2007-02-23 14:46:20

I Nobel Rigoberta Menchu e Muhammad Yunus candidati alle presidenziali in Guatemala e Bangladesh


Due Premi Nobel per la Pace entrano in politica. Sono l'inventore del microcredito, Muhammad Yunus, e la paladina per i diritti umani, Rigoberta Menchu, che si candidano rispettivamente alle presidenziali in Bangladesh e in Guatemala. Il primo punta a fare uscire Dacca dalla grave crisi in cui è precipitata lo scorso ottobre, quando l'attuale presidente, Ahmed, impose lo stato d'emergenza. La Menchu, in Guatemala, punta a dare voce agli indigeni. Ce ne parla Sergio Marelli, presidente delle ONG italiane, intervistato da Salvatore Sabatino:

**********R. – E’ sicuramente un fenomeno positivo, che è soprattutto un indicatore del fatto che le ONG e le Associazioni fanno politica, quella politica con la “P” maiuscola, quella che, preoccupandosi del servizio che essi svolgono, esige che i governi si preoccupino anche delle povertà non solo a livello nazionale, ma anche internazionale. Quindi un indicatore che dice che proprio questo è il prioritario impegno delle Associazioni che si occupano dei diritti, delle povertà e della lotta alla fame nel mondo.

 
D. – Secondo lei, si può parlare di una vera e propria sfida del sociale alla politica?

 
R. – Io penso che ci sia sicuramente una sfida nel senso dell’impellenza e dell’urgenza, che oramai in molti riconosciamo, a che la politica ritorni ad essere legata e vicina ai cittadini, legata e vicina ai bisogni dei propri cittadini e, in particolare, di quelli più emarginati, di quelli più poveri e svantaggiati.

 
D. – Stiamo ovviamente parlando del Guatemala e del Bangladesh, due Paesi molto particolari e complessi, come possono influire queste due candidature sulle situazioni sociali di questi due Paesi?

 
R. – Io penso che la sfida che, in qualche modo, raccolgono la Menchu e Yunus sia una sfida molto difficile. Sappiamo che gli interessi che sono in campo nella politica, mediamente parlando, sono tutt’altro che quelli dei piccoli, dei poveri e degli emarginati. Una scommessa, questa, difficile che non si può se non augurare che abbia proprio un impatto importante anche per convincere della necessità che senza la giustizia ed i diritti per tutti non c’è politica sostenibile.

 
D. – Ci sono stati anche precedenti importanti di Premi Nobel che hanno avuto ruoli di primo piano nella politica internazionale, pensiamo a Gorbaciov, a Rabin, a Mandela. La Menchu e Yunus potranno contribuire – secondo lei – in maniera importante a cambiare la politica del futuro?

 
R. – C’è sicuramente questo fenomeno interessante di una – diciamo – coalizione informale tra personalità di spicco della società civile internazionale, che sempre più stanno tessendo una rete proprio per richiamare l’importanza a tutti, a coloro i quali hanno la responsabilità di governare, di preoccuparsi dell’universalità della giustizia o della solidarietà e della solidarietà internazionale, ma comunque di un sentimento che riporti alla responsabilità etica della politica. Penso, quindi, che sia ormai tracciata una strada per la quale sicuramente il contributo della società civile, e in particolare di alcuni dei suoi leader, diventerà sempre più determinante.
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