Sui media italiani non c'è spazio per pandemie e carestie nei Paesi poveri
(14 febbraio 2007 - RV) Non c’è spazio nei media italiani per pandemie, guerre e crisi
alimentari che ogni anno costano milioni di vite: lo denuncia il Rapporto annuale
sulle crisi dimenticate, realizzato per il terzo anno consecutivo da “Medici Senza
Frontiere” con la collaborazione gratuita dell’Osservatorio di Pavia. La presentazione,
questa mattina, nella Sala stampa estera, a Roma. C’era per noi Paolo Ondarza:
********** Silenzio
stampa su oltre 70 Paesi colpiti da guerre, carestie, disastri naturali e pandemie.
Lo denuncia “Medici Senza Frontiere”. Le crisi più ignorate riguardano la Repubblica
Democratica del Congo, Somalia, Sri Lanka, Colombia, Cecenia, Haiti, Repubblica Centrafricana
e India centrale. Eppure, migliaia di cittadini italiani consultano quotidianamente
il sito di MSF per conoscere e capire cosa succede in questi Paesi, e sono centinaia
di migliaia quelli che attraverso le loro donazioni contribuiscono all’azione dell’organizzazione.
Dunque, l’interesse da parte della gente c’è. Tra i 22 quotidiani analizzati, i più
attenti alle crisi umanitarie sono risultati prima di tutto “Avvenire”, seguito da
“Repubblica” e dal “Corriere della Sera”. Tra i periodici, “Famiglia Cristiana”, “Panorama”,
“L’Espresso” e il “Venerdì” di “Repubblica”. I Tg RAI sono meno disattenti di quelli
Mediaset; promosso il Tg3, fanalino di coda è “Studio aperto” di Italia1.
Non
mancano paradossi: alla Cecenia, in un intero anno sono stati dedicati solo 92 articoli
dai 22 quotidiani e dai 13 periodici presi in considerazione, ma di questi ben 42
si riferiscono a due singoli episodi eclatanti, e cioè l’uccisione del leader separatista
Basayev e l’assassinio della giornalista Anna Politovskaja, mentre è praticamente
inesistente lo spazio dedicato alle condizioni di vita e alle sofferenze dei civili
ceceni di cui proprio la giornalista, coraggiosamente, scriveva. Non solo: alla tubercolosi
che contagia nove milioni di persone e ne uccide due milioni ogni anno, i telegiornali
hanno dedicato tre notizie, nel 2006; alla malaria, che uccide un bambino ogni 30
secondi, sei notizie, mentre all’influenza aviaria che ha registrato, nel 2006, 80
morti in tutto il mondo, sono stati dedicati ben 410 servizi dai telegiornali.
Per
dire “basta”, “Medici Senza Frontiere” lancia l’iniziativa “Dimmi di più”, che punterà
a coinvolgere il grande pubblico nel chiedere un’informazione più attenta alle crisi
umanitarie. **********