Se l’Africa non sconfiggerà la miseria, anche il resto della terra “non avrà alcuna
speranza”: così, l’Alto rappresentante ONU per i Paesi meno sviluppati, Chowdhury
Il mondo non raggiungerà gli "Obiettivi di sviluppo del millennio" (MDG) relativi
alla lotta alla povertà, se non terrà conto delle nazioni africane più povere: lo
ha detto l’Alto rappresentante ONU per i Paesi meno sviluppati, Anwarul K. Chowdhury,
aggiungendo che i piani mondiali per raggiungere entro il 2015 gli otto principali
MDG (che tutti i 191 Stati membri dell’ONU si sono impegnati a conseguire con la ‘Dichiarazione
del Millennio’ del settembre 2000) devono andare di pari passo con quelli di organismi
locali già esistenti, come per esempio il NEPAD, Nuovo partenariato per lo sviluppo
dell’Africa. Chowdhury ha ricordato che a tutt’oggi 34 dei 50 Stati classificati come
i meno sviluppati del pianeta si trovano nel continente africano e che, in molte nazioni
dell’Africa, il reddito pro-capite è inferiore a 200 dollari l’anno. Secondo il rappresentante
ONU, citato dall'agenzia MISNA, se gli africani più poveri non sconfiggeranno la miseria
entro il termine fissato, anche il resto della terra “non avrà alcuna speranza”. L’Alto
commissario ha poi ricordato che il numero di africani in povertà estrema è andato
crescendo negli ultimi anni, fino a toccare i 318 milioni; un europeo, ad esempio,
guadagna in media 20 volte di più di un africano e gli ultimi 25 posti nella lista
delle nazioni con la peggiore qualità della vita, sempre elaborata dall’ONU, sono
occupati da Paesi dell’Africa. Per combattere la mancanza di risorse economiche, Chowdury
ha evidenziato la necessità di una maggiore trasparenza, sia negli aiuti esteri indirizzati
agli africani, sia nell’utilizzo delle risorse interne destinate ai meno abbienti.
(R.M.)