2007-02-20 14:55:46

Notizie internazionali


- Almeno 21 morti, una quarantina di feriti e oltre 130 intossicati per 4 esplosioni in Iraq. Un’autobomba è esplosa a Saidiyah, quartiere meridionale di Baghdad, vicino a una stazione di benzina, causando sei morti. Un’altra è esplosa in un mercato di Doura, sempre nella zona sud, provocando cinque morti. Una terza autobomba ha fatto poi almeno quattro morti vicino al mercato di al-Rashid. Ancora morti, sei, e 135 intossicati per l’esplosione di un ordigno su un camion che trasportava bombole di gas di cloro a Taji, a nord della capitale.

- Un centro di reclutamento di giovani per la guerra in Iraq sarebbe presente nella città marocchina di Tetouan, nei pressi dello Stretto di Gibilterra. Lo afferma il Washington Post, aggiungendo che circa due dozzine di combattenti sono stati addestrati e reclutati in loco da Al Qaeda e poi inviati in Iraq negli ultimi 18 mesi. Fonti dell'Intelligence USA hanno rivelato che tracce di DNA di attentatori suicidi in Iraq hanno confermato che almeno due erano originari di Tetouan.

- Ed è saltato, proprio per le polemiche collegate alla condotta della guerra in Iraq, l’incontro tra il vicepresidente degli Stati Uniti, Dick Cheney, e il ministro nipponico della Difesa, Fumio Kyuma. Cheney, che si trova a Tokyo per una visita di tre giorni, ha deciso di non partecipare l’incontro a causa delle critiche espresse dal ministro giapponese alla politica estera americana, specialmente in merito alla guerra in Iraq.

- Nell’Afghanistan sudorientale, un attentatore suicida travestito da medico si è fatto esplodere durante una cerimonia in un ospedale di Khost, uccidendo se stesso e ferendo tre soldati americani. Ieri, intanto, un soldato americano è morto in scontri a fuoco nella zona di Naray, nella provincia di Kounar, portando a 12 il numero dei soldati stranieri morti in Afghanistan dall'inizio dell'anno.

- Rimaniamo in Afghanistan, dove la Camera alta del Parlamento ha approvato, con 41 voti a favore e 16 contrari, la controversa amnistia che cancella tutti i crimini commessi durante gli ultimi 25 anni di conflitti. La legge, che per entrare in vigore ha bisogno della firma del presidente Karzai, di fatto impedisce che anche i più spietati "signori della guerra" siano mai processati per le atrocità di cui si sono macchiati. Per questo, l'iniziativa ha già suscitato le proteste di molti gruppi di tutela dei diritti umani. Nelle settimane scorse, il portavoce di Karzai ha escluso che il capo della Repubblica islamica metta il sigillo all'amnistia.

- Nel Pakistan occidentale, un afghano accusato di essere una spia degli americani è stato decapitato e mutilato da militanti integralisti islamici. L’omicidio è avvenuto nella zona tribale del nord Waziristan, che secondo Washington e Kabul ospita postazioni dei combattenti taleban afghani e di terroristi islamici di Al Qaida. Intanto, nel Punjab, un presunto fondamentalista islamico ha ucciso a colpi d'arma da fuoco una responsabile politica provinciale, impegnata nella difesa dei diritti delle donne.

- Il capo negoziatore iraniano sul nucleare, Ali Larijani, è partito stamani per Vienna, dove incontrerà il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, El Baradei. Il colloquio avviene mentre El Baradei si appresta a presentare al Consiglio di Sicurezza dell'Onu un rapporto sulle attività nucleari di Teheran, dopo che le Nazioni Unite hanno deciso di intimare all’Iran una sospensione dell'arricchimento dell'uranio. Il presidente iraniano, Ahmadinejad, ha intanto nuovamente rifiutato ogni richiesta di sospensione delle attività atomiche.

- “Siamo fianco a fianco sul tema dell'Afghanistan, entrambi decisi alla stessa identica politica: manteniamo le truppe che abbiamo e il territorio di responsabilità che abbiamo, ma siamo anche preoccupati di dare uno sbocco politico al problema afgano”: è quanto ha dichiarato il presidente del Consiglio italiano, Romano Prodi, durante la conferenza stampa congiunta con il suo omologo spagnolo, Zapatero, al termine del 14.mo vertice bilaterale fra Italia e Spagna, svoltosi a Ibiza. I due capi di governo hanno discusso anche della “priorità” dell'America Latina e del Caribe “per la politica estera” di Italia e Spagna; dell’impegno comune per la cooperazione sui temi migratori e sociali; e dell’“applicazione piena delle direttive esistenti in materia di liberalizzazione del mercato elettrico e del gas".

- Andiamo in Italia. Un militare di 30 anni, originario di Salerno, è morto tre giorni fa a Roma per un tumore dovuto ad una presunta contaminazione da uranio impoverito. Salgono così a 45 le vittime della cosiddetta Sindrome dei Balcani, mentre i malati sono 513. Il giovane era un volontario dell'Esercito, più volte in missione nell’area balcanica, dalla quale era tornato affetto da Linfoma di Hodgkin. La morte è arrivata dopo una lunga malattia e quattro trapianti.

- E sempre in Italia, i boss mafiosi avevano progettato l'uccisione dell'ex presidente della Commissione antimafia, Giuseppe Lumia, parlamentare dei Ds. Il piano è stato scoperto dalla Procura di Palermo, che ha chiesto ed ottenuto dal giudice per le indagini preliminari (gip) due ordini di custodia cautelare in carcere. I provvedimenti riguardano Domenico Virga, capomafia di Gangi (Palermo), già detenuto, e Salvatore Fileccia, ritenuto uomo d'onore della famiglia mafiosa di "Palermo Villagrazia".

- Il primo ministro francese, Dominique de Villepin, ha confermato che il piano di ristrutturazione di Airbus prevede la soppressione di 10 mila posti di lavoro. De Villepin ha anche indicato di aver chiesto che non vi siano “licenziamenti secchi” a Louis Gallois, il presidente di Airbus e presidente esecutivo di EADS, la casa madre del costruttore europeo di cui lo Stato francese detiene il 15%.

- La Russia, pur reagendo “in modo adeguato e ponderato” all'espansione della NATO, non si farà coinvolgere nella nuova corsa agli armamenti. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Lavrov, che ha riferito l'allarme del suo Paese per i piani per installare lo scudo spaziale USA nell'Europa dell'est.

- E’ salito da 5 a 8 il numero dei focolai di influenza aviaria nei distretti della regione di Mosca, anche se solo in due casi è già stato confermato che il virus H5N1 appartiene al ceppo asiatico, altamente patogeno e quindi potenzialmente pericoloso per l'uomo. Per gli altri casi, le autorità stanno attendendo l'esito delle analisi. Intanto, il capo del servizio sanitario russo, Ghennadi Onishenko, ha ammonito che il vero pericolo sarà costituito dall'imminente migrazione degli uccelli in primavera.
 - E’ salito a 68 morti il bilancio del tragico attentato di ieri sul "treno della pace", che collega India e Pakistan. La polizia ha arrestato un sospettato e ha diffuso l'identikit di due sospetti. Finora, nessuna rivendicazione. Trovati, inoltre, sul treno due ordigni inesplosi, nascosti in borsoni. “Una tragedia dai contorni disumani”, l’ha definita il cardinale Telesphore Toppo, presidente della Conferenza episcopale indiana. Il porporato ha descritto gli attentatori come persone “accecate dall’odio e dall’ignoranza che cercano di distruggere il processo di pace”. Da parte sua, il presidente del Pakistan, Musharraf, ha affermato che l'attentato non fermerà il processo di pace fra i due Paesi, mentre il premier indiano, Singh, ha parlato di “atto di terrorismo”.

- E’ rientrato l’allarme tsunami lanciato oggi dall'Indonesia, dopo un terremoto sottomarino di magnitudo 6,9 della scala Richter al largo delle isole Molucche. Lo ha reso noto l'agenzia meteorologica indonesiana, secondo cui l'epicentro del sisma è stato registrato 45 km a sud est di Labuha, sull'isola di Bacan, nella provincia orientale delle Molucche del Nord.

- L’Australia manderà una missione diplomatica in Corea del Nord fra poche settimane, per cominciare a ristabilire le relazioni, dopo il recente accordo in cui Pyongyang ha promesso di mettere fine al suo programma nucleare in cambio di aiuti sotto forma di carburante. Lo ha annunciato oggi il premier australiano, Howard, dopo una lunga telefonata con il presidente USA, Bush.

- Sono riesplosi con violenza i combattimenti in Ciad tra i movimenti ribelli e l’esercito regolare. I ribelli ciadiani ostili al presidente Idriss Deby hanno attaccato la sua città natale, Fada, che si trova a oltre 900 chilometri a nord-est della capitale. Secondo un portavoce dei ribelli, il bilancio sarebbe di 63 morti, 45 feriti e 34 prigionieri fra i ranghi dell'esercito governativo. Alle origini del conflitto in Ciad, anche lotta per il controllo delle risorse petrolifere del Paese, come ci conferma Angelo Turco, analista delle dinamiche politiche africane, intervistato da Stefano Leszczynski:

R. - Il petrolio, così come in altri Paesi dell’Africa subsahhariana, si sta rivelando anche per il Ciad un elemento di instabilità piuttosto consistente, perché è una porta molto appetitosa per coloro che detengono il potere e naturalmente c’è una spinta in più per impadronirsene.

 
D. - Il fatto che il vertice franco-africano, conclusosi da poco a Cannes, abbia segnato un po’ un disimpegno della Francia in Africa, può significare ora qualcosa per la situazione politica del Ciad?

 
R. - Sì, perché per quanto la Francia si sia presentata come facilitatrice di questo mini vertice tra Deby - i sudanesi e i centrafricani - tuttavia non ha manifestato volontà incisive. Comunque vadano le elezioni in Francia, la politica africana è destinata ad avere un ridimensionamento e certamente anche per il Ciad si rimetteranno in discussione non poche opzioni.

 
- Almeno 12 morti, tra cui un bambino di quattro anni, e una cinquantina di feriti sono stati coinvolti in una serie di attentati compiuti ieri sera a Mogadiscio, in Somalia. La città è ormai preda della guerriglia urbana, probabilmente scatenata dai gruppi islamici. Ieri sera, si parlava di 5 morti e numerosi feriti. Oggi, si è saputo che altre quattro persone hanno perso la vita in un differente attacco, così come tre dei feriti ricoverati in ospedale.

- Tre parlamentari del Salvador, tra cui il figlio di uno dei capi degli “squadroni della morte” durante la guerra civile nel Salvador, sono stati uccisi in Guatemala, dove si trovavano per partecipare a una riunione del Parlamento. I corpi carbonizzati di Eduardo D'Aubuisson, William Pichinte e José Ramon Gonzalez, membri del partito conservatore al potere nel Salvador, Arena (Alianza Republicana Nacionalista), sono stati trovati a bordo di una macchina in una strada vicino al villaggio di El Jocotillo, a un’ora di strada da Città del Guatemala. Insieme con loro, è stato trovato il corpo di un quarto uomo. Ancora non si hanno tracce sul movente o l’identità degli assalitori.

- Il presidente colombiano, Alvaro Uribe, ha designato come nuovo ministro degli Esteri, Fernando Araujo Perdomo, per 6 anni nelle mani delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC). Perdomo succede a Maria Consuelo Araujo, dimessasi dall'incarico dopo l'arresto del fratello, il senatore Alvaro Araujo, accusato di collusione con i gruppi paramilitari di destra. Lo scorso mese, il nuovo ministro degli Esteri è riuscito a recuperare la libertà, dopo essere rimasto per sei anni nella mani delle FARC.

- I detenuti nei bracci della morte dei penitenziari giapponesi hanno raggiunto oggi la cifra record di 100. La centesima condanna alla pena capitale è stata confermata dalla Corte suprema a carico di un malvivente di 55 anni, Kazuo Shinozawa, che nel giugno 2000 aveva dato fuoco a una gioielleria appena rapinata, provocando la morte di 11 persone.

- Oltre sette mila ispettori sanitari sono stati mobilitati nel sud della Cina per effettuare controlli sulla diffusione del virus della Sars. In particolare, verificheranno che nella provincia del Guangdong non sia in vendita la carne dello zibetto, un animale che si ritiene responsabile della diffusione del virus. I controlli sono stati lanciati, dopo che le vendite illegali di carne di zibetto (vietata dal 2003) sono aumentate in gennaio e febbraio. - Un’epidemia di morbillo è scoppiata nella Corea del Nord, dove ha provocato almeno quattro morti, tra cui due bambini, che hanno avuto anche complicanze polmonari. Ne dà notizia l’agenzia sudcoreana Yonhap, citando informazioni avute dalla Croce Rossa Internazionale, secondo cui Pyongyang avrebbe chiesto cinque milioni di dosi di vaccino. Le autorità sanitarie locali hanno dichiarato di essersi trovate impreparate a fare fronte ad alcune migliaia di casi registrati negli ultimi mesi, diagnosticati in un primo momento come rosolia. (A cura di Roberta Moretti)







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