2007-03-11 13:09:43

Benedetto XVI all’Angelus: la conversione a Dio salva l’uomo e la società e li aiuta ad affrontare con efficacia il male e le sventure della vita


L’umanità di ogni tempo ha bisogno di convertirsi a Dio perché la conversione vince il male alla radice e permette all’uomo, alla società, di migliorarsi e di aprirsi alla speranza. Le persone e le società che invece non si mettono in mai discussione “hanno come unico destino finale la rovina”. Con queste considerazioni, Benedetto XVI si è rivolto alle circa 60 mila persone che a mezzogiorno di oggi si sono raccolte in Piazza San Pietro per partecipare alla recita dell’Angelus. Il servizio di Alessandro De Carolis: RealAudioMP3

**********
Convertire il cuore non vuol dire scampare al male, ma affrontarlo in modo che la sventura sia o prevenuta o vinta con il bene: e se anche non si può sempre evitare le conseguenze del male, la conversione riporta sempre la pace nell’anima. Dunque, la conversione a Dio è un atto di realismo non di moralismo, è l’insegnamento che Benedetto XVI ha tratto dal Vangelo della terza domenica di Quaresima per poi riproporlo nella sua breve riflessione all’Angelus. Sono due fatti di cronaca, ricorda il Papa, a originare quella pagina del Vangelo: un rivolta di Galilei soffocata nel sangue da Pilato e il crollo di una torre a Gerusalemme che ha fatto 18 morti. Gesù, commentando quei fatti, ribalta la mentalità del tempo che riteneva una qualsiasi disgrazia, accidentale o causata dall’uomo, la diretta conseguenza di una grave colpa personale. I Galilei morti nelle due drammatiche circostanze non sono invece più colpevoli di tutti gli altri, obietta Gesù, che conclude perentorio: “Ma se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo”:

“Ecco, dunque, il punto al quale Gesù vuole portare i suoi ascoltatori: la necessità della conversione. Non la propone in termini moralistici, bensì realistici, come l’unica risposta adeguata ad accadimenti che mettono in crisi le certezze umane. Di fronte a certe disgrazie - Egli avverte - non serve scaricare la colpa sulle vittime. Vera saggezza è piuttosto lasciarsi interpellare dalla precarietà dell’esistenza e assumere un atteggiamento di responsabilità: fare penitenza e migliorare la nostra vita”.

“Questa è sapienza, questa è la risposta più efficace al male, ad ogni livello, interpersonale, sociale e internazionale”, ha affermato Benedetto XVI, che ha rilevato come “in effetti, le persone e le società che vivono senza mai mettersi in discussione hanno come unico destino finale la rovina”: La conversione, invece, ha osservato il Papa:

“Pur non preservando dai problemi e dalle sventure, permette di affrontarli in ‘modo’ diverso. Anzitutto aiuta a prevenire il male, disinnescando certe sue minacce. E, in ogni caso, permette di vincere il male con il bene, se non sempre sul piano dei fatti – che a volte sono indipendenti dalla nostra volontà – certamente su quello spirituale. In sintesi: la conversione vince il male nella sua radice che è il peccato, anche se non sempre può evitarne le conseguenze”.

Occorre “un serio esame di coscienza”, ha insistito Benedetto XVI, e l’“impegno a purificare la propria vita”. E prima di recitare l'Angelus e salutare in cinque lingue i fedeli nella piazza, il Papa ha concluso chiedendo aiuto alla Madonna per riscoprire la “bellezza della conversione”:

“Ci aiuti a comprendere che fare penitenza e correggere la propria condotta non è semplice moralismo, ma la via più efficace per cambiare in meglio se stessi e la società. Lo esprime molto bene una felice sentenza: Accendere un fiammifero vale più che maledire l’oscurità”.
**********








All the contents on this site are copyrighted ©.