L'Enciclica di Giovanni Paolo II Redemptoris Mater compie 20 anni
Venti anni fa, il 25 marzo 1987, veniva promulgata l’Enciclica Redemptoris Mater di
Giovanni Paolo II. Enciclica di ampio respiro, anche se dettata da una precisa occasione
storica: l'indizione ufficiale dell'Anno Mariano 1987-1988. Quale messaggio viene
da questo documento pontificio? Ci risponde padre Ermanno Toniolo, dei Servi
di Maria, professore alla Pontificia Facoltà Marianum. L’intervista è di Giovanni
Peduto.
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R. – I tratti spiccatamente
propri dell'Enciclica Redemptoris Mater di Giovanni Paolo II, confermati con tanta
forza da Benedetto XVI, richiamano tanto la Chiesa quanto ogni fedele a percorrere
insieme con Maria un itinerario aperto a tutti: al presente dei poveri e degli umili,
degli emarginati ed oppressi; al futuro della pace e della condivisione di tutti i
popoli; al destino di felicità di tutti i figli di Adamo, verso l'incontro finale
col Re della gloria, Gesù Cristo, che chiuderà le strade peregrinanti, ed aprirà definitivamente
l'ingresso di tutti nell'unico Regno.
D. – Qual
è l’attualità dell’Enciclica?
R. - A venti anni dalla
sua promulgazione, i temi che il compianto Pontefice ivi ha proposto alla Chiesa,
e svolto, restano di immutata attualità. Egli, infatti, non ha voluto ulteriormente
accentuare la linea del culto, già autorevolmente sviluppata da Paolo VI nell’Esortazione
apostolica Marialis Cultus del 2 febbraio 1974, ma piuttosto approfondire alcuni fondamentali
aspetti della persona di Maria e della sua funzione nel mistero di Cristo e della
Chiesa, esposti in modo succinto dal Concilio Vaticano II, ma che allora componevano
per tutto il Popolo di Dio in cammino un autentico itinerario da percorrere verso
il terzo millennio dell'era cristiana. Si tratta infatti di una storia, non solo di
tempo, ma più ancora di anime, nella quale la Vergine Madre è costantemente presente,
nella quale anzi precede come luminoso esempio tutta la Chiesa nel suo faticoso cammino.
E’ proprio in quest’ottica di pellegrinaggio e di itinerario di fede, tanto di Maria,
come di tutti e di ciascuno dei fedeli, che sta l’originalità permanente dell'Enciclica
del Papa.
D. – Qual è il posto di Maria nel mistero
salvifico di Dio alla luce della Redemptoris Mater?
R.
- Maria, nella pienezza del tempo, quando Dio mandò il Figlio a farsi uomo da lei
per donarci l’adozione a figli, è già nel cuore del mistero di Dio, già benedetta
nel Figlio fin dal suo immacolato concepimento, e tanto intimamente fusa con l'eterno
Spirito di santità da essere la «piena di grazia», dopo il suo incondizionato consenso
al messaggio dell'angelo. Maria è chiamata a percorrere di tappa in tappa un lungo
cammino di fede e di amore, un'autentica peregrinazione nella conoscenza crescente
e ognor più oscura del mistero della salvezza, e verso un'oblatività di sé che la
condurrà passo passo ad aprirsi alle misteriose esigenze di Dio fino ad inabissarsi,
sotto la Croce, in una kénosi della fede, quale mai la storia ha registrato, e in
un'apertura incondizionata all'amore dell'uomo, che la introduce nel mistero di Cristo
redentore accogliendone come madre e per sempre l'eredità redenta dal suo Sangue.
D. – Qual è la relazione tra Maria e la Chiesa nell’insegnamento
di Giovanni Paolo II?
R. - La Chiesa in cammino ha
sempre guardato a Lei, perché l'ha preceduta in tutta l'estensione e in tutta la forza
di fede di cui una creatura sia capace: ben più di Abramo infatti lei può e dev'esser
detta "madre della nostra fede". Per questo tutta la Chiesa di tutti i tempi e di
tutti i luoghi non cessa di sperimentare una presenza storica e geografica della Madre
di Dio, di colei che è stata proclamata Beata per aver creduto. L'esperienza liturgica
di tutte le Chiese, gli innumerevoli santuari mariani che costellano la terra, le
sue icone che la propongono incessantemente alla contemplazione dei fedeli di ogni
cultura e regione, non cessano di esercitare quell'incanto materno e quel richiamo
potente alla fede vissuta e testimoniata. Lì, in ogni luogo dove la Madre si fa maternamente
presente, i figli guardano a lei per confermarsi nella propria fede e nel proprio
impegno di vita. Anzi, la stessa Vergine - continuando dal cielo il suo inestimabile
servizio a Dio e all'uomo, assunto il giorno dell'Annunciazione - non cessa di farsi
quotidianamente presente nella Chiesa e per mezzo della Chiesa, sacramento universale
di salvezza aperto all'umanità. Sa infatti che Cristo in Giovanni le ha affidato ogni
discepolo e ogni uomo, e vive responsabilmente questo suo impegno con l'amore e la
speranza indefettibile di una vera Madre. E, d'altra parte, ogni discepolo, anzi,
ogni uomo, è chiamato a far proprio il gesto di Giovanni: ad accogliere nel suo ‘io’
più intimo e umano, in tutto lo spazio della sua persona e personalità, la Madre come
testamento pasquale di Gesù, come eredità preziosa del Redentore, in modo che ognuno
possa entrare nei ritmi d'amore senza confini della Madre di tutti i redenti.