2007-02-14 19:37:30

Corea Soddisfazione della Chiesa per l’accordo sul disarmo atomico nord-coreano




Seoul, 15 feb ’07 - La notizia dell’accordo sul disarmo atomico nord-coreano raggiunto martedì A Pechino è stata accolta con “soddisfazione e gioia” dalla Chiesa sud-coreana che ringrazia le nazioni che hanno contribuito “ad evitare una vera catastrofe di portata inimmaginabile”. In questo senso si è espresso ad Asianews l’arcivescovo di Seoul ed Amministratore apostolico di Pyongyang, card. Nicholas Cheong Jin-suk, secondo il quale l’accordo presenta comunque “luci e ombre dato che l’energia che il regime vuole in cambio dello smantellamento andrà, come prima cosa, nei serbatoi dei mezzi militari”. “Tuttavia - ha detto - dobbiamo pensare anche alla popolazione che, seppure in misura inferiore, ne beneficerà”. Altre fonti della diocesi segnalano però che “la firma del trattato sembra un ricatto vinto dal regime. Eppure, non si può fare altro che accettarlo, dato che il programma nucleare di Kim Jong-il ha messo a rischio la penisola coreana ed il mondo intero. Infatti, se le cose fossero andate diversamente, avremmo testimoniato un conflitto nucleare che ci avrebbe distrutto”. Il problema è anche di geopolitica: “In caso di guerra, i profughi del Nord avrebbero invaso la Corea del Sud. Questo è un rischio concreto con cui fare i conti anche aldilà delle minacce di Kim. Noi vogliamo accogliere i nostri fratelli che soffrono, ma non siamo pronti per farlo. Le loro condizioni economiche sono disastrose, ed un esodo di massa si trasformerebbe nella catastrofe reciproca”. L’unica soluzione “è attendere la morte del dittatore e preparare i nostri vicini con un programma di aiuti economici graduali. Solo quando le economie saranno pareggiate potremo aprire senza timore i confini e riabbracciarci”.
(Asianews – ZENGARINI)








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