2007-03-21 12:28:13

La Pontificia Accademia per la Vita risponde alle interpretazioni "fuorvianti" della Dichiarazione finale della sua XIII Assemblea generale


In seguito ad alcune interpretazioni - palesemente parziali e fuorvianti - dei contenuti della Dichiarazione finale della XIII Assemblea Generale, apparse in questi giorni su alcuni organi d'informazione italiani, La Pontificia Accademia per la Vita (PAV) desidera puntualizzare quanto segue:

1. la Dichiarazione finale è un breve documento di sintesi che, ogni anno, viene pubblicato a conclusione dei lavori dell'Assemblea Generale della PAV, in forma di messaggio, allo scopo di presentare al pubblico i principali risultati delle sessioni di studio.
Come è noto, quest'anno, il Congresso internazionale organizzato in occasione dell'Assemblea ha riflettuto sul tema "La coscienza cristiana a sostegno del diritto alla vita" ed ha registrato un'ampia presenza di studiosi e partecipanti da tutto il mondo (oltre trenta Paesi dai cinque continenti). Appare, pertanto, del tutto scontato ed inequivocabile il carattere d'indirizzo universale di quanto riportato dalla suddetta Dichiarazione Finale, come peraltro risulta chiaramente dal testo, che recita: "La Pontificia Accademia per la Vita desidera offrire alla riflessione della comunità ecclesiale, alla comunità civile ed ad ogni persona di buona volontà le seguenti considerazioni" (Dich. Fin. , 1), e come si addice di consuetudine ad un organismo legato alla Santa Sede. Di conseguenza, ogni interpretazione che tenda a considerare quanto proposto nel documento come se fosse rivolto ad una nazione in particolare risulta del tutto errata e, talvolta, mostra il sapore di una forzatura un po’ "provinciale".

2. La PAV è un organismo legato alla Santa Sede, che ha finalità specifiche di studio e di ricerca sui temi della vita. Il valore dei suoi testi e dei risultati dei suoi studi si basa sostanzialmente sulla correttezza scientifica dei dati presentati e sull'argomentazione bioetica che in essi viene proposta.
Inoltre, la PAV ha il compito di diffondere, mettendoli a disposizione della comunità ecclesiale e civile, i risultati del suo lavoro. Concretamente, questo significa mettere in evidenza, accanto ai dati della scienza, anche i problemi bioetici connessi con le tematiche fatte oggetto di studio.
Tale prospettiva si è verificata anche nella Dichiarazione di quest'anno, in particolare a proposito del delicato problema del ricorso all'obiezione di coscienza nell'ambito della tutela della vita umana (Dich. Fin., n. 6). In essa, è contenuta un'esortazione generale a sollevare un problema di coscienza di fronte alla possibile cooperazione con quegli atti, privati o pubblici, che costituissero un attentato all'integrità ed alla dignità della vita umana individuale e, laddove non vi fossero alternative, a considerare il ricorso all'obiezione di coscienza.
Interpretare una tale esortazione, rivolta a tutti coloro che, nel mondo, hanno parte attiva nelle decisioni ed azioni che riguardano la vita umana e la sua tutela, come un "attentato" alla sovranità dello stato o addirittura come un'istigazione a commettere reato, francamente risulta iperbolico, strumentale e, soprattutto, poco incline alla garanzia effettiva di quella libertà di pensiero e di espressione che costituisce il requisito necessario di ogni società autenticamente democratica.

3. Alla PAV, così come agli altri organismi della Santa Sede, non appartengono in alcun modo finalità di intervento politico o di interferenza con i processi democratici dello Stato, in nessun Paese del mondo.
Spetta ai laici cattolici ed ad ogni persona di buona volontà, secondo le proprie responsabilità sociali, il compito di trovare le vie concrete e possibili per tradurre in pratica le esigenze che scaturiscono dal riconoscimento della dignità di ogni essere umano e del valore inviolabile della sua vita.
Ma la PAV ritiene di avere anch'essa il diritto (che peraltro essa considera come un dovere) di contribuire a richiamare ed incoraggiare ciascuno ad esercitare la propria responsabilità in ordine alla tutela della vita umana individuale, ben consapevole del fatto che, talvolta, l'esercizio concreto di tale responsabilità ha dei costi personali anche pesanti.

4. Alla luce di queste precisazioni, la PAV ribadisce il suo impegno per continuare a contribuire, mediante i suoi studi e le sue ricerche, ad una più approfondita comprensione del mistero della vita umana, in uno stile di dialogo costruttivo e fecondo con ogni persona o istituzione che abbia a cuore la dignità dell'uomo e riconosca nella vita umana un bene fondamentale.
La ricerca comune della verità, perseguita con onestà intellettuale e rettitudine morale, nel rispetto delle diverse visioni, sarà la strada migliore per raggiungere mete comuni al servizio del bene autentico di ogni essere umano.
Città del Vaticano, 21 marzo 2007








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