Corea Soddisfazione della Chiesa per l’accordo sul disarmo atomico nord-coreano
Seoul, 15 feb ’07 - La notizia dell’accordo sul disarmo atomico nord-coreano
raggiunto martedì A Pechino è stata accolta con “soddisfazione e gioia” dalla Chiesa
sud-coreana che ringrazia le nazioni che hanno contribuito “ad evitare una vera catastrofe
di portata inimmaginabile”. In questo senso si è espresso ad Asianews l’arcivescovo
di Seoul ed Amministratore apostolico di Pyongyang, card. Nicholas Cheong Jin-suk,
secondo il quale l’accordo presenta comunque “luci e ombre dato che l’energia che
il regime vuole in cambio dello smantellamento andrà, come prima cosa, nei serbatoi
dei mezzi militari”. “Tuttavia - ha detto - dobbiamo pensare anche alla popolazione
che, seppure in misura inferiore, ne beneficerà”. Altre fonti della diocesi segnalano
però che “la firma del trattato sembra un ricatto vinto dal regime. Eppure, non si
può fare altro che accettarlo, dato che il programma nucleare di Kim Jong-il ha messo
a rischio la penisola coreana ed il mondo intero. Infatti, se le cose fossero andate
diversamente, avremmo testimoniato un conflitto nucleare che ci avrebbe distrutto”.
Il problema è anche di geopolitica: “In caso di guerra, i profughi del Nord avrebbero
invaso la Corea del Sud. Questo è un rischio concreto con cui fare i conti anche aldilà
delle minacce di Kim. Noi vogliamo accogliere i nostri fratelli che soffrono, ma non
siamo pronti per farlo. Le loro condizioni economiche sono disastrose, ed un esodo
di massa si trasformerebbe nella catastrofe reciproca”. L’unica soluzione “è attendere
la morte del dittatore e preparare i nostri vicini con un programma di aiuti economici
graduali. Solo quando le economie saranno pareggiate potremo aprire senza timore i
confini e riabbracciarci”. (Asianews – ZENGARINI)