2007-04-18 15:35:44

Chiuso a Roma il Seminario sulla globalizzazione promosso dal CELAM
 


Si è chiuso, a Roma, il Seminario sull'impatto del processo di globalizzazione economica nei Paesi dell'America Latina e dei Caraibi, organizzato dal CELAM in vista della V Conferenza generale dell’Episcopato Latino Americano. Un’occasione per studiare il processo di cambiamento in atto nelle società di quei Paesi, a partire dalle specifiche situazioni politico-economiche oltre che culturali e religiose; uno strumento di lavoro utile per comprendere le attuali sfide delle Chiese locali, chiamate a trovare mezzi e strade, per un progresso integrale delle singole comunità alla luce del Vangelo. Le riflessioni sul rapporto che intercorre tra globalizzazione e solidarietà, hanno posto in evidenza: la centralità che deve avere l'opzione preferenziale per i poveri e gli esclusi; la prospettiva cristiana dello sviluppo esposta dalla “Populorum Progressio” e dalla “Sollicitudo rei socialis”, che interpellano "a lavorare decisamente per lo sviluppo umano integrale, che implica un rispetto pieno dei diritti umani e l'inclusione di tutti". Ma anche il rispetto per l’ecosistema e l'ecologia, affinché vengano messi “in pratica principi fondamentali come il bene comune, la sussidiarietà, la solidarietà”. Sulla relazione fra Stato e cittadinanza nei Paesi latinoamericani, terza sfida presa in considerazione dai partecipanti al Seminario, è stato il necessario rafforzamento dello Stato democratico per spingere verso quelle politiche di inclusione che garantiscano accesso effettivo ed opportunità alle popolazioni più povere ed emarginate, “superando una visione meramente assistenzialista”. A fronte di tutto ciò, nel comunicato finale i Vescovi del CELAM sottolineano la validità dell’etica cristiana che “porta alla creazione di opportunità per tutti, alla lotta contro la corruzione, alla validità dei diritti lavorativi e sindacali (Cfr Laborem Exercens), a considerare come priorità la creazione di opportunità economiche per i settori della popolazione tradizionalmente emarginati, come le donne ed i giovani". L’esortazione finale consiste nel "dissipare le paure, riappacificare i fenomeni di violenza, scuotere l’indifferenza” e partecipare attivamente per promuovere l’interazione con la società civile ed il dialogo con politici ed economisti. (F.F)







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