L'Azione Cattolica: i "DICO" indeboliscono l'istituto del matrimonio
(10 febbraio 2007 - RV) Prosegue in Italia il dibattito sui DICO, il Disegno di legge
sulle coppie di fatto varato giovedì scorso dal governo di centrosinistra. Il provvedimento,
che stabilisce i diritti e i doveri delle unioni di fatto sia di natura eterosessuale
che omosessuale, comincerà nei prossimi giorni il suo iter parlamentare a partire
dal Senato, dove la maggioranza conta su numeri piuttosto ridotti.
Il mondo
politico deve accogliere la famiglia come bene sociale non soltanto come bene privato,
capace di propagare il benessere anche verso la società e verso il lavoro. Cosi si
è espresso monsignor Sergio Nincolli direttore dell’ Ufficio Nazionale della pastorale
della famiglia al convegno nazionale organizzato dalla Conferenza episcopale per la
famiglia e la vita dal tema “ Un lavoro a misura di famiglia: quali vie di ri-conciliazione
? E al convegno ha partecipato il ministro delle Politiche per la Famiglia Rosy Bindi
Ma sui timori espressi dalla Chiesa sui Dico ascoltiamo lo stesso ministro Bindi al
microfono di Marina Tomarro
Sulla
vicenda oggi interviene anche l'Azione Cattolica Italiana: l’associazione afferma
che il Disegno di legge suscita “gravi preoccupazioni per le conseguenze che potranno
prodursi sulla vita sociale, culturale e civile” del Paese. Secondo l'Azione Cattolica,
“tali conseguenze, oltre ad indebolire l'istituto del matrimonio, espongono le giovani
generazioni al pericolo di una ambigua equiparazione tra forme di relazioni affettive
radicalmente diverse”. Su questa stessa linea si è espresso il presidente del Forum
delle associazioni familiari, Giovanni Giacobbe, intervistato da Luca Collodi:
********** R.
– Al di là dei contenuti, questo disegno di legge ha un carattere di manifesto, cioè
a dire che si intende pervenire ad un risultato di creare una forma alternativa di
famiglia, rispetto a quella fondata sul matrimonio. In questi termini, a mio parere,
il Disegno di legge non è conforme con l’art. 29 della Costituzione.
D.
– Per la famiglia tradizionale, voi solleciterete il Governo a muoversi?
R.
– Certo, noi abbiamo chiesto, chiediamo e diciamo che non c’era nessuna urgenza, così
come è stata determinata in Parlamento, di procedere al riconoscimento delle coppie,
soprattutto di quelle omosessuali, ma c’era più urgenza di intervenire per la tutela
della famiglia. **********
E parla di una “urgenza tutta ideologica”
il presidente nazionale delle ACLI, Andrea Olivero, sempre al microfono di Luca Collodi:
********** R.
– Sta certamente a cuore anche a noi la questione dell’allargamento dei diritti, ma
pensiamo che questo allargamento dei diritti poteva passare attraverso le forme legislative
che attualmente esistono, senza quindi dover scrivere una legge ad hoc.
D.
– Quali sono queste forme?
R. – Le questioni sono quelle relative alla
possibilità di avere delle garanzie riguardo al periodo in cui uno dei due soggetti
si trovi ad essere in una difficoltà, sia economica che sociale, quindi in una qualsiasi
situazione di debolezza. In realtà la legge italiana prevede già tra i diritti individuali
tantissime possibilità e, quindi, soltanto con qualche ampliamento si poteva ovviare
a tutto questo. Abbiamo riscontrato, invece, un interesse a strumentalizzare questa
necessità, andando così ad immaginare delle forme giuridiche di legame diverse dal
matrimonio. Questo è per noi sinceramente inaccettabile. **********
Ascoltiamo
infine, al microfono di Angela Ambrogetti, il commento del vescovo di Aosta, Giuseppe
Anfossi, presidente della Commissione CEI per la famiglia e la vita:
********** R.
– E’ difficile non presentare questo progetto come una forma di matrimonio – diciamo
così – leggero, privato e tutto sommato anche un po’ più conveniente rispetto a quello
che si propone attraverso il matrimonio, sia pure civile. Sono molto preoccupato per
la ricaduta che può avere questa presentazione di due strade sul mondo dei giovani.
Credo che le persone serie si rendano conto che toccare la famiglia vuol dire toccare
la società nelle sue colonne portanti. **********