ZIMBABWE Mons. Ncube e SACC criticano “passività” di Pretoria verso Mugabe
PRETORIA, 22 mar ’07 - L’arcivescovo di Bulawayo Pius Ncube ha accusato il
governo sudafricano di tenere un atteggiamento troppo passivo di fronte alle gravi
violazione dei diritti umani perpetrate dal regime del Presidente Robert Mugabe in
Zimbabwe. La tensione nel Paese continua ad essere alta dopo il recente arresto del
leader dell’opposizione, Morgan Tsvangirai, e di un gruppo di suoi sostenitori, poi
rilasciati. Parlando dai microfoni di una radio sudafricana, mons. Ncube ha affermato
che le autorità di Pretoria potrebbero esercitare più pressioni per costringere Mugabe
a cambiare atteggiamento, ma che “sinora non hanno fatto altro che guardare, mentre
la situazione continua a peggiorare”. Secondo l’arcivescovo, noto per le sue posizioni
critiche verso il governo di Harare, il Sudafrica potrebbe “indurlo a più miti consigli”
applicando sanzioni mirate senza colpire la popolazione già allo stremo, come per
esempio tagliargli l’energia elettrica. Le critiche di mons. Ncube si aggiungono
a quelle espresse dal Consiglio sudafricano delle Chiese (Sacc), di cui è membro la
Chiesa cattolica, che nei giorni scorsi aveva chiesto “l’immediata cessazione delle
vessazioni contro il popolo zimbabwiano” e un intervento più fermo del governo di
Thabo Mbeki, secondo il quale invece esso non servirebbe a cambiare la situazione.
Questo mentre in Sudafrica continuano a riversarsi migliaia di profughi. Preoccupazione
per l’ulteriore giro di vite di Mugabe contro l’opposizione è stata espressa dalla
Commissione giustizia e pace dello Zimbabwe. Più articolata la posizione delle altre
Chiese cristiane nel Paese, i cui leader hanno lanciato in questi giorni un appello
congiunto alla responsabilità e alla moderazione. (AllAfrica; Apic; Cns – ZENGARINI)