2007-03-13 14:33:28

Il cardinale Scola si sofferma sui valori non negoziabili, nella conferenza stampa di presentazione della Sacramentum Caritatis


L’esortazione "Sacramentum Caritatis" è stata presentata stamani nella Sala Stampa della Santa Sede dal cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, relatore generale all’XI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, e da mons. Nikola Eterović, segretario Generale del Sinodo dei Vescovi. La conferenza è stata seguita per noi da Alessandro Gisotti: RealAudioMP3

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“L’insistenza del Santo Padre, in questi due anni di pontificato, sulla verità dell’amore ci dice con chiarezza che siamo di fronte ad uno dei temi cruciali su cui si gioca il futuro della Chiesa e dell’umanità”. E’ quanto affermato dal cardinale Angelo Scola, che ha messo in luce il forte legame tra la Sacramentum Caritatis e l’Enciclica Deus caritas est. La lettura e lo studio dell’Esortazione, ha proseguito, “poggia sull’inscindibile nesso di tre aspetti: Mistero eucaristico, azione liturgica e nuovo culto spirituale”. Ha quindi ribadito che la dottrina di Benedetto XVI “rappresenta un paradigma di recezione dei testi conciliari”. Nell’Esortazione, ha poi rilevato, si afferma con forza il nesso tra l’Eucaristia e i sacramenti dell’Ordine e del Matrimonio. Si è così soffermato sulla rilevanza antropologica dell’Eucaristia, “un dono per l’uomo che risponde alle sua attese”, corredata da una riflessione:

“La forma eucaristica dell’esistenza, dice il Santo Padre, può davvero favorire un autentico cambiamento di mentalità nel modo con cui leggiamo la storia ed il mondo”.

“Ogni fedele – ha aggiunto - è pertanto chiamato ad una profonda trasformazione della propria esistenza”. Proprio “nell'autenticità della fede e del culto eucaristico si trova il segreto di una ripresa della vita cristiana capace di rigenerare il Popolo di Dio”. E’ nel mistero della divina Eucaristia, ha avvertito il porporato, che “si spalanca l’accesso alla realtà di Dio che è amore”. Il patriarca di Venezia ha così risposto alle domande dei giornalisti, molte riguardanti quei “valori non negoziabili” indicati più volte da Benedetto XVI. Il cardinale Scola ha sottolineato che la Chiesa non ha “alcuna fobia verso gli omosessuali”, perché per Essa esistono le persone, non le categorie. Quindi, ha ribadito che pur non intervenendo nel dibattito politico, i vescovi hanno il dovere di difendere la famiglia fondata sul matrimonio:

“Sulla questione specifica dei DICO io non qualificherei di impegno politico questi pronunciamenti. Non mi pare che possiedano questo carattere. Sono invece pronunciamenti che fanno parte del normale insegnamento magisteriale, che loro tocca e loro compete e, come tali, sono proposti all’attenzione di tutti, in modo particolare all’attenzione dei cristiani e, in modo del tutto speciale, a quella dei cristiani impegnati in politica”.

Le unioni civili, ha spiegato, non sarebbero comunque accettabili anche qualora non fossero tra omosessuali. Quindi, si è soffermato sui richiami dei pastori ai fedeli, specie se impegnati in politica:

“Un vescovo non risponde fino in fondo alla sua missione se non richiama tutti quanti, in particolare i politici, al fatto che hanno il dovere di conformare la loro coscienza certa, rendendola retta attraverso un paragone con la verità. I vescovi devono richiamare in concreto questi contenuti, questi principi cosiddetti non negoziabili. E’ chiaro che l’indicazione del Santo Padre è netta nei confronti dei politici, netta nei confronti dei vescovi, e però non può sostituirsi alla prudenza pastorale dei vescovi”.

Tra gli altri temi affrontati in conferenza stampa, il cardinale Scola ha indicato quanto la liturgia stia a cuore a Benedetto XVI. Il Papa, ha detto, mette l’accento sul valore della riforma liturgica del Concilio Vaticano II. Una sottolineatura che non contrasta affatto con un rinnovato ricorso, nelle celebrazioni, al latino e al canto gregoriano. Ancora, ha ribadito che il celibato dei sacerdoti non è un obbligo per ragioni funzionali, ma si tratta invece di una scelta sponsale: “è immedesimazione con il cuore di Cristo”.
 Dal canto suo, mons. Nikola Eterović ha messo l’accento sul numero degli interventi dei padri sinodali, 232, senza contare gli interventi liberi. Proprio quest’ultima, ha detto, è stata una delle modifiche volute da Benedetto XVI al Sinodo, “per favorire una discussione più vivace”. La Sacramentum Caritatis, ha concluso, “ripropone in modo aggiornato alcune verità essenziali della dottrina eucaristica, esortando ad una dignitosa celebrazione del sacro rito, ricordando l’urgente necessità di svolgere una vita eucaristica nella vita di ogni giorno”.***********








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