Il cardinale Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, in Honduras, ricorda
i 40 anni dell’Enciclica Populorum progressio di Paolo VI
In un’intervista rilasciata alla rivista “30Giorni”, il cardinale Oscar Andrés Rodríguez
Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, in Honduras, ha ricordato i 40 anni dell’Enciclica
Populorum progressio di Paolo VI, “che invece di dividere il mondo tra Est e Ovest
lo divise tra popoli dell’opulenza e popoli della fame”. Come riporta l’agenzia Zenit,
il cardinale ha ricordato che, all’epoca, l’Enciclica venne accusata di essere “marxismo
riscaldato”, così come “un pò tutto l’impegno sociale della Chiesa era etichettato
come marxismo”. “Queste accuse – ha spiegato il porporato – vennero perché il documento
di Papa Montini, in maniera chiara e coraggiosa per il tempo, per la prima volta,
parlava della necessità della giustizia sociale per un autentico sviluppo. E quando
la Chiesa parla in favore dei poveri – ha precisato – c’è sempre qualcuno che le rimprovera
di voler fare politica e di entrare in campi che non sono suoi”. “Riguardo all’accusa
di essere marxista – ha poi aggiunto – era e rimane ridicola”. Il riferimento nell’Enciclica
al fatto che in determinate situazioni il bene comune esige “l’espropriazione di certi
possedimenti” è per il porporato “un concetto ripreso dalla costituzione conciliare
Gaudium et spes, quindi niente di rivoluzionario”. “Come non era affatto rivoluzionario
l’avvertimento del rischio che il profitto venisse considerato il ‘motore essenziale
del progresso economico’ e che la concorrenza fosse venerata come la ‘legge suprema
dell’economia’”. “È l’uomo invece, come spiega con forza la Populorum progressio,
il soggetto principale dello sviluppo – ha sottolineato il cardinale Maradiaga –
per questo l’Enciclica non ha perso granché della sua attualità. Le sue parole sulla
giustizia sociale, su cosa debba intendersi per sviluppo, sulla pace, conservano tutto
il loro valore”. “Sono passati 40 anni – ha aggiunto – ed è sempre più vero: se non
c’è sviluppo, se i popoli non hanno modo di progredire nel benessere anche materiale,
allora la pace è un miraggio sempre più irraggiungibile”. (R.M.)