“Investire nella salute”, il motto dell’odierna Giornata mondiale della sanità. A
rischio adulti e bambini per i cambiamenti climatici: allarme dell’OMS e di Save the
children
“Oggi abbiamo la conoscenza e le risorse necessarie per costruire un mondo più sano
e sicuro”. Così il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, nel messaggio per l’odierna
Giornata mondiale della salute. Occorre allora “investire nella salute per costruire
un futuro più sicuro”, chiede l’OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Ma a
chi è rivolto questo pressante invito? Roberta Gisotti lo ha chiesto al dott.
Roberto Bertollini, responsabile per l’Europa dell’OMS
********** R.
- I cambiamenti climatici stanno già colpendo la salute della popolazione e saranno
ancora maggiormente un problema nel futuro. Questo si manifesta anche in modo drammatico
attraverso la possibilità di epidemie di malattie che attualmente non sono epidemiche
o che potrebbero manifestarsi; si manifesta attraverso le possibilità che l'innalzamento
del mare determini in alcune popolazioni la necessità di migrare; le alluvioni e le
ondate di calore. E' una situazione assolutamente molto preoccupante. Dobbiamo tenere
in considerazione il problema della salute come chiave di fondo, come chiave centrale
per promuovere e motivare l'azione non solo dei governi ma anche delle aziende e di
coloro che lavorano nel campo dell'energia e così via.
D.
- Dottor Bertollini, lei già da diversi anni lavora nell'Organizzazione Mondiale della
Sanità, la sua opinione è che stia crescendo la presa d'atto da parte delle autorità
di quanto viene denunciato dall'ONU oppure questi rapporti trovano lo spazio delle
24 ore, durante le quali appunto occupano le pagine dei giornali?
R.
- Da un lato, io penso che la lezione che ci è stata data soprattutto dalla SARS ha
dato corso ad un diverso atteggiamento da parte di molti Paesi rispetto alle problematiche
della sanità internazionale. Accanto a questo purtroppo continuano, e si è visto
in maniera molto evidente nel corso delle ultimissime fasi della negoziazione del
documento sull'“IPCC Climat Change”. Esistono infatti numerose resistenze di carattere
economico, politico ed anche culturale, devo dire, che si frappongono ad una trasformazione
di questa presa di coscienza e di questi documenti, come lei giustamente citava, in
effettive basi per una azione. Io credo che da parte di molti c'è ancora un atteggiamento
di scetticismo da un lato, ma anche - dall'altro - di una visione di molto breve durata.
Alcuni Paesi, ad esempio i produttori di petrolio, hanno insistito enormemente in
questo ultimo negoziato per cambiare questa o quella parola per negare quelle che
sono le realtà documentate in maniera inequivocabile dalle conoscenze scientifiche
attuali.
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Non è solo l’OMS ad
essere preoccupata dai cambiamenti climatici, che metterebbero a rischio la vita di
175 milioni di bambini, come ha denunciato “Save the children” in un rapporto lanciato
ieri, di cui ci parla Valerio Neri, direttore dell’organizzazione umanitaria
in Italia, al microfono di Gabriella Ceraso
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R.
- Ogni 15 secondi già oggi nel mondo muore un bambino per cause connesse all’acqua
non potabile. E’ facile immaginare cosa questo significherà per l’aumentare della
siccità oppure, viceversa, in altre zone per l’aumentare delle inondazioni che porteranno
acque sporche a contaminare facilmente anche falde acquifere oggi potabile. Dall’altra
parte maggiore presenza di acqua stagnante porterà ad accrescere le aree infestate
dagli insetti che trasmettono delle malattie.
D.
– A variare per i mutamenti climatici saranno anche i flussi migratori con evidente
sovraccarico delle città?
R. – Bidonville che tenderanno
ad aumentare, maggiori abusi, maggiore traffico di bambini e quindi una qualità inaccettabile
della vita.