2007-04-15 09:35:10

A Castellammare di Stabia, la Beatificazione di Maria Maddalena della Passione, Fondatrice delle Compassioniste Serve di Maria


La Chiesa ha due nuovi Beati: un sacerdote e una religiosa, entrambi italiani, vissuti tra il 1800 e il 1900. Dopo la Beatificazione, ieri pomeriggio a Torino, del sacerdote torinese Luigi Boccardo, fondatore delle Suore Figlie di Gesù Re - una comunità di religiose non vedenti nell'ambito della Congregazione delle Povere Figlie di San Gaetano - oggi pomeriggio sarà beatificata a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, dove è nata, Maria Maddalena Starace, fondatrice delle Suore Compassioniste Serve di Maria. A presiedere i due riti di Beatificazione il cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi. Ieri abbiamo parlato della figura di don Boccardo: oggi approfondiamo il carisma di Maria Maddalena Starace con il padre servita Tito Sartori, intervistato da Giovanni Peduto:

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R. - Nata a Castellammare di Stabia, presso Napoli, il 5 settembre 1845, in una famiglia benestante, madre Maddalena della Passione, al secolo Costanza Starace, manifestò sin da piccola una eccezionale sensibilità verso le compagne indigenti. Con il crescere degli anni tale propensione si trasformò nel desiderio vivo di essere d’aiuto alle persone bisognose. Dotata di temperamento da leader, addolcito da non comune spirito di carità attinto ad una fede profonda, attirò nella medesima scia altre coetanee, che insieme a lei dettero vita alla Congregazione delle Suore Compassioniste Serve di Maria.

 
D. - Qual è stato il suo carisma?

 
R. - Il carisma di madre Maddalena presenta due caratteristiche specifiche: una concerne la dimensione contemplativa da lei avvertita fin dalla più giovane età e che la portò lungo il percorso dell’esistenza a coltivare quotidianamente il contatto con Dio mediante una orazione personale protratta per ore. L’altra, una capacità di immedesimazione nei bisogni dei più indigenti e dei più derelitti che la spinse a coltivare nel cuore una grande umana compassione. Di qui, l’aggettivo «Compassioniste» scelto da lei a titolo della Congregazione stessa.

 
D. - In quale contesto è vissuta e in che maniera ha espletato la sua missione?

 
R. - Il contesto sociale nel quale si svolse la vicenda umana di madre Starace, riguarda il periodo storico del passaggio del Regno di Napoli dai Borboni alla Casa Savoia con tutte le note conseguenze concernenti l’attrito tra la Chiesa e il Regno d’Italia, comprese le leggi d’incameramento dei beni e di soppressione degli Enti ecclesiastici. Oltre a ciò, è doveroso sottolineare la lotta accanita della Massoneria contro il nascente Istituto religioso fondato da madre Maddalena della Passione.

 
D. - Vuole raccontarci un episodio significativo della sua vita?

 
R. - Nel dare avvio all’attività caritativa in favore delle orfanelle abbandonate, madre Maddalena non si vergognò, lei di famiglia benestante, di chiedere l’elemosina girando per le strade di Napoli e perfino aspettando l’aiuto alla porta di casa della propria famiglia. Quando mancava il pane sulla tavola e i bambini affamati non avevano di che sfamarsi, lei ricorreva a Gesù e alla porticina del tabernacolo mandava i bambini ad invocare il soccorso divino. Immancabilmente, e in modo straordinario, il Signore rispondeva positivamente alle invocazioni di lei e dei piccoli oranti.

 
D. - Quale messaggio lascia al mondo di oggi?
R. - La beata Maddalena Starace lancia al mondo di oggi due messaggi: il primo afferma che la vera felicità trova la propria sorgente nella fede orante a condizione che il cuore sia umile, distaccato dai beni materiali, in particolar modo dalla sete di denaro; il secondo, che la nostra gioia passa attraverso la gioia degli altri ed è frutto dell’attenzione prestata ai bisognosi, siano essi piccoli o anziani soli e abbandonati, perché nulla rende tanto felici quanto lo scorgere sul volto del fratello il sorriso della gratitudine e della speranza ritrovata.
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