Il commento di don Serretti al Vangelo della Domenica
Nella seconda Domenica di Quaresima, la Liturgia ci presenta il Vangelo della Trasfigurazione.
Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. E, mentre
pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante.
Ed ecco, due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria.
Venne poi una nube che li avvolse e da quella nube uscì una voce, che diceva: «Questi
è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo».
Su questo brano evangelico ascoltiamo
il commento del teologo don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia
Università Lateranense:
********** Trasfigurazione nella comunione.
Gesù sceglie tra i suoi amici alcuni, per attirarli in una comunione più piena. Sul
monte il cielo si apre e che cosa si rivela? Una comunione ancora più ampia: Mosè
ed Elia, la Legge e i profeti, e la comunione con Gesù si apre fino ad abbracciare
tutta la storia della Salvezza. Tutto si ricapitola in Lui e una comunione si dilata
per entrare in una comunione ancora più grande e ancora più comprensiva. "E' bello
per noi stare qui", dice Pietro, "è bello perchè in questa comunione è la nostra vera
dimora". Pietro credeva che la Rivelazione fosse giunta al suo apice ma non era così.
Venne una nube, la nube che nasconde la luce inaccessibile nella quale abita Dio e
si apre ancora un'altra comunione, quella eterna e infinita del Padre col Figlio,
oltre ogni pensiero, oltre ogni bellezza, oltre ogni attesa.