La gioia e l’amore cristiano scaturiscono dall’Eucaristia: così, il Papa all’Angelus
dedicato alla Sacramentum Caritatis
All’Angelus in Piazza San Pietro, Benedetto XVI ha ricordato la visita nella mattinata
al carcere minorile di Casal del Marmo, quindi si è soffermato sull’Eucaristia, “sorgente
della gioia cristiana”. Il Papa ha messo l’accento sul legame tra la sua prima Enciclica,
Deus caritas est e l’Esortazione postsinodale Sacramentum Caritatis,
presentata martedì scorso. Poi, guardando alla solennità liturgica di domani, il Pontefice
ha invocato San Giuseppe, affinché il Popolo di Dio diffonda gioia e pace in tutta
l’umanità. Il servizio di Alessandro Gisotti:
*********** Nell’Eucaristia,
che Cristo ci ha lasciato come Cibo spirituale, troviamo “la sorgente della gioia
cristiana”: è la riflessione offerta dal Papa ai fedeli radunati in Piazza San Pietro
per l’Angelus domenicale. Ha poi rammentato che la liturgia di questa quarta domenica
di Quaresima “invita a rallegrarci perché si avvicina la Pasqua, il giorno della vittoria
di Cristo sul peccato e sulla morte”. Dall’Eucaristia, ha poi ribadito, “scaturisce
la gioia cristiana, la gioia dell’amore”:
"L’Eucaristia alimenta nei
credenti di ogni epoca quella letizia profonda, che fa tutt’uno con l’amore e con
la pace, e che ha origine dalla comunione con Dio e con i fratelli".
Il
Pontefice si è soffermato sull’Esortazione apostolica postsinodale Sacramentum
caritatis, pubblicata martedì scorso, che ha come tema proprio l’Eucaristia “fonte
e culmine della vita e della missione della Chiesa”. Questo documento, ha detto il
Papa, è “espressione della fede della Chiesa universale nel Mistero eucaristico e
si pone in continuità con il Concilio Vaticano II e il magistero” di Giovanni Paolo
II e Paolo VI. Il Papa ha, quindi, sottolineato il legame tra l’esortazione postsinodale
e la sua prima enciclica sull’amore cristiano:
"Ecco perché ho scelto
come titolo Sacramentum caritatis, riprendendo una bella definizione dell’Eucaristia
di San Tommaso d’Aquino “Sacramento della carità”. Sì, nell’Eucaristia Cristo ha voluto
donarci il suo amore, che lo ha spinto ad offrire sulla croce la vita per noi. Nell’ultima
Cena, lavando i piedi ai discepoli, Gesù ci ha lasciato il comandamento dell’amore:
'Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri'". Ma,
ha avvertito il Pontefice, “poiché questo è possibile solo rimanendo uniti a Lui,
come tralci alla vite, ha scelto di rimanere Egli stesso tra noi nell’Eucaristia perché
noi potessimo rimanere in Lui”. Per questo motivo, è stata la sua riflessione,
quando “ci nutriamo con fede del suo Corpo e del suo Sangue, il suo amore passa in
noi e ci rende capaci a nostra volta di dare la vita per i fratelli”. “Donna eucaristica”
per eccellenza, ha proseguito, è Maria “capolavoro della grazia divina”. Accanto a
Lei, a custodia del Redentore, ha detto il Papa, “Iddio ha posto san Giuseppe, di
cui domani celebreremo la solennità liturgica”:
"Invoco particolarmente
questo grande Santo, mio patrono, perché credendo, celebrando e vivendo con fede il
Mistero eucaristico, il Popolo di Dio sia pervaso dall’amore di Cristo e ne diffonda
i frutti di gioia e di pace in tutta l’umanità".
Dopo la recita dell’Angelus,
il Papa ha rivolto un saluto particolare al Comitato di Collegamento di Cattolici
per una Civiltà dell’Amore che, in occasione della festa di San Giuseppe, rilancia
la campagna “Adotta un papà”, in collaborazione con gli Istituti missionari, a beneficio
delle famiglie povere nei Paesi in via di sviluppo. Infine, ha rivolto un pensiero
alla folta rappresentanza dell’UNITALSI, raccolta in Piazza San Pietro, in occasione
della sua sesta giornata nazionale. ***********