Il cardinale Scola si sofferma sui valori non negoziabili, nella conferenza stampa
di presentazione della Sacramentum Caritatis
L’esortazione "Sacramentum Caritatis" è stata presentata stamani nella Sala
Stampa della Santa Sede dal cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, relatore
generale all’XI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, e da mons. Nikola
Eterović, segretario Generale del Sinodo dei Vescovi. La conferenza è stata seguita
per noi da Alessandro Gisotti:
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“L’insistenza
del Santo Padre, in questi due anni di pontificato, sulla verità dell’amore
cidice con chiarezza che siamo di fronte ad uno dei temi cruciali su cui si
gioca il futuro della Chiesa e dell’umanità”. E’ quanto affermato dal cardinale Angelo
Scola, che ha messo in luce il forte legame tra la Sacramentum Caritatis e
l’Enciclica Deus caritas est. La lettura e lo studio dell’Esortazione, ha proseguito,
“poggia sull’inscindibile nesso di tre aspetti: Mistero eucaristico, azione
liturgica e nuovoculto spirituale”. Ha quindi ribadito che la dottrina
di Benedetto XVI “rappresenta un paradigma di recezione dei testi conciliari”. Nell’Esortazione,
ha poi rilevato, si afferma con forza il nesso tra l’Eucaristia e i sacramenti dell’Ordine
e del Matrimonio. Si è così soffermato sulla rilevanza antropologica dell’Eucaristia,
“un dono per l’uomo che risponde alle sua attese”, corredata da una riflessione:
“La
forma eucaristica dell’esistenza, dice il Santo Padre, può davvero favorire un autentico
cambiamento di mentalità nel modo con cui leggiamo la storia ed il mondo”.
“Ogni
fedele – ha aggiunto - è pertanto chiamato ad una profonda trasformazione della propria
esistenza”. Proprio “nell'autenticità della fede e del culto eucaristico si trova
il segreto di una ripresa della vita cristiana capace di rigenerare il Popolo di Dio”.
E’ nel mistero della divina Eucaristia, ha avvertito il porporato, che “si spalanca
l’accesso alla realtà di Dio che è amore”. Il patriarca di Venezia ha così risposto
alle domande dei giornalisti, molte riguardanti quei “valori non negoziabili” indicati
più volte da Benedetto XVI. Il cardinale Scola ha sottolineato che la Chiesa non ha
“alcuna fobia verso gli omosessuali”, perché per Essa esistono le persone, non le
categorie. Quindi, ha ribadito che pur non intervenendo nel dibattito politico, i
vescovi hanno il dovere di difendere la famiglia fondata sul matrimonio:
“Sulla
questione specifica dei DICO io non qualificherei di impegno politico questi pronunciamenti.
Non mi pare che possiedano questo carattere. Sono invece pronunciamenti che fanno
parte del normale insegnamento magisteriale, che loro tocca e loro compete e, come
tali, sono proposti all’attenzione di tutti, in modo particolare all’attenzione dei
cristiani e, in modo del tutto speciale, a quella dei cristiani impegnati in politica”.
Le
unioni civili, ha spiegato, non sarebbero comunque accettabili anche qualora non fossero
tra omosessuali. Quindi, si è soffermato sui richiami dei pastori ai fedeli, specie
se impegnati in politica:
“Un vescovo non risponde fino in fondo alla sua
missione se non richiama tutti quanti, in particolare i politici, al fatto che hanno
il dovere di conformare la loro coscienza certa, rendendola retta attraverso un paragone
con la verità. I vescovi devono richiamare in concreto questi contenuti, questi principi
cosiddetti non negoziabili. E’ chiaro che l’indicazione del Santo Padre è netta nei
confronti dei politici, netta nei confronti dei vescovi, e però non può sostituirsi
alla prudenza pastorale dei vescovi”.
Tra gli altri temi affrontati in
conferenza stampa, il cardinale Scola ha indicato quanto la liturgia stia a cuore
a Benedetto XVI. Il Papa, ha detto, mette l’accento sul valore della riforma liturgica
del Concilio Vaticano II. Una sottolineatura che non contrasta affatto con un rinnovato
ricorso, nelle celebrazioni, al latino e al canto gregoriano. Ancora, ha ribadito
che il celibato dei sacerdoti non è un obbligo per ragioni funzionali, ma si tratta
invece di una scelta sponsale: “è immedesimazione con il cuore di Cristo”. Dal
canto suo, mons. Nikola Eterović ha messo l’accento sul numero degli interventi dei
padri sinodali, 232, senza contare gli interventi liberi. Proprio quest’ultima, ha
detto, è stata una delle modifiche volute da Benedetto XVI al Sinodo, “per favorire
una discussione più vivace”. La Sacramentum Caritatis, ha concluso, “ripropone
in modo aggiornato alcune verità essenziali della dottrina eucaristica, esortando
ad una dignitosa celebrazione del sacro rito, ricordando l’urgente necessità di svolgere
una vita eucaristica nella vita di ogni giorno”.***********