2007-02-14 16:51:42

Presentato ieri presso la nostra emittente il Quaderno dell’Osservatore Romano
che raccoglie gli interventi del Papa su matrimonio e unioni di fatto


(14 febbraio 2007 - RV) “La verità sulla famiglia. Matrimoni e unioni di fatto nelle parole di Benedetto XVI”: è il titolo del Quaderno dell’Osservatore Romano che raccoglie gli interventi del Papa sul tema, presentato ieri pomeriggio presso la nostra emittente. Presenti il direttore generale della Radio Vaticana, padre Federico Lombardi, il direttore dell’Osservatore Romano, Mario Agnes, e il presidente dell’Unione Giuristi Cattolici, Francesco D’Agostino. Il servizio di Debora Donnini. RealAudioMP3


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“Non posso tacere la mia preoccupazione per le leggi sulle unioni di fatto”. Sono parole di Benedetto XVI pronunciate nel discorso alla Curia Romana il 22 dicembre scorso. Un testo contenuto nel Quaderno dell’Osservatore Romano assieme agli altri interventi del Papa su famiglie e unioni di fatto. Un’antologia che, è stato sottolineato da padre Federico Lombardi, costituisce un contributo per conoscere il pensiero del Papa sul tema. Una preoccupazione quella di Benedetto XVI per la famiglia che non può non essere la preoccupazione dell’Osservatore Romano, ha affermato Mario Agnes. “Non abbiamo taciuto e non taceremo - ha aggiunto - noi andremo avanti con il cuore e l’intelligenza di samaritani della famiglia”. Ad intervenire alla presentazione del volume anche Francesco D’Agostino, presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, che ha spiegato come la famiglia sia parte costitutiva dell’esperienza umana:


“La famiglia non è stata inventata nel corso della storia, come sono state inventate tante tecnologie, come per esempio è stata inventata la scrittura. La famiglia è il modo specifico per il genere umano di essere come - dirà un cristiano – il Creatore l’ha voluto creare, oppure come potrebbe dire un non cristiano, per quella che è la sua natura. Se si toglie l’identità familiare, si toglie la specificità dell’essere dell’uomo. Questa è una tesi forte, ma ha dalla sua la prova veramente pesante di tutte le culture e di tutte le epoche”.


Rispondendo poi ad una domanda a proposito dei DICO, il prof. D’Agostino ha affermato:


“I DICO li conosco per quello che hanno pubblicato i quotidiani. Non mi convince il discorso che è stato fatto da più parti. Il discorso è che i DICO non riconoscono le convivenze, riconoscono diritti individuali dei conviventi. Non mi pare che sia così, perché dal testo che abbiamo letto, queste convivenze devono essere riconosciute pubblicamente attraverso l’iniziativa formale o di entrambi i conviventi o almeno di uno dei due. E’ sempre la coppia… Perché non è il fatto della convivenza che è preso in considerazione dalla norma, ma è la volontà dei due conviventi che induce l’anagrafe a dare una particolare registrazione a quella convivenza. Quindi, mi sembra che, di fatto, il discorso che si faceva sui PACS lo si possa trasportare con minime variabili anche per quello che riguarda i DICO. Obiettivamente i DICO sanciscono un riconoscimento legale di tipo pubblico per un particolare tipo di convivenza, su richiesta degli stessi conviventi”.


Per il prof. D’Agostino i cristiani non devono ridurre la fede solo ad un fatto intimistico ma hanno il diritto di esprimere in modo pubblico le loro convinzioni.
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