2007-03-21 15:18:36

Frane e violenze sconvolgono il Pakistan


Nel nord del Pakistan, ameno 173 persone sono morte in seguito ad una drammatica serie di frane nella regione del Kashmir indiano e a scontri tra miliziani locali filogovernativi e militanti islamici uzbeki, avvenuti in una zona tribale al confine con l’Afghanistan. Il nostro servizio:


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In Pakistan, almeno 106 persone sono morte nella zona tribale del Waziristan del Sud, regione nord occidentale al confine con l’Afghanistan, per sanguinosi scontri scoppiati, negli ultimi due giorni, tra miliziani islamici uzbeki - probabilmente legati ad Al Qaeda - e militanti locali filogovernativi. Nella battaglia è intervenuto ripetutamente anche l’esercito pachistano che ha bombardato postazioni dei ribelli uzbeki. I combattimenti sono iniziati dopo che un leader talebano locale ha ordinato di disarmare i guerriglieri fedeli ad un capo uzbeko per poter successivamente espellere i militanti stranieri dal Waziristan del Sud, dove l’autorità del governo di Islamabad è solo formale. Il nord del Pakistan è teatro poi di un altro dramma provocato, in questo caso, non da attacchi e violenze ma da ripetuti smottamenti del terreno. Secondo l’ultimo bilancio, fornito dalle autorità locali, sono almeno 67 le persone morte nella zona del Kashmir pakistano a causa di frane provocate dalle piogge torrenziali che hanno colpito in questi giorni la regione. Tra le vittime ci sono diversi sfollati, sopravvissuti al disastroso terremoto dell’ottobre del 2005, costato la vita ad oltre 73 mila civili nel solo Pakistan settentrionale.
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Oltre dal dramma delle frane provocate dalle intense piogge, il Pakistan è stato dunque scosso anche da nuovi, duri combattimenti, avvenuti in una zona tribale al confine con l’Afghanistan, tra miliziani filogovernativi e guerriglieri islamici probabilmente legati ad al Qaeda. Ma questi scontri sono legati alla crisi afghana? Stefano Leszczynski lo ha chiesto a Loretta Napoleoni, giornalista, esperta di al Qaeda:

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R. - Sicuramente, questi scontri sono legati all’atteggiamento duro che gli Stati Uniti hanno preso nelle ultime due settimane nei confronti del presidente pakistano, Musharraf. La verità è che quella zona - un’area tribale al confine tra Afghanistan el Pakistan, dove tra l’altro si troverebbero sia Osama Bin Laden sia al Zawhari - non è controllata dalle forze dell’ordine pakistane. Questi scontri, quindi, mettono in evidenza la volontà, da parte del Pakistan, di riprendere il controllo di questa zona, ma credo sarà molto difficile.

D. - Quindi, gli scontri si possono leggere come un’offensiva pakistana legata a quella che è l’offensiva della coalizione in Afghanistan…

R. - Il Pakistan si trova in una situazione di grosso imbarazzo nei confronti degli Stati Uniti proprio per la campagna di primavera che è stata lanciata dai talebani e preannunciata da al Zawhari, il numero due di Al Qaeda, prima della fine del 2006. Questo dimostra la forza di questa nuova alleanza: quella, appunto, tra talebani - i vecchi talebani - e la nuova al Qaeda guidata da al Zawhari, dove Osama Bin Laden è soltanto una figura iconica.

D. - In questo caso, si parla di militanti uzbeki. Questo spiega qualcosa di più, ci da qualche indicazione di più per capire com’è strutturata Al Queda?

R. - Dopo la caduta del regime dei talebani e la cacciata della leadership di al Qaeda all’interno della zona separata dal Pakistan, c’è stato uno spostamento di simpatizzanti e truppe islamiste in quella zona, proprio per ricostituire quello che è l’esercito talebano e per aiutare i talebani a riprendere il potere. Quindi, la presenza degli uzbeki - ma molto probabilmente anche di gruppi di diverse etnie nella zona del centro dell’Asia - non è una sorpresa.
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