Il grazie di Benedetto XVI al cardinale Ruini e il saluto al suo successore in CEI,
mons. Bagnasco
Due lettere indirizzate a chi ha lasciato dopo un lungo mandato a capo della Chiesa
italiana e a chi è subentrato in questa delicata responsabilità. Le ha inviate Benedetto
XVI al cardinale vicario, Camillo Ruini, e all'arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco,
avvicendatisi lo scorso 7 marzo alla presidenza della Conferenza episcopale italiana
(CEI). I particolari sul contenuto delle lettere nel servizio di Alessandro De
Carolis:
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firmata direttamente dal Papa la lettera destinata al cardinale Ruini - nella quale
Benedetto XVI esprime “riconoscenza sincera e profonda” per il “lungo e fruttuoso
servizio” alla guida della CEI - mentre la missiva inviata a mons. Bagnasco reca la
firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, predecessore alla sede
di Genova del neopresidente dei vescovi italiani. Al cardinale Ruini, Benedetto XVI
riconosce, in particolare, di aver “saggiamente e coraggiosamente guidato” il cammino
della Chiesa italiana, orientandolo “a Cristo, speranza del mondo”. Nominandolo presidente
della CEI, sottolinea ancora il Papa, Giovanni Paolo II ha potuto trovare nel cardinale
Ruini “un collaboratore fedele e saggio, pronto a trasmettere all’episcopato le indicazioni
magisteriali e pastorali del successore di Pietro”. Con queste qualità, ha concluso
Benedetto XVI, il cardinale Ruini ha “guidato i vescovi italiani in una fase delicata
e cruciale della storia del popolo italiano”, facendo spiccare “la sua tenacia nel
sostenere l’impegno della Chiesa”. Analogo e speculare l’auspicio espresso dal
Papa nei riguardi di mons. Bagnasco, verso il quale Benedetto XVI - nella lettera
a firma del cardinale Bertone - si è detto “certo” che saprà inserirsi “nella grande
tradizione dell’Episcopato italiano”, arricchendone l’impegno profuso dai predecessori
e in particolare dal cardinale Ruini, definito dal Pontefice “guida autorevole” in
“anni segnati da numerosi e non facili cambiamenti ecclesiali e politici”. Del presidente
della CEI - che ieri ha tenuto la sua prima prolusione - il Papa dice esplicitamente
di aver “apprezzato” le interviste che ne hanno segnato l’esordio. “Credo che, tra
l’altro, esse esprimano - si legge nella lettera - un segno di continuità nel consolidamento
della testimonianza cristiana e nella promozione della famiglia, ed incoraggeranno
i pastori ad affrontare con autentico spirito collegiale, non soltanto questi temi,
ma tutte le grandi sfide che attendono il futuro di codesta comunità ecclesiale”.
Sfide che lo stesso cardinale Bertone, forte dell’esperienza maturata nell’arcidiocesi
genovese, mette in rapporto con il “progressivo indebolimento” e la “preoccupante
avanzata della secolarizzazione” del tessuto ecclesiale italiano e dunque alla necessità
di rilanciare l’evangelizzazione, la catechesi per giovani e adulti, “una recuperata
e motivata disciplina del clero”, la promozione delle vocazioni sacerdotali. La lettera
conclude con l’esortazione a valorizzare il principio della collegialità tra i vescovi
nella fedeltà al Pontefice. **********