Volgere lo sguardo a Cristo Crocifisso per cambiare la nostra vita: all’Angelus
e nell’incontro con i parroci romani, l’invito del Papa a vivere intensamente la Quaresima
“Solo volgendo lo sguardo a Gesù, morto in Croce per noi, può essere conosciuta e
contemplata questa verità fondamentale, Dio è amore”. E’ la riflessione offerta
da Benedetto XVI all’Angelus di ieri, nella prima domenica di Quaresima. Proprio a
questo tempo forte per la vita di ogni cristiano, il Pontefice ha dedicato ampio spazio
nell’incontro con i sacerdoti romani, tenutosi la settimana scorsa in Vaticano. Ce
ne parla Alessandro Gisotti:
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Quaresima, “impariamo realmente l’amore per il prossimo e la vita cristiana”. E’ la
riflessione offerta da Benedetto XVI ai parroci romani e con loro a tutti i fedeli.
Il Papa ha messo l’accento sullo spirito che deve animarci in questo cammino di conversione,
che talvolta diventa difficile:
“Non possiamo pensare di vivere subito
una vita cristiana al cento per cento, senza dubbi e senza peccati. Dobbiamo riconoscere
che siamo in cammino, che dobbiamo e possiamo imparare, che dobbiamo anche convertirci
man mano. Certo, la conversione fondamentale è un atto che è per sempre. Ma la realizzazione
della conversione è un atto di vita, che si realizza nella pazienza di una vita. È
un atto nel quale non dobbiamo perdere la fiducia e il coraggio del cammino”. Può
capitare, ha riconosciuto, che ci si senta scoraggiati, “così da voler lasciare tutto
e restare in uno stato di crisi”. Ma, ha avvertito, “non ci si deve subito lasciar
cadere, ma con coraggio bisogna ricominciare”, senza lasciarsi schiacciare dal male:
"Contro questo grande peso del male che esiste nel mondo e che tira
giù il mondo, il Signore pone un altro peso più grande, quello dell'amore infinito
che entra in questo mondo. Questo è il punto importante: Dio è sempre il bene assoluto,
ma questo bene assoluto entra proprio nel gioco della storia; Cristo si rende qui
presente e soffre fino in fondo il male, creando così un contrappeso di valore assoluto.
Il plus del male, che esiste sempre se vediamo solo empiricamente
le proporzioni, viene superato dal plus immenso del bene, della
sofferenza del Figlio di Dio".
Il Signore, ha aggiunto, “è generoso
e con il suo perdono vado avanti, diventando anch'io generoso con gli altri". Dunque,
ha ribadito il Santo Padre, è questo vivere “per gli altri” il vero segno che “abbiamo
avuto l’incontro con Cristo”. E questa, ha detto, è una grande consolazione quando
sembra rimanere poco tempo per la contemplazione:
“Ho riletto poco tempo
fa ciò che Sant'Agostino dice nel Libro X delle Confessioni:
io sono stato tentato e adesso capisco che era una tentazione di chiudermi nella vita
contemplativa, di cercare la solitudine con Te, Signore; ma tu me lo hai impedito,
mi hai tirato fuori e mi hai fatto sentire la parola di San Paolo: “Cristo è morto
per tutti. Così noi dobbiamo morire con Cristo e vivere per tutti”. Cristo
è la luce, la chiave di tutto. Incontrare Gesù, ha affermato, ci aiuta a conoscere
Dio. D’altra parte, “conoscere Dio” ci aiuta “a capire la grandezza del mistero di
Cristo, che è il Volto di Dio”:
"Solo se riusciamo a capire che Gesù
non è un grande profeta, una delle personalità religiose del mondo, ma è il Volto
di Dio, è Dio, allora abbiamo scoperto la grandezza di Cristo e abbiamo trovato chi
è Dio. Dio non è solo un'ombra lontana, la «Causa prima», ma ha un Volto: è il Volto
della misericordia, il Volto del perdono e dell'amore, il Volto dell'incontro con
noi".
Nella Quaresima, è stata infine la sua esortazione,
non deve mancare la preghiera. E qui, ha sottolineato, ci viene in aiuto Maria, che
ha vissuto “in un colloquio permanente con la Parola di Dio e, così, con Dio stesso”.
Proprio dalla Madre impariamo “a parlare personalmente con il Signore, ponderando
e conservando nella nostra vita e nel nostro cuore le parole di Dio, perché diventino
nutrimento vero per ciascuno”. ***********