2007-04-07 12:46:57

Domani a Roma la marcia contro la pena di morte


In marcia attraverso Roma contro la pena di morte. Domani, domenica di Pasqua, dalle 9.30 un corteo promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, da Nessuno Tocchi Caino, dal Partito Radicale e dal Comune capitolino, si snoderà dal Campidoglio fino a Piazza San Pietro, dove arriverà per la bendeizione del Papa Urbi et Orbi. Una iniziativa organizzata a sostegno dell’impegno del governo italiano per la presentazione urgente di una risoluzione, per una moratoria generale delle sentenze e delle esecuzioni capitali presso l’Assemblea generale dell’ONU a New York. Moltissime le adesioni arrivate agli organizzatori: esponenti della politica, del governo, enti locali e le massime cariche dello Stato, dal premier Romano Prodi al presidente Giorgio Napolitano, che ha inviato un messaggio di sostegno alla manifestazione. Francesca Sabatinelli ha intervistato Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant’EgidioRealAudioMP3

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R. – E’ un sostegno al governo e all’iniziativa italiana. Certo, è anche una sollecitazione all’Italia, ai Paesi europei, perché si prendano delle iniziative decisive necessarie in ambito internazionale per creare un fronte che non sia solo italiano ed europeo, ma che coinvolga molti Paesi del sud del mondo e, quindi, si possano avere davvero i numeri politici e reali per vincere in sede di Assemblea generale delle Nazioni Unite e far approvare per la prima volta una risoluzione che chieda una moratoria universale delle esecuzioni e delle sentenze capitali.

 
D. – Marazziti, i numeri ci sono perché alle Nazioni Unite si possa ottenere un successo?

 
R. – I numeri ci sono. Negli ultimi dieci anni, più di 20 Paesi hanno cambiato fronte e sono diventati, abolizionisti di fatto o abolizionisti per legge. Più della metà dei Paesi del mondo non usa più la pena capitale o l’ha abolita definitivamente. Bisogna ricordare, però, che nel ’99 l’iniziativa dell’Unione Europea fu fermata da uno schieramento contrario. Singapore guidò un’alleanza di Paesi del sud del mondo, dicendo ‘no’ alle ingerenze neocolonialiste dell’Europa in questioni interne. Si toccò un punto molto sensibile, dove anche Paesi che hanno abolito la pena di morte, non volevano che i Paesi più forti imponessero il loro punto su altre questioni. Allora, bisogna avere uno schieramento politico più vasto dei numeri che si hanno sul terreno della pena di morte, per avere la certezza. Per questo c’è bisogno di una iniziativa diplomatica italiana ed europea, capace di creare consenso negli ambienti che la volta scorsa lavoravano contro.

 
D. – Marazziti, la marcia partirà dal Campidoglio e arriverà sino a Piazza San Pietro. Raccoglierete tante persone in questa vostra marcia, perchè avete raccolto tante e tante adesioni…

 
R. – Io credo che ci sia una sensibilità cambiata. Si sente che questa è una frontiera per una civiltà più rispettosa di una cultura della vita. E’ anche un modo di interpretare questi 50 anni dell’Europa, come portatrice di una democrazia attenta ai diritti umani, di una democrazia umanistica. Allora, io penso che tanti romani o tanti di coloro che vengono a Roma per il giorno di Pasqua - sicuramente la piazza che sarà ad ascoltare la Benedizione Urbi et Orbi del Papa - saranno molto in sintonia con questa sensibilità.

 
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