Scattata l’operazione sicurezza a Baghdad. Intanto Bush nega la preparazione di un
attacco contro l’Iran
(15 febbraio 2007 - RV) Una conferenza internazionale dei donatori per i profughi
dell'Iraq. Ad organizzarla, per aprile a Ginevra, sarà l'Onu che intende aiutare due
milioni di iracheni fuggiti all'estero e un milione e 800 mila sfollati all'interno
del Paese. La situazione in Iraq, d’altra parte, si fa sempre più grave. Da Kerbala,
il premier Al Maliki ha annunciato l’inizio a Baghdad della nuova operazione di sicurezza
contro insorti e milizie, che anche ieri hanno provocato almeno 8 morti in diversi
attentati nella capitale. A livello politico, le tensioni con l’Iran dominano sempre
più la politica statunitense in Iraq:
E intanto
in Iran rimane l’allerta dopo che ieri una bomba è esplosa a Zahedan, nel sud est
del Paese, provocando la morte di almeno 11 persone. L’ordigno è scoppiato al passaggio
di un autobus appartenente ai Guardiani della Rivoluzione. L’attentato è stato rivendicato
dal gruppo sunnita estremista ‘Joundallah - Brigata di Allah', particolarmente attivo
nell’area al confine con Pakistan e Afghanistan. Ma perché i Pasdaran sono stati l’obiettivo
di quest’azione? Giada Aquilino lo ha chiesto ad Alberto Zanconato, corrispondente
Ansa da Teheran: