2007-04-19 14:16:04

L'impegno dell'ONU di Ginevra per i milioni di sfollati iracheni in fuga dal conflitto


Una grave emergenza che interessa ormai da lungo tempo l'Iraq riguarda l'emorragia di profughi iracheni, in fuga dall'instabilità che regna nel Paese. Al problema è dedicata in questi giorni, a Ginevra, la Conferenza dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, secondo il quale sono almeno 8 milioni le persone bisognose di assistenza. Fra di esse, spiccano i quasi due milioni di fuoriusciti iracheni - che hanno riparato soprattutto in Siria e in Giordania, ma anche in altri Paesi come Libano, Turchia o Egitto - e i due milioni di sfollati rimasti all’interno del Paese. La nostra collega della redazione inglese, Susy Hodges, ha sentito l'arcivescovo Silvano Tomasi, osservatore della Santa Sede alle Nazioni Unite di Ginevra: RealAudioMP3

**********

 
R. - Questo problema si sta sempre più aggravando, perché 40-50 mila persone fuggono dall’Iraq ogni mese. Parliamo veramente di una tragedia umana di proporzioni bibliche, un esodo che sta rischiando di destabilizzare, sotto un’altra forma, il Medio Oriente e che è il più grande movimento di persone forzatamente spinte all’esilio dal 1948, quando cominciò la questione palestinese e l’esodo di quella popolazione. La conclusione è che questa Conferenza ha portato un risultato molto positivo nel creare una sensibilità e ha aperto la porta ad un progresso da parte dei Paesi più benestanti di provvedere risorse per poter affrontare le esigenze scolastiche, di salute, di cibo di tutti questi milioni di persone.

 
D. - Secondo La Santa Sede, la comunità internazionale ha finora un po’ trascurato questa crisi umanitaria, che si sta ormai sempre più aggravando?

 
R. - Il problema dell’attenzione dell’opinione pubblica sul Medio Oriente e soprattutto sull’Iraq era soprattutto rivolto alla violenza, purtroppo, quotidiana e ai continui casi di attentatori suicidi: gli attacchi indiscriminati ai civili sono un segno evidente del poco rispetto per la sacralità della vita. L’attenzione alla vicenda politica e militare, quindi, dominava nei giornali e nei mezzi di comunicazione. La Conferenza, organizzata dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite, ha voluto proprio cercare di spostare l’attenzione e riuscire a far vedere che è necessario dare una priorità immediata ai milioni di persone che si trovano in questo momento sradicati e senza una fattiva possibilità di sopravvivenza, a meno che non ci sia un aiuto al di là e al di sopra di quello che già generosamente hanno potuto fare i Paesi che li ospitano e le cui risorse sono già molto limitate. Hanno, quindi, bisogno della solidarietà della comunità internazionale.

 
**********

  







All the contents on this site are copyrighted ©.