Il cardinale Martino: il rispetto dell’identità e il riconoscimento dei valori della
cultura zingara siano i presupposti della pastorale per gli Zingari
Occorre riconoscere i valori della cultura zingara, e rispettare l’identità degli
Zingari. Lo ha ribadito il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente Pontificio
Consiglio per la Pastorale per i Migranti e gli Itineranti in un comunicato ai partecipanti
all’Incontro annuale del Comitato cattolico internazionale per gli Zingari, svoltosi
nei giorni scorsi. Il porporato ha ricordato quanto da lui affermato nel corso del
recente Incontro dei direttori nazionali della pastorale per gli Zingari, l’11 e 12
dicembre 2006, sottolineando che per la Chiesa è essenziale rispondere alle aspettative
degli Zingari nella loro ricerca di Dio, orientandone i passi secondo l’insegnamento
di Cristo. “Il contenuto dell’annunzio è un messaggio di salvezza – scrive il cardinale
Martino – ed è necessario mettere a loro disposizione anche i mezzi”. Il porporato
ha voluto inoltre evidenziare le conclusioni e le raccomandazioni riportate nel Documento
finale di quell’incontro, specificando che, riguardo agli Zingari, “nell’evangelizzazione
deve ritrovare la sua validità e priorità il processo d’inculturazione, intesa come
l’incarnazione del Vangelo nella loro cultura e insieme la loro introduzione nella
vita della Chiesa”. Chiesa che, si legge negli Orientamenti per una Pastorale degli
Zingari - il primo Documento della Chiesa, nella sua dimensione universale, dedicato
agli Zingari e pubblicato l’8 dicembre 2005 - “deve diventare, in un certo senso,
essa stessa zingara fra gli Zingari”. Il cardinale Martino ha aggiunto poi che lo
stesso documento ricorda che la Redenzione – come pienezza della solidarietà – riguarda
l’uomo nella sua integralità, compresa la sua cultura, il suo tipo di relazioni, ecc.
Quindi, nella trasmissione del Vangelo, è fondamentale considerare i valori e la ricchezza
della cultura zingara, conoscerne la lingua, apprezzarne le usanze.