2007-02-10 14:40:18

Da otto secoli al servizio del prossimo: le Misericordie d’Italia e i donatori di sangue Fratres, in udienza stamane dal Papa


(10 febbraio 2006 - Rv) Sono le Misericordie “la più antica forma di volontariato organizzato nel mondo”: lo ha ricordato stamane il Papa accogliendo nell’aula Paolo VI, in Vaticano, circa 7 mila volontari della Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia e dei donatori di sangue Fratres. Il servizio di Roberta Gisotti: RealAudioMP3
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Nate a Firenze nel lontano 1244 per iniziativa di San Pietro martire da Verona, sono oggi oltre 700 le Confraternite della Misericordia in Italia, oltre ai numerosi gruppi Fratres; più di centomila i volontari impegnati nei diversi ambiti sociosanitari:

“La varietà dei vostri interventi è segno di uno zelo, di una ‘fantansia’ nella carità che deriva da un cuore pulsante, di cui è ‘motore l’amore per l’uomo in difficoltà” .


“La vostra presenza e la vostra azione” – ha detto loro il Papa – contribuisce “a diffondere il Vangelo dell’amore di Dio per tutti gli uomini”. Un amore non astratto ma concreto, di cui Dio nel giudizio finale chiederà conto:

“Quanto è necessario che anche oggi, anzi specialmente in questa nostra epoca segnata da tante sfide umane e spirituali, i cristiani proclamino con le opere l’amore misericordioso di Dio! Ogni battezzato non dovrebbe essere un ‘vangelo vissuto’?”


L’amore è infatti “un linguaggio che giunge diretto al cuore e lo apre alla fiducia” e “tante persone, – ha osservato Benedetto XVI – “che non accolgono facilmente Cristo e i suoi insegnamenti”, sono però sensibili “alla testimonianza concreta della carità”.

E, se oggi le Misericordie non sono più un aggregazione ecclesiale le loro radici storiche che restano cristiane “per continuare a portare frutti, devono mantenersi vive e salde”, ha raccomandato il Santo Padre, ad evitare il rischio “che il volontariato possa ridursi a semplice attivismo”:

“Se invece resta vitale la carica spirituale, può comunicare agli altri ben di più che le cose materialmente necessarie: può offrire al prossimo in difficoltà lo sguardo di amore di cui ha bisogno”.


Tanto più pensando ai giovani – ha aggiunto il Papa - l’esperienza del volontariato può diventare ‘scuola di vita’ per “dare alla propria esistenza un senso e un valore più alto e fecondo”. Infine il pensiero di Benedetto XVI alla Madonna di Lourdes, alla vigila della sua festa domani, Giornata mondiale del malato, dedicata quest’anno in special modo alle persone affette da malattie inguaribili.
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Da otto secoli al servizio del prossimo, le Misericordie ed i gruppi Fratres, un piccolo esercito laborioso di volontari fra i 15 e i 70 anni che operano soprattutto in Toscana e nell’Italia centro meridionale, animati dai principi evangelici come testimonia Gianfranco Gambelli presidente della Confederazione nazionale delle Misericordia d’Italia, intervistato da Tiziana Campisi.


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R. – Le Misericordie sono oggi, con 700 sedi, la più grande organizzazione di volontariato di ispirazione cristiana esistente in Italia. Ogni sede offre alle persone assistenza di tipo sanitaria ed assistenza di tipo sociale, soprattutto in aiuto agli handicappati, agli emarginati ed agli anziani. Offre pure un servizio sanitario, tramite anche il servizio 118 per le emergenze, ed il trasporto sanitario ordinario. Ed offre inoltre un servizio di protezione civile, tramite un’organizzazione capillare in tutta Italia, che collabora sia con il Dipartimento di Protezione Civile, sia con i comuni, le province e le regioni.


D. – Quanti giovani collaborano oggi nelle Misericordie?


R. – Posso dire che sono numerosi e molti sono i giovani che arrivano a noi tramite il servizio civile, ma anche giovani che si dedicano sia alla protezione civile, sia al servizio sanitario e al servizio sociale di accompagnamento e di assistenza. E’ difficile riuscire a coinvolgere profondamente questa gioventù, influenzata dalle innumerevoli sollecitazioni della realtà di oggi. Le nostre associazioni sono un pò da considerare come palestre di vita, perché cercano di insegnare non solo la legalità, ma cercano anche di indirizzare i giovani ad un servizio, ad un rapporto con gli altri che sia ispirato soprattutto ai principi evangelici, ma anche ai principi della buona educazione e del buon rapporto con il prossimo.


D. – Attraverso i suoi servizi le Misericordie che cosa vogliono dire alla società?


R. – Che il nostro modo di vivere, il nostro modo di rapportarci, deve essere di ispirazione evangelica. Vogliamo dire che volersi bene a parole non basta, ma che va tradotto in opere.
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