I Nobel Rigoberta Menchu e Muhammad Yunus candidati alle presidenziali in Guatemala
e Bangladesh
Due Premi Nobel per la Pace entrano in politica. Sono l'inventore del microcredito,
Muhammad Yunus, e la paladina per i diritti umani, Rigoberta Menchu, che si candidano
rispettivamente alle presidenziali in Bangladesh e in Guatemala. Il primo punta a
fare uscire Dacca dalla grave crisi in cui è precipitata lo scorso ottobre, quando
l'attuale presidente, Ahmed, impose lo stato d'emergenza. La Menchu, in Guatemala,
punta a dare voce agli indigeni. Ce ne parla Sergio Marelli, presidente delle
ONG italiane, intervistato da Salvatore Sabatino:
**********R. –
E’ sicuramente un fenomeno positivo, che è soprattutto un indicatore del fatto che
le ONG e le Associazioni fanno politica, quella politica con la “P” maiuscola, quella
che, preoccupandosi del servizio che essi svolgono, esige che i governi si preoccupino
anche delle povertà non solo a livello nazionale, ma anche internazionale. Quindi
un indicatore che dice che proprio questo è il prioritario impegno delle Associazioni
che si occupano dei diritti, delle povertà e della lotta alla fame nel mondo.
D.
– Secondo lei, si può parlare di una vera e propria sfida del sociale alla politica?
R.
– Io penso che ci sia sicuramente una sfida nel senso dell’impellenza e dell’urgenza,
che oramai in molti riconosciamo, a che la politica ritorni ad essere legata e vicina
ai cittadini, legata e vicina ai bisogni dei propri cittadini e, in particolare, di
quelli più emarginati, di quelli più poveri e svantaggiati.
D.
– Stiamo ovviamente parlando del Guatemala e del Bangladesh, due Paesi molto particolari
e complessi, come possono influire queste due candidature sulle situazioni sociali
di questi due Paesi?
R. – Io penso che la sfida che,
in qualche modo, raccolgono la Menchu e Yunus sia una sfida molto difficile. Sappiamo
che gli interessi che sono in campo nella politica, mediamente parlando, sono tutt’altro
che quelli dei piccoli, dei poveri e degli emarginati. Una scommessa, questa, difficile
che non si può se non augurare che abbia proprio un impatto importante anche per convincere
della necessità che senza la giustizia ed i diritti per tutti non c’è politica sostenibile.
D. – Ci sono stati anche precedenti importanti di
Premi Nobel che hanno avuto ruoli di primo piano nella politica internazionale, pensiamo
a Gorbaciov, a Rabin, a Mandela. La Menchu e Yunus potranno contribuire – secondo
lei – in maniera importante a cambiare la politica del futuro?
R.
– C’è sicuramente questo fenomeno interessante di una – diciamo – coalizione informale
tra personalità di spicco della società civile internazionale, che sempre più stanno
tessendo una rete proprio per richiamare l’importanza a tutti, a coloro i quali hanno
la responsabilità di governare, di preoccuparsi dell’universalità della giustizia
o della solidarietà e della solidarietà internazionale, ma comunque di un sentimento
che riporti alla responsabilità etica della politica. Penso, quindi, che sia ormai
tracciata una strada per la quale sicuramente il contributo della società civile,
e in particolare di alcuni dei suoi leader, diventerà sempre più determinante. **********