I vescovi dello Zimbabwe: il Paese è in una crisi profonda, politica e morale
Domani, in tutte le parrocchie dello Zimbabwe verrà letta la lettera che i vescovi
hanno indirizzato ai fedeli a proposito della realtà che sta vivendo il Paese. La
lettera è intitolata “Dio ascolta il grido degli oppressi” ed annota subito come una
“ridotta minoranza della popolazione è diventata molto ricca da un giorno all’altro,
mentre la maggioranza sta languendo nella povertà”. “Si è così creata una forte disparità
tra ricchi e poveri – affermano i presuli; il nostro Paese è in una crisi profonda”,
“una crisi della capacità di governo e una crisi di leadership” che è anche “una crisi
morale e spirituale”. In tale contesto l’episcopato chiede l’elaborazione di una nuova
Costituzione per far uscire il Paese dalla crisi. La lettera pastorale elenca poi
nel dettaglio i settori più in crisi, come la sanità, la scuola, i servizi, e ritiene
un fallimento la riforma agraria imposta dal governo nel 2000. A seguito di tale riforma
agraria, iniziata sette anni fa, si legge nella lettera pastorale, “oggi diverse persone
vanno a dormire affamate e di giorno si svegliano senza lavoro. Centinaia di aziende
sono state costrette a chiudere” e “l’80 per cento della popolazione dello Zimbabwe
è senza impiego”. In tale situazione, la speranza viene da Dio che “ascolta il grido
degli oppressi” ricordano i vescovi, che invitano a “gesti concreti per tenere viva”
questa speranza. Per tale motivo, per il prossimo 14 aprile, è stata indetta una giornata
di preghiera e di digiuno per lo Zimbabwe, che sarà seguita, in tutte le parrocchie,
da un momento di preghiera il venerdì delle successive settimane. (A.M.)