2007-02-21 12:55:52

L'apprezzamento del Papa per la Campagna di Fraternità in Brasile in favore delle popolazioni dimenticate dell'Amazzonia


Il Papa esprime il proprio apprezzamento per la tradizionale Campagna di Fraternità che la Chiesa brasiliana promuove nel tempo della Quaresima, che si svolge quest’anno, a partire da oggi, sul tema “Fraternità ed Amazzonia” ed è accompagnata dal motto “Vita e missione in quella terra”. In un telegramma inviato a suo nome dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, al primate del Brasile, cardinale Geraldo Majella Agnelo, il Papa rileva la necessità di promuovere una “maggiore solidarietà” per le popolazioni dell’Amazzonia “nel rispetto delle esigenze etiche della giustizia e nel rispetto della vita” e dell’ambiente. Benedetto XVI incoraggia, inoltre, la Chiesa brasiliana a proseguire l’azione evangelizzatrice nella regione ed esprime la propria “gratitudine per tutti quei coraggiosi missionari”, che “per amore di Dio” e mettendo a rischio la propria vita, s’impegnano totalmente per l’annuncio del Vangelo. Ma sulla Campagna di Fraternità ascoltiamo mons. Odilo Pedro Scherer, segretario dell’Episcopato brasiliano, al microfono di Silvonei Protz:

R. – Anzitutto, è una campagna che chiama tutti i cristiani e tutta la società alla conversione e a vivere secondo il Vangelo, in particolare a vivere la dimensione della carità, dell’amore verso il prossimo, e per questo chiamiamo questa iniziativa Campagna di Fraternità. L’Amazzonia, è un grande territorio, quasi la metà del territorio brasiliano, è una regione immensa, dove forse manca la fraternità, o per lo meno ce ne vorrebbe di più, verso quelle popolazioni che la abitano. Ci sono tante tribù, tanti popoli, tante nazioni indigene, che a volte sono dimenticate. C’è poi il problema dell’ambiente, della biodiversità dell’Amazzonia, che è un patrimonio non solo del Brasile, ma di tutta l’umanità, che deve essere guardato non semplicemente con lo sguardo dell’interesse economico, dello sfruttamento delle ricchezze, delle risorse naturali, ma deve essere guardato con uno sguardo etico.

 
D. – Che fotografia si può fare in questo momento della presenza della Chiesa in Amazzonia?

 
R. – Noi abbiamo ancora situazioni di grande fragilità della Chiesa in Amazzonia. Mancano i sacerdoti, mancano strutture per svolgere bene la missione, soprattutto rispetto ai nuovi problemi che vi si trovano: la crescita delle città, per esempio. La popolazione oggi vive in massima parte nelle città. La Chiesa in Amazzonia si confronta poi con tante situazioni di conflittualità, a causa dell’occupazione non regolare della terra che provoca violenza, sangue, morte per tante persone, missionari, sacerdoti, uomini e donne della Chiesa. La popolazione locale, inoltre, soprattutto gli indigeni, a volte viene dimenticata ed è vittima dei grandi interessi economici, relativi all’Amazzonia per lo sfruttamento della ricchezza, delle risorse naturali, dimentichi della popolazione amazzonica che poi finisce nella miseria. La Campagna di Fraternità vuole, dunque, essere una nuova chiamata della Chiesa a questi problemi, a queste situazioni, perché l’Amazzonia non diventi un terreno, un territorio di sangue, di odio, di violenza, ma sia culla di tanta vita, come il Creatore l’ha fatta, e rimanga un territorio di fratellanza, di pace e di giustizia. 







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