L’amore cristiano permette di superare l’handicap e di vivere positivamente la
diversità: la riflessione del Papa nell’incontro con i pellegrini del MAC e dell’OFTAL,
nella Basilica Vaticana
Ogni condizione di fragilità può essere superata con la fede e l’amicizia cristiana:
è quanto sottolineato dal Papa nell’incontro in Basilica Vaticana con i pellegrini
del MAC, il Movimento Apostolico Ciechi e l’OFTAL, l’Opera Federativa Trasporto Ammalati
a Lourdes. Il Pontefice ha ribadito l’importanza della condivisione dell’esperienza
di fede con quanti si trovano in difficoltà. Il servizio di Alessandro Gisotti:
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Non
lasciatevi spaventare dai limiti e dalla povertà delle risorse, giacché Dio “ama compiere
le sue opere con mezzi poveri”: sono le parole di incoraggiamento che il Papa ha rivolto
ai pellegrini del MAC e dell’OFTAL. Due realtà, ha sottolineato, che “danno testimonianza
di Cristo risorto”, “manifestando che la fede e l’amicizia cristiana permettono di
attraversare insieme ogni condizione di fragilità”. Il Papa ha affermato poi che le
due associazioni, pur differenziandosi per molti aspetti, hanno però in comune quello
fondamentale:
"Sia il MAC che l’OFTAL si presentano come esperienze di
condivisione fraterna, basata sul Vangelo e capace di mettere in grado le persone
in difficoltà, in questo caso malate e non vedenti, di essere pienamente partecipi
della vita della Comunità ecclesiale e costruttrici della civiltà dell’amore".
Nel
Movimento Apostolico Ciechi nato nel 1928 dall’intuizione di Maria Motta, insegnante
non vedente, ha proseguito, ciechi e vedenti imparano “lo stile della reciprocità
e della condivisione” e così si mettono al servizio della missione apostolica della
Chiesa:
"E’ una testimonianza di come l’amore cristiano permetta di superare
l’handicap e di vivere positivamente la diversità, quale occasione di apertura all’altro,
di attenzione ai suoi problemi, ma prima di tutto ai suoi doni, e di vicendevole servizio".
L’Opera
Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes promossa da don Alessandro Rastelli, nel 1913,
e riconosciuta ufficialmente nel 1932 dall’arcivescovo di Vercelli, offre l’esperienza
del pellegrinaggio con i malati. E’ questo, ha ribadito, un “segno forte di fede e
di solidarietà tra le persone che escono da se stesse e dal chiuso dei propri problemi
per partire verso una meta comune, un luogo dello spirito”: "Aiutate
così il Popolo di Dio a tener desta la consapevolezza della sua natura pellegrinante
alla sequela di Cristo, come emerge in maniera rilevante nella Sacra Scrittura". Prima
dell’incontro con Benedetto XVI, i pellegrini hanno partecipato alla Messa nella Basilica
Vaticana, presieduta dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Nell’omelia,
l’arciprete della Basilica, l’arcivescovo Angelo Comastri ha messo l’accento sull’attenzione
della Chiesa per i malati: "Gesù con chiarezza ha detto: 'Io ero ammalato'. In
voi si nasconde Gesù e la Chiesa lo sa, e lo sanno tutti i volontari che vi seguono
e vi assistono con delicatezza e con ammirevole generosità!"