2007-02-14 16:53:17

Sui media italiani non c'è spazio per pandemie e carestie nei Paesi poveri


(14 febbraio 2007 - RV) Non c’è spazio nei media italiani per pandemie, guerre e crisi alimentari che ogni anno costano milioni di vite: lo denuncia il Rapporto annuale sulle crisi dimenticate, realizzato per il terzo anno consecutivo da “Medici Senza Frontiere” con la collaborazione gratuita dell’Osservatorio di Pavia. La presentazione, questa mattina, nella Sala stampa estera, a Roma. C’era per noi Paolo Ondarza:


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Silenzio stampa su oltre 70 Paesi colpiti da guerre, carestie, disastri naturali e pandemie. Lo denuncia “Medici Senza Frontiere”. Le crisi più ignorate riguardano la Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Sri Lanka, Colombia, Cecenia, Haiti, Repubblica Centrafricana e India centrale. Eppure, migliaia di cittadini italiani consultano quotidianamente il sito di MSF per conoscere e capire cosa succede in questi Paesi, e sono centinaia di migliaia quelli che attraverso le loro donazioni contribuiscono all’azione dell’organizzazione. Dunque, l’interesse da parte della gente c’è. Tra i 22 quotidiani analizzati, i più attenti alle crisi umanitarie sono risultati prima di tutto “Avvenire”, seguito da “Repubblica” e dal “Corriere della Sera”. Tra i periodici, “Famiglia Cristiana”, “Panorama”, “L’Espresso” e il “Venerdì” di “Repubblica”. I Tg RAI sono meno disattenti di quelli Mediaset; promosso il Tg3, fanalino di coda è “Studio aperto” di Italia1.


Non mancano paradossi: alla Cecenia, in un intero anno sono stati dedicati solo 92 articoli dai 22 quotidiani e dai 13 periodici presi in considerazione, ma di questi ben 42 si riferiscono a due singoli episodi eclatanti, e cioè l’uccisione del leader separatista Basayev e l’assassinio della giornalista Anna Politovskaja, mentre è praticamente inesistente lo spazio dedicato alle condizioni di vita e alle sofferenze dei civili ceceni di cui proprio la giornalista, coraggiosamente, scriveva. Non solo: alla tubercolosi che contagia nove milioni di persone e ne uccide due milioni ogni anno, i telegiornali hanno dedicato tre notizie, nel 2006; alla malaria, che uccide un bambino ogni 30 secondi, sei notizie, mentre all’influenza aviaria che ha registrato, nel 2006, 80 morti in tutto il mondo, sono stati dedicati ben 410 servizi dai telegiornali.


Per dire “basta”, “Medici Senza Frontiere” lancia l’iniziativa “Dimmi di più”, che punterà a coinvolgere il grande pubblico nel chiedere un’informazione più attenta alle crisi umanitarie.
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