2007-04-06 11:09:21

La Congregazione per le Chiese Orientali promuove la tradizionale Colletta del Venerdì Santo a favore dei cristiani di Terra Santa


La Congregazione per le Chiese Orientali, come è tradizione il Venerdì Santo, ha inviato ai pastori e ai fedeli cattolici di tutto il mondo una lettera-invito a contribuire con generosità ai bisogni delle comunità cristiane che vivono in Terra Santa in mezzo a crescenti difficoltà. Si tratta della Colletta pro Terra Sancta, una iniziativa che si svolge ogni anno per mandato pontificio: la prima Colletta risale a papa Martino V, che stabilì nel 1421 le norme circa la raccolta delle offerte. Giovanni Peduto ha sentito in proposito il segretario della Congregazione per le Chiese Orientali, l’arcivescovo Antonio Maria Vegliò: RealAudioMP3

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R. - L’occasione ci è data dal Venerdì Santo, giorno nel quale ogni cristiano torna spiritualmente ai luoghi della Redenzione. Proprio là, dove la memoria cristiana è tanto antica e tanto eloquente, i discepoli di Cristo, come “pietre vive”, sono chiamati anche oggi a prolungare la testimonianza evangelica mai interrotta nei due millenni della storia cristiana.

 
D. - Nella lettera della Congregazione si lancia un appello urgente a sostenere i cristiani della Terra Santa, dove si registrano ogni giorno "inaudite sofferenze". Qual è la situazione delle comunità cristiane?

 
R. - Il pesante conflitto armato e la conseguente insicurezza, con i risvolti particolarmente negativi a livello sociale ed economico, educativo ed assistenziale, incidono sulla vita delle famiglie e sul futuro dei giovani, tentando talora di spegnerne la speranza. Le comunità cristiane si sentono spesso impotenti, ma non vengono meno alla loro missione essenziale: condividere ogni povertà, alimentando la fede e la fiducia in Gesù Cristo, Signore della storia, e su questo patrimonio spirituale sostenere i cristiani a rimanere in Terra Santa, sconfiggendo da un lato la tentazione di emigrare e dall’altro crescendo nella solidarietà, come nella inderogabile collaborazione ecumenica e interreligiosa.

 
D. - Quali sono le necessità più urgenti? E a chi in particolare saranno devolute quest’anno le offerte?

 
R. - La precarietà estrema del lavoro penalizza la vita di tutti a livello familiare, sociale ed ecclesiale. I pastori devono spesso farsi carico della urgenza occupazionale, delle necessità scolastiche ed assistenziali di strati sempre più vasti della popolazione cattolica e non cattolica. Da alcuni anni alla nostra lettera pro Terra Sancta si unisce un resoconto delle principali opere straordinarie realizzate sia dalla Congregazione sia dalla Custodia dei Frati Minori. Ma va ricordato con particolare apprezzamento anche l’impegno ordinario pastorale e caritativo del Patriarcato Latino di Gerusalemme e delle altre comunità orientali cattoliche, coordinato dalla nostra Congregazione con il supporto indispensabile della Rappresentanza Pontificia di Terra Santa. Un obiettivo prioritario di questi anni è, però, l’attenzione al problema abitativo, soprattutto per le giovani coppie.

 
D. - La lettera sottolinea anche la responsabilità che incombe sulla Chiesa universale a riguardo della Chiesa Madre di Gerusalemme…

 
R. - Certamente la città storica di Gerusalemme è un richiamo luminoso per tutti, col suo nome e la sua vocazione di pace. E’ la città dei discepoli del Signore e dei credenti nell’unico Dio, ebrei e musulmani. E’ la memoria visibile delle nostre origini cristiane ed ecclesiali: il futuro è imprescindibile da esse. Ci ricorda che Dio ha visitato in Cristo il suo popolo, lo ha redento ed è sempre al suo fianco. Ci invita a formare la Chiesa, città spirituale incamminata verso la Gerusalemme celeste ed eterna. Veramente come dice il salmo: “Tutti là siamo nati”. E’ la madre che i figli non possono dimenticare.

 
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