2007-02-21 15:35:20

Ripresi a Vienna i negoziati sul Kosovo


Sono ripresi oggi a Vienna i negoziati sul futuro status del Kosovo. Partecipano esponenti serbi e kosovari, sotto la presidenza dell’Inviato speciale dell’ONU, Martti Ahtisaari. E’ stato intanto rivendicato intanto dall’UCK, l’Esercito di liberazione del Kosovo, l’attentato compiuto ieri notte a Pristina contro tre autoveicoli della missione ONU di amministrazione ad interim della provincia del Kosovo. Sulle aspettative degli abitanti della regione, Stefano Leszczynski ha intervistato Lush Gjergji, parroco di Binca e vicario generale dell’amministrazione di Prizren:

R. – Siamo fiduciosi che si riesca a trovare finalmente una soluzione per soddisfare, per quanto sia possibile, ambedue le parti, e per dare un segnale di democrazia vera e propria anche con la gestione internazionale.


D. – Tuttavia ci sono stati recentemente alcuni disordini, alcune manifestazioni…


R. – Sicuramente, ci sono delle difficoltà ma questo non ha rilevanza politica. Si tratta di un gruppo di giovani e giovanissimi che cercano di esprimere il loro malcontento in questa maniera, purtroppo anche violenta.


D. – Qual è l’impegno della Chiesa per favorire la riconciliazione in Kosovo?


R. – La nostra Chiesa ha cercato e cerca tuttora di essere una Chiesa-ponte tra due realtà. Quindi cerchiamo di avere un dialogo ecumenico con la Chiesa sorella e un dialogo interreligioso con la comunità islamica. La nostra funzione è sia storica, sia provvidenziale, in questo momento.


D. – La presenza internazionale viene ancora vissuta come un elemento di tranquillità in Kosovo?


R. – Sicuramente, e ne avremo bisogno a lungo, soprattutto della presenza militare. Il passaggio dei poteri deve essere un passaggio graduale e sicuro, per dare a tutti quanti la certezza che il Kosovo non è né degli albanesi, né dei serbi, ma di tutti i cittadini, e che vuole essere un modello di pace, di convivenza e, soprattutto, di riconciliazione e di perdono.







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