2007-03-21 11:46:07

Il cardinale Bertone: obiettivo centrale del Pontificato di Benedetto XVI è quello di recuperare l’identità cristiana nella sua autenticità


“L’obiettivo centrale del Magistero e del Ministero di Papa Benedetto è quello di recuperare l’identità cristiana nella sua autenticità e di spiegare e confermare l’intelligibilità della Fede in un contesto di secolarismo diffuso”. E’ quanto ha detto ieri sera a Milano il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone intervenendo ad un incontro promosso dall’Associazione Etica e Finanza. Il porporato ha tracciato le linee fondanti del Pontificato di Benedetto XVI che tra meno di un mese, il 19 aprile, compirà due anni. Ce ne parla Sergio Centofanti.

***********Per Benedetto XVI – ha sottolineato il porporato - “il relativismo è diventato il problema fondamentale della fede dei nostri giorni”: si tratta di un atteggiamento che “non si esprime solo come una forma di rassegnazione di fronte alla verità irraggiungibile, ma si definisce anche ricorrendo alle idee di tolleranza, conoscenza dialogica e libertà, che parrebbero coartate dalla concezione di una verità universalmente valida. Il relativismo – ha aggiunto - si presenta inoltre come la base filosofica della democrazia, la quale si fonderebbe appunto sul fatto che nessuno può pretendere di conoscere la strada giusta”. E in questo contesto Benedetto XVI si fa “annunciatore appassionato” della verità che è una persona, è Cristo, “l’unico e universale Salvatore” e che per questo va proclamato a tutti i popoli. “Gesù non può essere relativizzato come uno dei tanti geni religiosi”.
Ed è in questo contesto – aggiunge - che “nel rapporto con gli Stati e con le società civili, pur nella distinzione fra la sfera della politica e quella della religione, si ribadisce il dissenso deciso con le politiche pubbliche che toccano il nocciolo moralmente irrinunciabile della difesa della vita. Il primato della vita sta diventando un motivo frequente negli interventi papali, dal no assoluto alla guerra e alla violenza, alle manipolazioni genetiche e alla condanna dell'eutanasia, ma emerge soprattutto la proposta della visione cristiana della famiglia”.
 Il Papa tuttavia – ha spiegato il cardinale Bertone - “non vuole cadere nell’errore di costruire un cattolicesimo politico” perché “la fede non indica ricette politiche, ma vuole semplicemente contribuire alla purificazione della ragione e recare il proprio aiuto per far sì che ciò che è giusto possa, qui ed ora, essere riconosciuto e poi anche realizzato”. Il cardinale ricorda che “secondo l’ecclesiologia emersa dal Concilio Vaticano II, la Chiesa non è semplicemente una grande struttura, uno dei tanti enti sovranazionali che esistono. La Chiesa, pur essendo corpo, è corpo di Cristo e quindi un corpo spirituale, come dice San Paolo. Non è un corpo amministrativo o di potere, non è una agenzia sociale, benché faccia un lavoro sociale e sovranazionale, ma è un corpo spirituale. Esistono tuttavia fondamenti della fede che creano uno spazio libero per la ragione politica”.
 Il cardinale descrive l’attuale momento storico: “Benedetto XVI si trova di fronte la situazione del pianeta diviso e attanagliato da numerosi problemi: il fondamentalismo islamico, l'indifferenza dei Paesi benestanti, la confusione delle sette, il disorientamento causato dalla povertà del terzo e quarto mondo, mentre si constata un nuovo vitalismo economico a Oriente… Poi c'è la questione dell’ecumenismo. Con il mondo dell'ortodossia, a Mosca più che altrove, occorre superare antiche diffidenze”. Il Papa – afferma il cardinale Bertone - in questa situazione promuove il dialogo “con gli esponenti del pensiero umano – della scienza, della filosofia e della teologia – per scoprire che tutte sono espressione della ragione autentica, aperta alla trascendenza e che tutte hanno il compito di comprendere che la realtà è una e che l’uomo è uno”.
 Il segretario di Stato parla della “rappresentazione malevola che una parte della cultura contemporanea attribuisce alla Chiesa di Roma”. Una rappresentazione “smentita” da tutto il Pontificato di Benedetto XVI che, come si legge nell’Enciclica Deus caritas est, esprime “l'idea di una religione lieta, sentita per l'aldiquà e per l'aldilà, vissuta con i sensi e con la ragione, con il corpo e con lo spirito”.
 Il porporato ricorda infine che “ci sono due parole che ricorrono negli interventi di Papa Benedetto … gioia e amicizia”. Il Papa ci fa sentire che abbiamo Dio vicino, Dio come amico, e vuol far comprendere a tutti “come sia bello e gratificante essere cristiani, fare esperienza dell’incontro con un avvenimento, con una Persona che dà alla vita un nuovo orizzonte”.***********








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