2007-03-19 15:07:40

Dopo dieci anni il "mea culpa" del quotidiano britannico Independent: un errore la depenalizzazione della cannabis


“La depenalizzazione della cannabis è stata un errore”: ha fatto scalpore l’articolo pubblicato ieri dal quotidiano britannico Independent, in cui si chiede scusa per aver lanciato, dieci anni fa, una campagna a favore del declassamento della marijuana fra le droghe leggere. Una scelta che ha portato a conseguenze disastrose, soprattutto fra i giovani. Il servizio di Isabella Piro: RealAudioMP3
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Gran Bretagna, 1997: il quotidiano Independent lancia una campagna senza precedenti per chiedere la depenalizzazione della cannabis. L’anno dopo, 16 mila persone sfilano ad Hyde Park a sostegno della proposta. Nel 2004, il governo Blair cede: la cannabis passa dalla categoria B a quella C, ossia tra le droghe leggere, il cui consumo personale non è più un reato punibile con l’arresto, ma per lo più con multe in denaro. Una decisione che, a distanza di anni, si è rivelata un grosso errore, poiché ha innalzato da 1.600 a 22mila il numero di persone che ogni anno, nel Regno Unito, finisce in cura per abuso di hashish e marijuana. La metà dei malati è minorenne. Per questo, l’Independent oggi chiede scusa e mette in guardia dai nuovi pericoli: la droga che si fuma oggi, il così detto ‘skunk’, è tratta da un tipo di cannabis 25 volte più potente di quella di 10 anni fa e crea conseguenze gravissime sull’organismo umano, soprattutto a livello psichico. Secondo gli specialisti britannici, infatti, almeno un decimo dei 250 mila schizofrenici del Regno Unito avrebbe evitato di ammalarsi se non avessero fatto uso di cannabis. Senza contare che la droga leggera può essere un primo passo verso l’uso di droghe pesanti, come la cocaina e l’eroina. Un’analisi che trova d’accordo la Comunità Incontro di don Pierino Gelmini: ascoltiamo Claudio Previtali, coordinatore generale dei centri maschili:
 
R. – Dalle cosiddette droghe leggere, si passa poi alle droghe pesanti. In 26 anni che sono qui in comunità ho potuto constatare, oltre che su me stesso, su centinaia di migliaia di giovani che sono passati di qui, che tutti hanno iniziato con le droghe leggere.

 
D. - Da dove partire, dunque, per fare prevenzione?

 
R. – Innanzitutto quello che noi diciamo da tantissimi anni e cioè che non esistono droghe leggere o droghe pesanti. E’ illecito drogarsi, drogarsi fa male. Tutta la prevenzione deve essere incentrata sul rispetto dell’uomo, sull’importanza della vita, la cosa più grande.

 
Il 20% dei cittadini dell’Unione Europea oggi fa uso di stupefacenti, afferma Edoardo Polidori, responsabile del Servizio per le Tossicodipendenze di Faenza. Una percentuale pari a 60 milioni di persone, soprattutto giovani. Per arginare il problema, aggiunge, non occorrono solo regole, limiti e divieti, ma anche una vera e propria educazione:
 
R. – Si potrebbe dire sicuramente, ragionando su quella che è la cultura delle droghe, conoscerle dal punto di vista storico, dal punto di vista degli effetti, dei rischi. Abbiamo semplicemente detto: “Non si deve fare” ma il “non si deve fare” non ha sviluppato conoscenza, sapere e competenze, ha messo soltanto un divieto che per gli adolescenti di oggi è diventato un divieto molto attraente.

 
Stato confusionale, alterazione delle coordinate spazio-temporali, problemi di memoria e attacchi di panico: sono solo alcune delle reazioni provocate dall’uso di cannabis. A cui bisogna aggiungere anche il danno polmonare: fumare tre spinelli, infatti, equivale a fumare 20 sigarette.
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