Testimoniare il primato di Cristo nella società armonizzando solitudine e comunione:
così il Papa nel messaggio per i mille anni dalla nascita di San Pier Damiani
Una efficace testimonianza cristiana può svilupparsi nella tensione armonica fra solitudine
e comunione. E’ uno degli insegnamenti di San Pier Damiani, dottore della Chiesa di
cui oggi ricorre la memoria liturgica, che Benedetto XVI ha voluto ricordare in una
Lettera. Nell’anno in cui si celebrano i mille anni dalla nascita del Santo, il Papa
ha indirizzato una missiva alla Congregazione camaldolese dell’Ordine di San Benedetto,
la famiglia religiosa nata sull’esperienza di San Romualdo di cui Pier Damiani è stato
biografo. Ieri pomeriggio la Lettera è stata resa nota dal cardinale segretario di
Stato Tarcisio Bertone. Il servizio di Tiziana Campisi:
“La mia grammatica
è Cristo” soleva ripetere San Pier Damiani, personalità poliedrica, come lo ha definito
Benedetto XVI, monaco, consigliere dei Papi e uomo dal grande zelo per la santità
della Chiesa. Nella Lettera scritta ai camaldolesi e presentata ieri pomeriggio a
Roma, al Monastero di San Gregorio al Celio, il Papa sottolinea il forte richiamo
dell’eremita al primato di Cristo. E’ stato uno scrittore fecondo Pier Damiani, “con
la penna e la parola … – ricorda Benedetto XVI - ai … confratelli eremiti domandava
il coraggio di una donazione radicale al Signore e dagli ecclesiastici di alto rango
esigeva un evangelico distacco da onori e privilegi nel compimento delle loro funzioni
ecclesiali”, mentre “ai sacerdoti ricordava l’ideale altissimo della loro missione
da esercitare coltivando la purezza dei costumi e una reale povertà personale”. “Fu
l’anima della riforma gregoriana, che segnò il passaggio dal primo al secondo millennio,
e della quale San Gregorio VII rappresenta il cuore e il motore - si legge nella Lettera
del Papa - si trattò in concreto di attuare scelte di ordine istituzionale e di carattere
teologico, disciplinare e spirituale, che permisero nel secondo millennio, una più
grande “libertas ecclesiae”, recuperando il respiro della grande teologia con riferimento
ai Padri della Chiesa”. Una riforma, quella di cui Pier Damiani è stato propulsore,
ancora valida per la Chiesa di oggi, ha detto il cardinale Tarcisio Bertone intervenuto
alla presentazione del quarto volume dell’Opera Omnia di Pier Damiani pubblicata da
Città Nuova che raccoglie “Poesie e preghiere”:
R.
- Penso che sia proponibile. C'è questo dinamismo tra solitudine e comunione, tra
preghiera e azione ecclesiale, tra monachesimo - sappiamo la forza trainante del monachesimo,
anche oggi, di certi monaci, pensiamo a un'eremita come Charles de Foucauld - e azione
pastorale propriamente detta. Quindi mi sembra che San Pier Damiani conservi dei tratti,
dei tesori, che sono molto produttivi, fecondi, anche per la Chiesa del terzo millennio.
Ma
come leggere nel nostro tempo la “libertas ecclesiae” di cui è stato propugnatore
San Pier Damiani? Ancora il cardinale Bertone:
R.
- Il passaggio dal primo al secondo millennio sappiamo che è stato un passaggio difficile
per la Chiesa, pensiamo alla nomina dei vescovi, la famosa lotta delle investiture
di Gregorio VII che ha dato il sangue per la libertas ecclesiae, per liberare la Chiesa
dalla prepotenza degli imperatori e dall'ingerenza del potere civile, proprio nella
vita interna della Chiesa. Sappiamo che oggi la libertas ecclesiae si inserisce nel
contesto più ampio della libertà religiosa, che vale non solo per la Chiesa come tale
- certo in questi giorni si parla molto della libertà della Chiesa, dei vescovi, del
loro poter parlare, esprimere il pensiero della Chiesa - ma che vale per tutti, per
gli individui e per ogni confessione religiosa, per ogni minoranza religiosa. Abbiamo
parlato anche nel colloquio di lunedì scorso con gli esponenti della politica italiana
della necessità di tutelare, di salvaguardare le minoranze cristiane, specialmente
nei Paesi del Medio Oriente, in modo che non fuggano, che non siano schiacciate in
qualche nuovo ghetto.
E sugli
spunti che nel giorno delle Ceneri offre la memoria liturgica di San Pier Damiani
questa la risposta del porporato:
R. - San Pier Damiani
ci invita a coltivare la solitudine anche nel tumulto dei rumori del nostro tempo,
dei rumori delle nostre città, ma a non staccarci dalla città. Quindi ci invita anche
a coltivare l'amore per le città, verso le attività cui siamo chiamati. San Pier Damiani
partiva dalla solitudine, che pure amava, tanto è vero che ha rinunciato perfino
al cardinalato per tornare alla vita eremitica. Però partiva dalla sua solitudine
per mediare in tutte le controversie. Quindi la sua figura ci invita anche oggi a
mediare, a non coltivare contrapposizioni, ma a mediare intelligentemente e sapientemente.