2007-02-21 14:51:13

Testimoniare il primato di Cristo nella società armonizzando solitudine e comunione: così il Papa nel messaggio per i mille anni dalla nascita di San Pier Damiani




Una efficace testimonianza cristiana può svilupparsi nella tensione armonica fra solitudine e comunione. E’ uno degli insegnamenti di San Pier Damiani, dottore della Chiesa di cui oggi ricorre la memoria liturgica, che Benedetto XVI ha voluto ricordare in una Lettera. Nell’anno in cui si celebrano i mille anni dalla nascita del Santo, il Papa ha indirizzato una missiva alla Congregazione camaldolese dell’Ordine di San Benedetto, la famiglia religiosa nata sull’esperienza di San Romualdo di cui Pier Damiani è stato biografo. Ieri pomeriggio la Lettera è stata resa nota dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. Il servizio di Tiziana Campisi:

“La mia grammatica è Cristo” soleva ripetere San Pier Damiani, personalità poliedrica, come lo ha definito Benedetto XVI, monaco, consigliere dei Papi e uomo dal grande zelo per la santità della Chiesa. Nella Lettera scritta ai camaldolesi e presentata ieri pomeriggio a Roma, al Monastero di San Gregorio al Celio, il Papa sottolinea il forte richiamo dell’eremita al primato di Cristo. E’ stato uno scrittore fecondo Pier Damiani, “con la penna e la parola … – ricorda Benedetto XVI - ai … confratelli eremiti domandava il coraggio di una donazione radicale al Signore e dagli ecclesiastici di alto rango esigeva un evangelico distacco da onori e privilegi nel compimento delle loro funzioni ecclesiali”, mentre “ai sacerdoti ricordava l’ideale altissimo della loro missione da esercitare coltivando la purezza dei costumi e una reale povertà personale”. “Fu l’anima della riforma gregoriana, che segnò il passaggio dal primo al secondo millennio, e della quale San Gregorio VII rappresenta il cuore e il motore - si legge nella Lettera del Papa - si trattò in concreto di attuare scelte di ordine istituzionale e di carattere teologico, disciplinare e spirituale, che permisero nel secondo millennio, una più grande “libertas ecclesiae”, recuperando il respiro della grande teologia con riferimento ai Padri della Chiesa”. Una riforma, quella di cui Pier Damiani è stato propulsore, ancora valida per la Chiesa di oggi, ha detto il cardinale Tarcisio Bertone intervenuto alla presentazione del quarto volume dell’Opera Omnia di Pier Damiani pubblicata da Città Nuova che raccoglie “Poesie e preghiere”:

 
R. - Penso che sia proponibile. C'è questo dinamismo tra solitudine e comunione, tra preghiera e azione ecclesiale, tra monachesimo - sappiamo la forza trainante del monachesimo, anche oggi, di certi monaci, pensiamo a un'eremita come Charles de Foucauld - e azione pastorale propriamente detta. Quindi mi sembra che San Pier Damiani conservi dei tratti, dei tesori, che sono molto produttivi, fecondi, anche per la Chiesa del terzo millennio.

 
Ma come leggere nel nostro tempo la “libertas ecclesiae” di cui è stato propugnatore San Pier Damiani? Ancora il cardinale Bertone:

 
R. - Il passaggio dal primo al secondo millennio sappiamo che è stato un passaggio difficile per la Chiesa, pensiamo alla nomina dei vescovi, la famosa lotta delle investiture di Gregorio VII che ha dato il sangue per la libertas ecclesiae, per liberare la Chiesa dalla prepotenza degli imperatori e dall'ingerenza del potere civile, proprio nella vita interna della Chiesa. Sappiamo che oggi la libertas ecclesiae si inserisce nel contesto più ampio della libertà religiosa, che vale non solo per la Chiesa come tale - certo in questi giorni si parla molto della libertà della Chiesa, dei vescovi, del loro poter parlare, esprimere il pensiero della Chiesa - ma che vale per tutti, per gli individui e per ogni confessione religiosa, per ogni minoranza religiosa. Abbiamo parlato anche nel colloquio di lunedì scorso con gli esponenti della politica italiana della necessità di tutelare, di salvaguardare le minoranze cristiane, specialmente nei Paesi del Medio Oriente, in modo che non fuggano, che non siano schiacciate in qualche nuovo ghetto.

 

 
E sugli spunti che nel giorno delle Ceneri offre la memoria liturgica di San Pier Damiani questa la risposta del porporato:

 
R. - San Pier Damiani ci invita a coltivare la solitudine anche nel tumulto dei rumori del nostro tempo, dei rumori delle nostre città, ma a non staccarci dalla città. Quindi ci invita anche a coltivare l'amore per le città, verso le attività cui siamo chiamati. San Pier Damiani partiva dalla solitudine, che pure amava, tanto è vero che ha rinunciato perfino al cardinalato per tornare alla vita eremitica. Però partiva dalla sua solitudine per mediare in tutte le controversie. Quindi la sua figura ci invita anche oggi a mediare, a non coltivare contrapposizioni, ma a mediare intelligentemente e sapientemente.
 







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