Congresso COMECE: l'Unione Europea riconosca il patrimonio cristiano del Continente
Un particolare messaggio in vista della seduta solenne del Consiglio europeo, in programma
domani a Berlino, per il 50.mo del Trattato di Roma, è stato affidato stamattina al
presidente del Consiglio italiano, Romano Prodi, dai partecipanti al Convegno organizzato
dalla COMECE, la Commissione degli episcopati dell’Unione Europea. Il “Messaggio di
Roma”, com’è stato titolato, chiede in sostanza che il Vecchio continente “riconosca
esplicitamente” la lunga eredità del suo “patrimonio cristiano”. Il Convegno si è
chiuso nel tardo pomeriggio di oggi all’Hotel Ergife. Ci riferisce il nostro inviato
Alessandro De Carolis:
Ma torniamo
ai lavori di ieri pomeriggio al Congresso della COMECE. Il servizio di Gabriella
Ceraso:
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Rispetto
della persona, pace, fede, questi i valori unificatori dei popoli e delle nazioni
europee di cui si è discusso nel pomeriggio di ieri a Roma nella prima giornata dei
lavori del Congresso della COMECE. Ad essi si è richiamato il presidente del Parlamento
europeo Hans-Gert Poettering, che ha ribadito l’impegno a ricordare le radici cristiane
del vecchio continente, non scritte, ma ugualmente presenti, nella condanna della
clonazione, nei principi della solidarietà e della sussidiarietà. Ha esortato poi
i cristiani a contribuire a questioni come la cura del Creato e i mutamenti climatici
e ha reso omaggio a Giovanni Paolo II e al popolo polacco per la svolta anticomunista
che ha cambiato il volto europeo. Sulle sfide che attendono l’Europa su cui i cristiani
hanno molto da dire si è soffermato invece mons. Dominique Mamberti, segretario
per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede: questione energetica, denatalità, sostegno
alla famiglia, tutela della vita umana, ma anche allargamento dell’UE. Quindi l’appello
ad armonizzare le istanze etiche ai bisogni, anche per favorire la pace nel mondo,
e ad incrementare investimenti nella ricerca e nell’innovazione:
"Non si
possono tuttavia negare i gravissimi e inaccettabili risultati di una ricerca che
non abbia la dignità della persona umana al centro dei suoi obiettivi. Mi riferisco
per esempio al fatto che il VII Programma quadro favorisca indirettamente la distruzione
degli embrioni".
Il costante impegno a favore della protezione del Creato,
invece nelle parole del vescovo metropolita Emmanuel, membro del Santo Sinodo del
Patriarcato Ecumenico e metropolita di Francia. “Basta”, ha detto, “considerarlo una
proprietà privata da sfruttare per produrre risorse sempre maggiori”,“abbiamo la responsabilità”
– ha concluso – “di consegnare ai nostri figli e ai loro figli un mondo vivibile”.
Accento sulle persone, vera ricchezza dell’Europa, è stato posto da suor Enrica Rosanna,
sottosegretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le società
di vita apostolica”. “Dobbiamo auspicare un nuovo umanesimo che riponga al centro
l’uomo”, ha ricordato la religiosa esaltando “il tesoro di santità di cui l’Europa
è ricca”, “segreto del passato, ma anche speranza del futuro”. In chiusura poi la
presidente dell’Irlanda, Mary McAleese, ha citato i progressi compiuti dal suo Paese
da quando ha accettato la sfida della condivisione europea. Il suo auspicio per il
futuro dell’Europa unita è che riesca a diventare una costruzione in cui l’amore per
l’altro possa radicarsi e continuare a fiorire.
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Ieri il
presidente del Parlamento Europeo Hans-Gert Poettering aveva incontrato in
Vaticano il Papa. Sul contenuto dei colloqui ascoltiamo lo stesso Poettering al microfono
di Stefan von Kempis: **********
R.
- Wir haben natürlich über die Einigung Europas gesprochen, über die … Ovviamente,
abbiamo parlato dell’unificazione dell’Europa, della necessità del dialogo tra le
culture e abbiamo guardato anche oltre l’Europa. Soprattutto per me è stato importante
avere l’occasione di invitare Benedetto XVI al Parlamento Europeo. Avevamo già avuto
la visita di un Papa: infatti, nel 1988 Giovanni Paolo II era venuto al Parlamento
Europeo a Strasburgo. Noi saremmo felici se anche Benedetto XVI venisse da noi, lui
che già nel nome – Benedetto – manifesta il suo interessamento all’unificazione europea.
Infatti, San Benedetto è per i cattolici il Patrono, anzi, uno dei compatroni d’Europa.
Ecco perché, per diverse ragioni, la visita di Benedetto XVI al Parlamento Europeo
è fortemente auspicabile. D. – Lei ha potuto presentare questo
invito, ed esistono già previsioni di date per questa visita? R.
– Also, darüber zu reden bin ich nicht befugt; das ist die Entscheidung …Bè,
io non sono autorizzato a parlarne: questa è una decisione che spetta al Santo Padre
ed alle persone che lo consigliano. Credo però che ci sia la possibilità che Papa
Benedetto XVI venga in visita al Parlamento Europeo, anche se oggi non ha fatto una
promessa formale. Ho consegnato al cardinale segretario di Stato l’invito ufficiale
e lo ho pregato di sostenere questo nostro desiderio. D.
– Nel Trattato costituzionale europeo non ci sono riferimenti a Dio e alle radici
cristiane del continente. Qual è la sua posizione? R.
– Ja, hier muß ich natürlich unterscheiden zwischen meiner Aufgabe als Präsident …Bè,
in questo caso devo ovviamente scindere il mio incarico di presidente del Parlamento
Europeo dalle mie convinzioni personali. Il Parlamento Europeo non ritiene che il
riferimento a Dio o al comune patrimonio ebraico-cristiano debbano essere inseriti
nella Costituzione o nella Dichiarazione di Berlino. Quando sono stato presidente
del Partito Popolare Europeo, mi sono impegnato fortemente perché questo fosse preso
in considerazione nella Costituzione. Come presidente del Parlamento Europeo, però,
ufficialmente non lo posso sostenere. Ma ovviamente conservo immutata la mia opinione
personale.