Napolitano rinvia Prodi alle Camere. Forse al Senato il primo voto di fiducia
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha rinviato il premier dimissionario
Romano Prodi alle Camere per verificare la tenuta della maggioranza attraverso il
voto di fiducia. La decisione, formalizzata poco prima di mezzogiorno, è stata presa
da Napolitano al termine delle consultazioni al Quirinale. Servizio di Giampiero Guadagni.
Come
previsto, lo sbocco alla crisi di Governo è il rinvio in tempi brevissimi di Romano
Prodi alle Camere per ottenere la fiducia. Il Capo dello Stato, spiegando la sua decisione
al termine del colloquio di questa mattina con Prodi, ha sottolineato la debolezza
delle alternative concrete. E cioè: elezioni anticipate e governo istituzionale. L’opposizione,
infatti, nettamente contraria alla riedizione del governo Prodi, non ha però avanzato
una proposta condivisa. Da parte sua, Prodi ha detto che si presenterà alle Camere
con slancio rinnovato di una coalizione coesa per aiutare il Paese in questo difficile
passaggio e spingerlo verso la ripresa economica in atto. Assai negativi i primi commenti
dell’opposizione. Per Cicchitto, Forza Italia, la decisione presa oggi è peggiore
anche dell’ipotizzato Prodi bis, cioè l’incarico al premier dimissionario di formare
un nuovo Governo. In queste ore l’Unione ha assicurato a Napolitano di avere in Senato
i numeri per continuare a governare. Il quorum per la fiducia è a quota 161, che il
centrosinistra si dice in grado di raggiungere contando anche sull’appoggio sicuro
di quattro senatori a vita. Ma la situazione è ancora in bilico, a causa di alcuni
voti incerti, compresi quelli di Rossi e Turigliatto, i due dissidenti della sinistra
radicale, che con il loro mancato voto favorevole sulla politica estera dell’Esecutivo
avevano contribuito alle dimissioni di Prodi. La novità principale delle ultime ore
è il sì al Governo da parte di Marco Follini, ex segretario dell’Udc ed eletto nello
schieramento di centrodestra. Ma Napolitano vuole un Governo, sue parole ribadite
oggi, stabile e credibile. E chiede dunque all’Unione garanzie non solo sui numeri
e quindi sulla fiducia. Ma anche sugli appuntamenti successivi, a partire dal voto
sul rifinanziamento della missione in Afghanistan.