Presentati a Milano tre volumi che ripercorrono il rapporto centenario tra cinema
e cultura cattolica in Italia
Sono stati presentati in questi giorni, presso lo Spazio Cinema Anteo di Milano, i
tre volumi “Attraverso lo schermo. Cinema e cultura cattolica in Italia” editi dall’Ente
dello Spettacolo a cura di Ruggero Eugeni e mons. Dario Edoardo Viganò. Per la prima
volta la complessa vicenda del rapporto tra la Chiesa e il cinema in Italia è stata
studiata, esplorata e ricostruita in una prospettiva articolata attraverso l’apporto
di docenti universitari, studiosi, critici ed esperti di cinema. Il servizio di Luca
Pellegrini:
********** Non è facile leggere i rapporti tra
la Chiesa e il cinema nel corso degli oltre cento anni di esistenza della settima
arte: il panorama è, infatti, di grande vastità e complessità. Ma un percorso originale,
anche nella scelta dell’impostazione, lo propone l’opera in tre volumi “Attraverso
lo schermo. Cinema e cultura cattolica in Italia”, curata da Ruggero Eugeni e Dario
Edoardo Viganò, presidente dell’Ente dello Spettacolo. L’impianto è solido e rigorso
e l’idea che se ne ricava è quella di uno strumento utile per interpretare e dissipare
da luoghi comuni i rapporti passati e attuali tra Chiesa e cinema, quest’ultimo definito
“la nuova stella polare dell’universo comunicativo dell’età contemporanea”. Infatti,
i curatori hanno voluto ricostruire la complessa, articolata e spesso travagliata
vicenda del rapporto tra Chiesa e cinema in Italia partendo dalla congiunzione, proprio
per la natura stessa del cinema e delle dinamiche che sempre innesca, tra storia del
cinema e storia della cultura. Abbiamo chiesto ad uno dei curatori, Ruggero
Eugeni, i motivi di questa scelta metodologica e contenutistica:
“Il
motivo è quello di fare una storia del cinema metodologicamente aggiornata, ovvero
aggiornata ai moderni criteri di storia della Chiesa e del cinema che considerano
il cinema ormai come profondamente incorporato, innestato nella vita culturale, dove
naturalmente per vita culturale non si intende solo la cultura 'alta', la cultura
in senso umanistico, ma tutto quell’insieme, tutto quel tessuto di valori, di credenze
e anche di immagini e di immaginario che costituiscono proprio quell’humus antropologico
entro cui si definiscono poi le progettualità dei singoli e di un intero popolo”.
Mons.
Dario Edoardo Viganò, l’impressione finale è quella di una molteplice volontà
di contribuire, attraverso lo schermo, a una maturazione morale e civile della società
italiana e della sua cultura. In quale senso?
“Il
fatto che il contributo, seppur variegato, che va appunto dalla saggistica alle riviste
e ai festival, ai concorsi, ai cineforum eccetera, tutti questi interventi così differenziati
nel mondo cattolico, contribuiscono di fatto alla creazione della storia culturale
dell’Italia tutta. Quindi, io credo che questi volumi restituiscano l’impressione,
appunto, che ci sia un tessuto sociale entro cui è molto più forte la vicinanza tra
il mondo cattolico e quel mondo cosiddetto 'laico', dove invece quando poi si pensano
secondo categorie, peraltro oltremodo trapassate, appunto queste fazioni, quasi che
l’una con l’altra non vivesse in piena osmosi …”. **********