Il cardinale Bertone: la diplomazia vaticana al servizio del vero bene dell'uomo
“Gli interessi che la Santa Sede e la Chiesa perseguono non sono a vantaggio proprio,
ma cercano il vero bene dell’uomo”: così il cardinale segretario di Stato Tarcisio
Bertone, intervenuto ieri pomeriggio a Roma, all’Istituto Luigi Sturzo, all’incontro
sul tema “Le rappresentanze diplomatiche della Santa Sede: storia, ricerche e attualità”.
Il servizio di Tiziana Campisi:
********** Sono 177 le nazioni con
le quali oggi la Santa Sede intrattiene relazioni diplomatiche, 33 le organizzazioni
e gli organismi intergovernativi internazionali presso le quali ha rappresentanze
stabili, 10 quelli regionali. Ma quale il contributo che la diplomazia pontificia
vuole offrire alla società civile? Il cardinale Tarcisio Bertone:
"Mi pare
che quella che viene chiamata la diplomazia della Santa Sede contribuisce, con i mezzi
suoi propri, a quel dialogo e a quella sana collaborazione con la comunità civile,
con le sue autorità, che deve servire al bene integrale della persona che è al tempo
stesso membro della comunità civile e membro della Chiesa. Gli interessi che la Chiesa
e la Santa Sede perseguono, non sono a vantaggio proprio; essi cercano solo il vero
bene dell’uomo e dell’umanità, svolgendo una missione di insegnamento, di santificazione
e guida dei battezzati. Dall’altro, promuovendo ovunque quel diritto fondamentale
che è il diritto alla libertà religiosa".
E quali i compiti cui sono chiamate
le rappresentanze diplomatiche della Santa Sede? Mons. Antonio Filippazzi autore del
volume “Rappresentanze e rappresentanti pontifici” pubblicato dalla Libreria Editrice
Vaticana:
"Primo rendere forti i legami fra le Chiese particolari e il Romano
Pontefice, quindi la comunione intraecclesiale e secondo è quello di perseguire quei
grandi valori che l’umanità sta cercando di costruire come la pace, la vita, la lotta
contro i grandi problemi come la fame e così via".
Ma come è cresciuta
nel corso degli anni la diplomazia pontificia? Risponde mons. Dominique Mamberti,
segretario per i Rapporti con gli Stati:
"La diplomazia pontificia ha seguito
l’evoluzione della comunità internazionale passando da una diplomazia prevalentemente
bilaterale alla diplomazia multilaterale che è la rappresentanza e la partecipazione
alla vita delle organizzazioni internazionali. Il numero delle nunziature apostoliche
e il numero degli Stati che mantengono relazioni diplomatiche con la Santa Sede è
aumentato, in particolare dopo la caduta del muro di Berlino. D’altra parte, la presenza
della Santa Sede in seno alle organizzazioni internazionali, si è anche sviluppata
moltissimo e cito in particolare le grandi conferenze degli anni ’90 su popolazioni
e sviluppo, sulla condizione della donna, sullo sviluppo sociale nelle quali la Santa
Sede ha potuto sviluppare e far conoscere meglio la dottrina sociale della Chiesa".
Sono
17 i Paesi con i quali la Santa Sede non intrattiene ancora relazioni diplomatiche,
quali tempi sono ipotizzabili perché queste possano istaurarsi? Ancora mons. Mamberti:
"La
risposta dipende certamente da vari fattori e verrebbe data caso per caso. Ciò che
voglio sottolineare è che anche se non ci sono relazioni diplomatiche formali con
un certo numero di Stati, ciò non impedisce che ci siano contatti o a livello informale
oppure nell’ambito precisamente delle organizzazioni internazionali". **********