2007-03-16 20:01:49

Il Segretario generale del Wcc su 4° anniversario dell’invasione dell’ Iraq




GINEVRA, 17 mar ’07 - In una dichiarazione pubblicata in occasione del quarto anniversario dell’invasione dell’Iraq, il 19 marzo, il Segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese (Coe/Wcc) Samuel Kobia ha deplorato “il moltiplicarsi di carneficine e distruzioni frutto dell’ostinazione dei partigiani di questa tragica guerra a volere raggiungere i loro obiettivi militari”. “Sentiamo le grida della popolazione irachena, delle donne, dei bambini e dei civili innocenti preda della sofferenza, dell’angoscia e della disperazione”, dichiara il pastore, citando le drammatiche statistiche sulla guerra che parlano di almeno 600mila vittime irachene e 1,6 milioni di sfollati. “Questa situazione – afferma – impone alle Chiese di continuare non solo ad aiutare e sostenere le vittime di questa guerra disastrosa, ma anche a perorare instancabilmente la causa della pace presso i governi e le istanze intergovernative”. “La politica del massimo rischio e dell’ebbrezza del potere – è la sua denuncia - hanno trionfato sulla ragione e il buon senso”, mentre gli appelli alla moderazione delle Chiese, della società civile e della comunità internazionale “hanno incontrato solo disprezzo”. Dopo avere ricordato le buone ragioni espresse dalle Chiese contro la guerra, da esse “giudicata immorale, inopportuna e contraria ai principi della Carta dell’Onu”, il Reverendo Kobia evidenzia come “a quattro anni di distanza i loro timori si sono purtroppo avverati”: “Oggi l’Iraq è preda di scontri e disordini, e tutto indica che il Paese va verso la disintegrazione”. “Solo un sistema di governo federale che risponda alle aspirazioni delle tre comunità irachene – conclude la dichiarazione - potrà evitare un caos, una confusione e spargimenti di sangue peggiori di quelli a cui assistiamo oggi”.
(Dichiarazione – ZENGARINI)








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