2007-03-21 20:07:58

ZIMBABWE Mons. Ncube e SACC criticano “passività” di Pretoria verso Mugabe




PRETORIA, 22 mar ’07 - L’arcivescovo di Bulawayo Pius Ncube ha accusato il governo sudafricano di tenere un atteggiamento troppo passivo di fronte alle gravi violazione dei diritti umani perpetrate dal regime del Presidente Robert Mugabe in Zimbabwe. La tensione nel Paese continua ad essere alta dopo il recente arresto del leader dell’opposizione, Morgan Tsvangirai, e di un gruppo di suoi sostenitori, poi rilasciati. Parlando dai microfoni di una radio sudafricana, mons. Ncube ha affermato che le autorità di Pretoria potrebbero esercitare più pressioni per costringere Mugabe a cambiare atteggiamento, ma che “sinora non hanno fatto altro che guardare, mentre la situazione continua a peggiorare”. Secondo l’arcivescovo, noto per le sue posizioni critiche verso il governo di Harare, il Sudafrica potrebbe “indurlo a più miti consigli” applicando sanzioni mirate senza colpire la popolazione già allo stremo, come per esempio tagliargli l’energia elettrica.
Le critiche di mons. Ncube si aggiungono a quelle espresse dal Consiglio sudafricano delle Chiese (Sacc), di cui è membro la Chiesa cattolica, che nei giorni scorsi aveva chiesto “l’immediata cessazione delle vessazioni contro il popolo zimbabwiano” e un intervento più fermo del governo di Thabo Mbeki, secondo il quale invece esso non servirebbe a cambiare la situazione. Questo mentre in Sudafrica continuano a riversarsi migliaia di profughi. Preoccupazione per l’ulteriore giro di vite di Mugabe contro l’opposizione è stata espressa dalla Commissione giustizia e pace dello Zimbabwe. Più articolata la posizione delle altre Chiese cristiane nel Paese, i cui leader hanno lanciato in questi giorni un appello congiunto alla responsabilità e alla moderazione.
(AllAfrica; Apic; Cns – ZENGARINI)








All the contents on this site are copyrighted ©.