Oggi il Papa incontra in San Pietro la Fraternità di Comunione e Liberazione
Grande festa oggi in Piazza San Pietro: il Papa incontra il popolo della Fraternità
di Comunione e Liberazione in occasione del 25° anniversario del riconoscimento pontificio
del movimento ecclesiale. Sono attese oltre 50 mila persone. La Radio Vaticana trasmette
la cronaca dell’evento dalle 11.00 alle 13.00 con commenti in italiano, inglese, francese,
spagnolo, portoghese e tedesco. Comunione e Liberazione, fondata da don Luigi Giussani,
conta oggi circa 100 mila membri in oltre 70 Paesi del mondo. Luca Collodi
ha intervistato don Julian Carron, il sacerdote alla guida del movimento dopo
la morte di don Giussani, avvenuta nel febbraio del 2005:
********** R.
– Don Carron, che cosa ha significato per la sua vocazione sacerdotale l’incontro
con don Giussani e il movimento di Comunione e Liberazione?
D. – Io lo dicevo
sempre, a don Giussani, che gli ero grato perché mi aveva consentito di fare un cammino
umano; un cammino di verifica della mia vocazione e della mia vita sacerdotale, in
tutti gli ambiti della mia vita, in tutti i particolari perché l’impostazione che
dava don Giussani del reale, il metodo di educazione che lui proponeva, per me sono
stati decisivi per riguadagnare ancora di più la bellezza della mia vocazione sacerdotale.
D.
– Qual è il compito di Comunione e Liberazione al servizio della Chiesa nel mondo?
R.
– Penso che come qualsiasi altra realtà cristiana non può essere altro che testimoniare
Cristo nella sua bellezza senza paragoni. Noi dobbiamo vivere questo in tutti i dettagli
della vita e in tutti gli ambiti in cui noi ci troviamo a vivere. Questo ci consente
di verificare nel reale la potenza unica di Cristo e la capacità che ha Cristo di
farci sperimentare in tutto il centuplo. E questa è la possibilità, per tutti gli
altri che ci incontrano, di poter vedere Cristo anche attraverso la semplicità della
nostra vita.
D. – I laici del Movimento, don Carron, lavorano nel sociale,
nell’economia e anche nella politica. Ad alcuni sembra, però, una testimonianza a
volte rischiosa. Lei cosa ne pensa?
R. – E’ vero: nel momento in cui uno entra
in questioni complesse come l’economia, il sociale o la politica, sempre si rischia.
Noi crediamo che anche rischiando, a volte sbagliando, correggendoci a vicenda, possiamo
vedere di più cos’è Cristo, entrando in tutti i particolari del vivere. E’ vero che
se noi restassimo soltanto a casa, sarebbe meno rischioso ma avremmo meno possibilità
di verificare che cos’è Cristo e di farlo incontrare agli altri. **********
Sul
significato di questo incontro con il Papa ascoltiamo Giorgio Vittadini, presidente
della Fondazione per la Sussidiarietà, un’esperienza nata in CL:: ********** R.
– Per noi è un fatto veramente epocale, fondamentale, perchè per noi il Papa, qualunque
Papa, e questo Papa in particolare, è il padre che origina la nostra azione umana
e culturale. Vogliamo andare da lui per sentire come agire al servizio della Chiesa,
come laici impegnati in ogni aspetto. Siamo lì per imparare. Quindi, è qualcosa di
assolutamente emozionante, che mi fa venire in mente quell’altrettanto emozionante
incontro del ’98 tra Papa Giovanni Paolo II e i fondatori del movimento, tra cui don
Giussani, che per noi rimane il punto cruciale della nostra vita. Siamo lì proprio
per essere figli di questo Papa e del Papato. **********