2007-02-23 13:10:09

Il cardinale Bertone: la diplomazia vaticana al servizio del vero bene dell'uomo


“Gli interessi che la Santa Sede e la Chiesa perseguono non sono a vantaggio proprio, ma cercano il vero bene dell’uomo”: così il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, intervenuto ieri pomeriggio a Roma, all’Istituto Luigi Sturzo, all’incontro sul tema “Le rappresentanze diplomatiche della Santa Sede: storia, ricerche e attualità”. Il servizio di Tiziana Campisi:

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Sono 177 le nazioni con le quali oggi la Santa Sede intrattiene relazioni diplomatiche, 33 le organizzazioni e gli organismi intergovernativi internazionali presso le quali ha rappresentanze stabili, 10 quelli regionali. Ma quale il contributo che la diplomazia pontificia vuole offrire alla società civile? Il cardinale Tarcisio Bertone:

"Mi pare che quella che viene chiamata la diplomazia della Santa Sede contribuisce, con i mezzi suoi propri, a quel dialogo e a quella sana collaborazione con la comunità civile, con le sue autorità, che deve servire al bene integrale della persona che è al tempo stesso membro della comunità civile e membro della Chiesa. Gli interessi che la Chiesa e la Santa Sede perseguono, non sono a vantaggio proprio; essi cercano solo il vero bene dell’uomo e dell’umanità, svolgendo una missione di insegnamento, di santificazione e guida dei battezzati. Dall’altro, promuovendo ovunque quel diritto fondamentale che è il diritto alla libertà religiosa".

E quali i compiti cui sono chiamate le rappresentanze diplomatiche della Santa Sede? Mons. Antonio Filippazzi autore del volume “Rappresentanze e rappresentanti pontifici” pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana:

"Primo rendere forti i legami fra le Chiese particolari e il Romano Pontefice, quindi la comunione intraecclesiale e secondo è quello di perseguire quei grandi valori che l’umanità sta cercando di costruire come la pace, la vita, la lotta contro i grandi problemi come la fame e così via".

Ma come è cresciuta nel corso degli anni la diplomazia pontificia? Risponde mons. Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati:

"La diplomazia pontificia ha seguito l’evoluzione della comunità internazionale passando da una diplomazia prevalentemente bilaterale alla diplomazia multilaterale che è la rappresentanza e la partecipazione alla vita delle organizzazioni internazionali. Il numero delle nunziature apostoliche e il numero degli Stati che mantengono relazioni diplomatiche con la Santa Sede è aumentato, in particolare dopo la caduta del muro di Berlino. D’altra parte, la presenza della Santa Sede in seno alle organizzazioni internazionali, si è anche sviluppata moltissimo e cito in particolare le grandi conferenze degli anni ’90 su popolazioni e sviluppo, sulla condizione della donna, sullo sviluppo sociale nelle quali la Santa Sede ha potuto sviluppare e far conoscere meglio la dottrina sociale della Chiesa".

Sono 17 i Paesi con i quali la Santa Sede non intrattiene ancora relazioni diplomatiche, quali tempi sono ipotizzabili perché queste possano istaurarsi? Ancora mons. Mamberti:

"La risposta dipende certamente da vari fattori e verrebbe data caso per caso. Ciò che voglio sottolineare è che anche se non ci sono relazioni diplomatiche formali con un certo numero di Stati, ciò non impedisce che ci siano contatti o a livello informale oppure nell’ambito precisamente delle organizzazioni internazionali".
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