Gli Stati Uniti studiano il ritiro dall'Iraq. Migliaia di profughi in Siria
Il Pentagono sta preparando i piani per un ritiro progressivo dall’Iraq se l’invio
di altri soldati - deciso dal presidente Bush - non ottenesse l’effetto di diminuire
le violenze. Lo ha scritto ieri il Los Angeles Times e lo ha confermato la stessa
Casa Bianca. Secondo il giornale, se le operazioni di sicurezza in corso non daranno
risultati, il passo successivo sarà il cosiddetto Piano B, cioè quello di diminuire
il numero dei soldati statunitensi, spostarli in zone più sicure e costringere gli
iracheni ad assumersi la responsabilità di stabilizzare il Paese. Il servizio è di
Paolo Mastrolilli:
La diaspora
irachena sta raggiungendo cifre epocali. Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni
Unite per i Rifugiati entro il 2007 le persone in fuga dall’Iraq supereranno i due
milioni. Ad oggi tra i Paesi confinanti che ospitano il maggior numero di esuli iracheni
sono la Giordania e la Siria. E’ proprio al confine con quest’ultimo paese che si
sta creando la situazione più difficile con un afflusso di oltre duemila persone alla
settimana che si ammassano nel campo profughi di Al Tanf. Stefano Leszczynski ha intervistato
Laura Boldrini, portavoce dell’Alto commissariato per i rifugiati in Italia:
E’ stata consegnata
ieri mattina, con una cerimonia che si è svolta nella Basilica della Santa Casa di
Loreto, la croce di legno che ricorda i caduti italiani a Nassiriya, in Iraq. La croce
è stata consegnata dai rappresentanti del Corpo militare della Croce Rossa Italiana
all'esercito. Alta tre metri, era situata all'ingresso della tenda usata come cappella
nella base di White Horse di Nassiriya, dove erano attivi i militari italiani dell'operazione
Antica Babilonia. Ma quale la storia di questa Croce? Massimiliano Menichetti lo ha
chiesto all’arcivescovo mons. Gianni Danzi: