2007-03-25 13:42:19

Il cardinale Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, in Honduras, ricorda i 40 anni dell’Enciclica Populorum progressio di Paolo VI


In un’intervista rilasciata alla rivista “30Giorni”, il cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, in Honduras, ha ricordato i 40 anni dell’Enciclica Populorum progressio di Paolo VI, “che invece di dividere il mondo tra Est e Ovest lo divise tra popoli dell’opulenza e popoli della fame”. Come riporta l’agenzia Zenit, il cardinale ha ricordato che, all’epoca, l’Enciclica venne accusata di essere “marxismo riscaldato”, così come “un pò tutto l’impegno sociale della Chiesa era etichettato come marxismo”. “Queste accuse – ha spiegato il porporato – vennero perché il documento di Papa Montini, in maniera chiara e coraggiosa per il tempo, per la prima volta, parlava della necessità della giustizia sociale per un autentico sviluppo. E quando la Chiesa parla in favore dei poveri – ha precisato – c’è sempre qualcuno che le rimprovera di voler fare politica e di entrare in campi che non sono suoi”. “Riguardo all’accusa di essere marxista – ha poi aggiunto – era e rimane ridicola”. Il riferimento nell’Enciclica al fatto che in determinate situazioni il bene comune esige “l’espropriazione di certi possedimenti” è per il porporato “un concetto ripreso dalla costituzione conciliare Gaudium et spes, quindi niente di rivoluzionario”. “Come non era affatto rivoluzionario l’avvertimento del rischio che il profitto venisse considerato il ‘motore essenziale del progresso economico’ e che la concorrenza fosse venerata come la ‘legge suprema dell’economia’”. “È l’uomo invece, come spiega con forza la Populorum progressio, il soggetto principale dello sviluppo – ha sottolineato il cardinale Maradiaga – per questo l’Enciclica non ha perso granché della sua attualità. Le sue parole sulla giustizia sociale, su cosa debba intendersi per sviluppo, sulla pace, conservano tutto il loro valore”. “Sono passati 40 anni – ha aggiunto – ed è sempre più vero: se non c’è sviluppo, se i popoli non hanno modo di progredire nel benessere anche materiale, allora la pace è un miraggio sempre più irraggiungibile”. (R.M.)








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