2007-04-06 14:28:54

Allarme ONU sul clima: drammatiche conseguenze dell'effetto serra su ambiente e salute


L’innalzamento della temperatura media globale di 2-2,5 gradi rispetto al presente “potrà causare un forte aumento degli impatti”, con spostamenti geografici di specie, perdite totali di biodiversità, riduzione della produttività agricola e delle risorse idriche, e drammatiche conseguenze per la salute: è quanto emerge dal Rapporto 2007 sui cambiamenti climatici, varato stamani a Bruxelles dal Panel intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC), che riunisce esperti dell’ONU e dell’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO). La presentazione del documento di 1.400 pagine, stilato da 2.500 scienziati in sei anni, era stata rinviata di qualche ora per il veto posto dai delegati di Stati Uniti, Cina e Arabia Saudita, che hanno definito il testo “troppo duro”. Il Rapporto punta il dito contro il surriscaldamento globale causato dalle attività umane degli ultimi decenni, che avrà conseguenze “negative” su tutte le regioni del mondo. “Le proiezioni climatiche relative agli impatti sulla salute - spiegano gli scienziati - prevedono uno scenario drammatico in particolare per le popolazioni dei Paesi in via di sviluppo”. Il documento parla di “aumento della malnutrizione e dei rischi di malattie infettive e respiratorie, aumento di mortalità a causa di eventi più estremi come onde di calore, alluvioni, tempeste e siccità e aumento della frequenza delle malattie cardio-respiratorie a causa dell’aumento delle concentrazioni di ozono troposferico a livello superficiale”. Gli impatti dei cambiamenti climatici – dicono gli esperti dell’IPCC – “sono già in atto a livello globale e regionale e saranno più forti nel futuro”. Le aree colpite da siccità aumenteranno in estensione, con gravi conseguenze sull’agricoltura, specie nelle basse latitudini. Aumenteranno poi gli eventi di più intensa precipitazione, come anche i rischi di alluvioni. In Africa, in particolare, entro il 2020 milioni di persone saranno esposte a un forte aumento di "water stress". Inoltre, con un aumento della temperatura media globale di 1,5-2,5 gradi, si avrà un maggiore rischio di estinzione per circa il 20-30% delle specie vegetali ed animali. In Australia e Nuova Zelanda, in particolare, le proiezioni climatiche stimano una forte perdita di biodiversità entro il 2020. Tra gli ecosistemi più colpiti: la tundra, le foreste boreali, le mangrovie, le barriere coralline, le aree costiere e i sistemi mediterranei. Da Bruxelles, gli esperti lanciano a tutti i governi del mondo un appello ad agire per cercare di ridurre i danni. “Adattarsi ai cambiamenti climatici in corso - ribadiscono - è necessario ora, perché già dobbiamo fronteggiare impatti negativi dovuti ai gas emessi nel passato e che generano l’effetto serra. Mitigare queste emissioni può ridurre, ritardare o evitare questi impatti negativi”. (A cura di Roberta Moretti)  







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