2007-04-11 14:26:11

Una raccolta di meditazioni per leggere e pregare con la Sacra Scrittura attraverso Sant’Agostino


“Il frutto di una vita”: così mons. Giovanni Scanavino, vescovo di Orvieto e Todi, ha definito i due volumi di meditazioni agostiniane sulla Sacra Scrittura proposte da padre Gabriele Ferlisi, degli Agostiniani Scalzi. “Solo davanti a te” e “Insieme sui sentieri della carità” raccolgono quarant’anni di studio, di ricerche e di esercizi spirituali. Tiziana Campisi ha intervistato l’autore dell’opera, pubblicata dall’Editrice Ancora:

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R. - La prima parte ha come tema soprattutto l’interiorità, il cuore, l’inquietudine, la preghiera tempio di Dio ed ha come titolo questa frase delle Confessioni “Solo davanti a Te”. La seconda parte, ossia il secondo volume, “Insieme sui sentieri della carità”, parla di temi di cristologia, di ecclesiologia, temi di comunione, amicizia, vita di comunità, modelli da seguire nella vita. Apostolato, autorità, obbedienza sono trattati invece nell’ultima parte del volume, "In cammino verso la Gerusalemme Celeste", questa frase si prestava proprio a racchiudere questi temi.

 
D. - Sant’Agostino ha scritto tantissimo. Come ha scelto le meditazioni che ha voluto inserire nei suoi testi?

 
R. - Ho scelto quei temi che in questi 40 anni sono andato svolgendo nei corsi, negli esercizi, nei ritiri, negli articoli sulla rivista “Presenza agostiniana”, è una scelta fatta nel corso di questi anni. Scritti nella maniera la più facile possibile, cercando di levare tutti gli aggettivi difficili - "soteriologico", "metafisico" - che poi danno fastidio nella preghiera, nella meditazione.

 
D. - In pratica quale percorso lei propone al lettore?

 
R. - Si parte dal cuore, cuore inquieto, così si aprono le Confessioni, per arrivare poi al termine alla Gerusalemme Celeste: a quel "dammi la pace, la pace del Sabato e la pace senza tramonto". Quindi, attraverso un’esperienza di interiorità e attraverso un’esperienza forte di Chiesa - perché Agostino era innamorato della Chiesa - arrivare finalmente a questo incontro con il Signore nella pace del Sabato, la pace senza tramonto.

 
D. - Ma qual è il "cuore" della persona di Agostino?

 
R. - Il suo cuore è il cuore della Chiesa, è il cuore di Dio, è il cuore della misericordia, perché tutto parte dall’esperienza di misericordia che lui ha fatto e sperimentato. Per cui tutto Agostino è l’uomo della speranza, è l’uomo della misericordia, l’uomo della fiducia. Basterebbe soltanto la citazione di questa frase, nel commento al Salmo 149, dove mette sulle labbra di Dio queste parole, Dio che si rivolge a una persona che ha tanto peccato: “Non mi interessa ciò che siete stati finora, siate ciò che finora non siete stati”. Qui c’è tutta la misericordia di Dio, tutto l’Agostino che ha sperimentato questa misericordia e l’ha voluta comunicare agli altri. L’uomo oggi ha bisogno di questo, di guardarsi non con gli occhi umani ma con gli occhi di Dio, perché se si guarda con gli occhi umani o è troppo severo con se stesso o è troppo largo, troppo indulgente. Guardandosi con gli occhi di Dio si guarda nella misura giusta e da questo sguardo di Dio c’è allora da fare quello che lui chiama la confessio peccati, la confessione del peccato, e la confessio laudis, la confessione della lode, della misericordia di Dio.

 
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