2007-03-25 13:05:58

“Il vero nemico è l’attaccamento al peccato”: così Benedetto XVI, in visita pastorale alla Parrocchia romana di Santa Felicita e Figli Martiri


Solo il perdono di Dio e il suo amore ricevuto con cuore sincero liberano l’uomo dal peccato, che è la radice di ogni male: questo, il punto centrale dell’omelia di Benedetto XVI, che stamani si è recato in visita pastorale alla Parrocchia romana di Santa Felicita e Figli Martiri al quartiere Fidene, dove ha presieduto la Santa Messa. Accolto da una folla in festa, il Papa ha salutato i fedeli, dicendo: “Siete le pietre vive della Chiesa”. Il servizio di Roberta Moretti:

**********

“Il vero nemico è l’attaccamento al peccato, che può condurci al fallimento della nostra esistenza”: commentando il brano evangelico della donna adultera condannata alla lapidazione, Benedetto XVI spiega che “solo il perdono divino e il suo amore ricevuto con cuore aperto e sincero ci danno la forza di resistere al male e di ‘non peccare più’”.

“Solo l’amore di Dio può cambiare dal di dentro l’esistenza dell’uomo e conseguentemente di ogni società, perché solo il suo amore infinito lo libera dal peccato, che è la radice di ogni male”.

 
Gesù è venuto sulla terra – aggiunge Benedetto XVI – “per dirci che ci vuole tutti in Paradiso e che l’Inferno, del quale poco si parla in questo nostro tempo, esiste ed è eterno per quanti chiudono il cuore al suo amore”.

“Se è vero che Dio è giustizia, non bisogna dimenticare che Egli è soprattutto amore: Se Cristo odia il peccato è perché ama infinitamente ogni persona umana. Ama ognuno di noi e la sua fedeltà è così profonda da non lasciarsi scoraggiare nemmeno dal nostro rifiuto”.

“L’atteggiamento di Gesù – precisa il Papa – diviene in tal modo un modello da seguire per ogni comunità, chiamata a fare dell’amore e del perdono il cuore pulsante della sua vita”. Alla comunità del quartiere Fidene, in particolare, dove “non mancano certo situazioni di disagio sia materiale che morale”, il Papa rivolge l’invito a nutrirsi delle “abbondanti provviste spirituali” donate dal Signore “per attraversare il deserto di questo mondo e trasformarlo in un fertile giardino”:

“Queste provviste sono l’ascolto docile della sua Parola, i Sacramenti e ogni altra risorsa spirituale della liturgia e della preghiera personale. In definitiva, la vera provvista è il suo amore. L’amore che spinse Gesù ad immolarsi per noi ci trasforma e ci rende a nostra volta capaci di seguirlo fedelmente”.

Infine, l’esortazione a “seguire il Vangelo senza esitazioni e senza compromessi”, attraverso l’intercessione della Vergine Maria.

Incontrando poi il Consiglio Pastorale della Parrocchia, Benedetto XVI ha sottolineato che “una società nella quale la coscienza cristiana non vive più perde la direzione, non sa più dove andare” e “finisce nel vuoto, fallisce”. “Solo se la coscienza viva della fede illumina i nostri cuori – ha aggiunto – possiamo costruire una società giusta”. Il Papa ha quindi spiegato il ruolo del Magistero rispetto alla formazione delle coscienze: “Non è il Magistero che impone dottrine” – ha detto Benedetto XVI – ma “aiuta perché la coscienza stessa possa ascoltare la voce di Dio” e “conoscere la volontà del Signore”. Il Magistero è quindi “solo un aiuto perché la responsabilità personale, nutrita da una coscienza viva, possa realmente funzionare e così aiutare perché sia presente la giustizia per tutti i fratelli nel mondo”. “Oggi – ha concluso il Papa – non c’è solo la globalizzazione economica, ma anche questa universalità per cui siamo tutti responsabili di tutti”.

***********
 







All the contents on this site are copyrighted ©.