2007-03-12 12:05:30

Dal Papa, per la visita ad Limina, i vescovi della Puglia, guidati da mons. Ruppi


Il Papa, nell’ambito della visita ad Limina dei vescovi italiani, ha ricevuto stamani il primo gruppo di presuli della Regione Puglia, guidati dall’arcivescovo di Lecce, mons. Cosmo Francesco Ruppi, presidente della Conferenza episcopale regionale. La Puglia è la regione più orientale di tutta l’Italia: conta 19 dioces,i con oltre 4 milioni e 200mila abitanti e più di 2.500 sacerdoti tra regolari e secolari. Sull’incontro con il Papa, Gabriella Ceraso ha sentito lo stesso mons. Cosmo Francesco Ruppi: RealAudioMP3
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R. – Prima di tutto, portiamo al Papa la nostra fedeltà, la gioia di essere incontrati uno per uno e poi collegialmente nell’udienza pubblica di Piazza San Pietro. Portiamo la fedeltà della Puglia, la religiosità, la storia antica di una regione proiettata verso l’Oriente, con forte spinta ecumenica, ma portiamo anche le nostre sofferenze, i nostri problemi: il problema dei giovani, che è difficile avvicinare, il problema della famiglia sulla quale giochiamo anche il nostro impegno, i vari problemi sociali, dalla disoccupazione giovanile, alla disoccupazione intellettuale, ma anche le nostre speranze, perché c’è un lavoro già in cammino da parte delle Chiese di Puglia che lascia sperare che quel messaggio che il Papa ci ha rivolto a Verona è già recepito dalle nostre popolazioni e sta diventando programma pastorale.

 
D. – Lei ha citato il tema della famiglia. Più volte voi siete stati in prima linea con degli appelli e lei stesso, proprio ultimamente, ha parlato della crisi della famiglia. Qual è l’esperienza in questo senso della vostra regione?

 
R. – L’esperienza è proprio questa, che la nostra gente non si affanna molto intorno al problema dei DICO, di questa minoranza che pure merita rispetto: la Chiesa non condanna nessuno! Ma quello che preoccupa è vedere un affanno delle forze politiche sulla legittimazione di una unione di fatto e una reale trascuratezza dei problemi profondi della famiglia: le difficoltà dei giovani a sposarsi, la difficoltà degli alloggi, degli affitti, l’insufficienza degli assegni familiari, la mancanza di tutela della famiglia vera! Le famiglie sono 22 milioni! Noi speriamo veramente che le forze politiche si fermino e facciano una valutazione di quello che è più urgente, più importante e di quello che è meno importante.

 
D. – Lei ha parlato anche di giovani difficili da avvicinare. Cosa fa la Chiesa di Puglia su questo fronte?

 
R. – Siamo impegnati da tempo, veramente anche con molta sofferenza, perché le giovani generazioni non sono più pronte, come lo erano quelle di una volta, all’ascolto del Vangelo. I mass media, la vita attuale, soprattutto le distrazioni, hanno portato molti giovani lontano dalla Chiesa. La Chiesa si impegna: abbiamo dei centri giovanili pastorali in tutte le diocesi, abbiamo delle iniziative ma ancora non riusciamo a trovare la strada giusta per un larghissimo coinvolgimento. Eppure, sappiamo bene che l’attuale pontefice e Giovanni Paolo II in tutte le sue manifestazioni, sono stati al centro dell’attenzione dei giovani. Vorremmo tradurre l’amicizia dei giovani verso il Papa in un piano pastorale. Abbiamo difficoltà anche da parte dei sacerdoti, perché i sacerdoti giovani sono pochi, i sacerdoti anziani mostrano affanno ... Ma io ho fiducia che attraverso l’impegno solidale dei movimenti, dell’Azione Cattolica, delle varie associazioni laicali, si possano aprire delle strade per un programma molto organico di evangelizzazione delle giovani generazioni.

 
D. – C’è un progetto che le sta particolarmente a cuore, ora, in Puglia?

 
R. – Il progetto è quello di trasformare la Facoltà Teologica che è nata appena due anni fa, come Facoltà autonoma, in un centro vivo, non soltanto di ecumenismo, ma anche di trasmissione di valori culturali. La nostra piccola Facoltà potrebbe preparare meglio i sacerdoti ed il laicato a svolgere la missione pastorale. Accanto a questo, c’è una sottolineatura del valore ecumenico della nostra Terra, terra aperta verso l’Oriente, la terra di San Nicola, i cui fermenti ecumenici sono ancora molto vivi, perché la Puglia diventi possibilmente un luogo d’incontro tra Oriente e Occidente.

 
D. – L’incontro con l’Oriente è anche – parliamo in termini di attualità, proprio – immigrazione ...

 
R. – La nostra Terra, soprattutto la diocesi di Lecce e la provincia di Lecce, già da 10 anni è al centro di una tutta una serie di sbarchi. Abbiamo accolto oltre 62 mila profughi ed immigrati; da tre anni circa, l’arrivo sulla nostra Terra si è fermato, per cui l’impatto dell’accoglienza è fortemente diminuito. Il nostro impegno attuale è trasformare l’accoglienza in una vera e propria integrazione. Una fatica molto più lunga e molto più difficile, per cui abbiamo bisogno dell’aiuto delle istituzioni, della scuola, dei centri culturali, delle stesse realtà locali.

 
D. – C’è invece una cosa che lei, come anche tutti gli altri vescovi, vi attendete in particolare dal Papa per questa settimana?

 
R. – Noi vogliamo portare da questa settimana alle nostre popolazioni la benedizione, il sorriso, la parola del Papa ma anche una forte spinta alla speranza, quella speranza che nasce da Cristo Risorto del quale Pietro e insieme a lui tutti noi, siamo servitori e testimoni.
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