventi sempre più significativa per i giovani, ad esempio. Sappiamo quanto fascino può avere la storia di Sant’Agostino, che ha trovato la fede in Gesù soltanto all’età di 32-33 anni, dopo aver commesso anche degli errori a livello intellettuale e a livello morale. Agostino può ancora avere un grande ruolo nella cultura.

 
D. – Quindi un grande progetto, ma voi siete solo in quattro nel Convento di Pavia…

R. – La Provvidenza ci dice che in altre nazioni, soprattutto nel terzo mondo, ci sono numerose vocazioni alla vita agostiniana. Non va poi dimenticato che, a fianco dei quattro frati di Pavia, ci sono tanti laici agostiniani, tanti giovani. Il laicato è una grande risorsa, anche per noi agostiniani, oltre che per tutta la Chiesa.
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Il viaggio apostolico di Benedetto XVI in Lombardia era iniziato, ieri pomeriggio, a Vigevano, dove il Papa ha celebrato la Messa in una Piazza Ducale gremita da fedeli. Il servizio della nostra inviata, Adriana Masotti: RealAudioMP3

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La visita di Benedetto XVI a Vigevano è stata una visita breve, ma tanto desiderata da lui stesso e da tutta la comunità locale. “Qui, l’unica diocesi della Lombardia non visitata dal mio venerato Predecessore Giovanni Paolo II - ha detto appena arrivato nel suo saluto ai giovani e agli ammalati - ho voluto dare inizio a questo mio pellegrinaggio pastorale in Italia”:

“Così, è come se riprendessi il cammino da lui percorso per continuare a proclamare agli uomini e alle donne dell’amata Italia l’annuncio, antico e sempre nuovo, che risuona con particolare vigore in questo tempo pasquale: Cristo è risorto! Cristo è con noi, oggi e sempre!”.

Il Papa ha voluto subito estendere il suo pensiero a coloro che in tutta la diocesi soffrono, sono in difficoltà o si ritrovano emarginati. Poi ai giovani ha detto: “Cari amici, Cristo risorto rinnova a ciascuno di voi il suo invito a seguirlo. Non esitate a fidarvi di Lui. Incontratelo, ascoltatelo, amatelo con tutto il vostro cuore; nell’amicizia con Lui sperimenterete la vera gioia che dà senso e valore all’esistenza”.
 
Canto
 
Il brano evangelico, proclamato nella celebrazione eucaristica presieduta poco dopo le 18 da Benedetto XVI in una piazza Ducale coloratissima per lo sventolio di migliaia di bandierine di colori diversi, racconta l’episodio della pesca miracolosa. Poco prima la rete dei discepoli era vuota. Ma l’intervento di Gesù: “Gettate le reti” cambia radicalmente la situazione. A quel punto Giovanni dice: “E’ il Signore!”. Questa sua spontanea professione di fede è anche per noi, afferma il Papa, un invito a proclamare che Cristo risorto è il Signore della nostra vita:

“Possa questa sera la Chiesa che è in Vigevano ripetere con l’entusiasmo di Giovanni: Gesù Cristo “è il Signore!”. E possa la vostra comunità diocesana ascoltare il Signore che, per bocca mia, vi ripete: “Getta la rete, Chiesa di Vigevano, e troverai!”. Sono venuto infatti tra voi soprattutto per incoraggiarvi ad essere ardimentosi testimoni di Cristo”.
 
Benedetto XVI vuol chiarire il significato di questo invito di Gesù: “Gettate la rete” e spiega che significa in primo luogo credere in Lui e fidarsi della sua parola, restando uniti, aprirsi ai vasti orizzonti dell’evangelizzazione. E dice: “Portare i pesi gli uni degli altri, condividere, collaborare, sentirsi corresponsabili è lo spirito che deve costantemente animare la vostra Comunità”. Il Papa indica poi alcune priorità:

“Vi incoraggio poi a proseguire nel prendervi cura dei giovani, sia dei "vicini" come pure di quelli che chiamiamo "lontani". E che dire infine della famiglia? E’ l’elemento portante della vita sociale, per cui solo lavorando in favore delle famiglie… (applausi) Vedo che siamo d’accordo! (applausi) Si può rinnovare il tessuto della comunità ecclesiale e della stessa società civile.”

Il Papa ha invitato poi la gente di Vigevano a non trascurare la ricca eredità spirituale della loro terra, necessaria ad un cammino di civiltà e di autentico progresso. Preghiamo insieme, conclude il Papa, perché la vostra comunità diocesana sappia accogliere con gioia il mandato di Cristo e con rinnovata generosità sia pronta a “gettare” le reti. Sperimenterà allora certamente una pesca miracolosa. Una pronta risposta le parole di Benedetto XVI al vescovo Claudio Baggini, che nel suo indirizzo di saluto aveva detto di augurarsi che la preghiera e la benedizione del Papa potessero ottenere alla Chiesa di Vigevano la grazia di un maggiore slancio missionario.

Canto

Al termine della Messa, la partenza in elicottero per Pavia dove a lungo l’hanno atteso i giovani della diocesi pavese. Dopo gli indirizzi di saluto del sindaco Piera Capitelli e del ministro della Giustizia, Clemente Mastella, a nome del governo, il Papa ha detto di essere felice di iniziare la visita proprio con loro:

“Vengo tra voi questa sera per rinnovarvi un annuncio che è sempre giovane, per affidarvi un messaggio che, quando viene accolto, cambia l’esistenza, la rinnova e la riempie. La Chiesa proclama questo messaggio con particolare gioia in questo tempo pasquale: Cristo risorto è vivo tra noi anche oggi! (applausi)

“La Chiesa vi sostiene, la società, che in questo nostro tempo è segnata da innumerevoli mutamenti sociali, attende il vostro apporto per costruire una comune convivenza meno egoista e più solidale, realmente animata dai grandi ideali della giustizia, della libertà e della pace”

Da Pavia, Adriana Masotti, Radio Vaticana.
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Ricordiamo che oggi pomeriggio, a partire dalle ore 15,50, la nostra emittente seguirà in radiocronaca diretta in lingua italiana l’incontro di Benedetto XVI con il mondo della cultura all’università di Pavia, sull’onda media di 585 kHz e sulla modulazione di frequenza di 105 MHz. Sempre oggi pomeriggio, a partire dalle ore 17,20, la Radio Vaticana seguirà, sempre con commento in italiano e sulle stesse frequenze, la preghiera del Santo Padre presso le spoglie di Sant’Agostino, nella Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro. La visita pastorale in Lombardia si concluderà alle ore 19, quando Benedetto XVI partirà dall’aeroporto di Milano-Linate alla volta di Roma. Il rientro in Vaticano è previsto per le ore 20.15.







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