2007-02-03 16:13:52

Tensione tra Pristina e Belgrado per il piano ONU sul Kosovo


(3 febbraio 2007 - RV) Critiche da Belgrado, soddisfazione da Pristina. Come previsto, sono contrastanti le reazioni al piano sul futuro del Kosovo presentato ieri dall’inviato delle Nazioni Unite, l’ex capo di Stato finlandese Martti Ahtisaari. Il presidente serbo, Boris Tadic, ha definito inaccettabile l’indipendenza del Kosovo ed il primo ministro uscente, Vojislav Kostunica, ha parlato di piano “illegittimo”. A Pristina, invece, il presidente kosovaro, Fatmir Sejdiu, ha espresso soddisfazione e ha detto che “il Kosovo diventerà sovrano, come gli altri Stati”. Il nostro servizio:


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La provincia serba a maggioranza albanese “sarà una società multietnica, che si autogovernerà in maniera democratica”. La parola “indipendenza” non viene mai citata ma il piano dell’inviato dell’ONU sembra gravitare intorno a questa ipotesi: “il Kosovo – prevede infatti il piano - avrà una Costituzione, una sua bandiera, un inno nazionale e una forza di sicurezza che controllerà il territorio, compresi i confini”. Proprio la questione delle frontiere resta il nodo più intricato: si tratta, secondo diversi osservatori, di una linea rossa che Belgrado non intende valicare perché considera il Kosovo parte integrante della Serbia. Il rischio è che si riveli un piano della discordia: i serbi rimasti in Kosovo, circa un terzo dei 200 mila che abitavano nella provincia meridionale prima dell’attacco della NATO nel 1999, lo considerano utopistico. Malgrado la soddisfazione espressa dalle autorità a Pristina, anche parte della comunità albanese kosovara ha manifestato perplessità: diversi veterani del disciolto movimento armato UCK hanno fatto sapere infatti che “qualche forma di resistenza civile non è da escludere” se il Kosovo non otterrà una piena indipendenza. Sulla questione del Kosovo si deve poi evidenziare la marcata contrapposizione tra Stati Uniti e Russia: il governo di Mosca vuole una trattativa che sbocchi in una posizione accettabile sia per i serbi sia per i kosovari; l’amministrazione di Washington sostiene invece che “non si può indugiare oltre” e che occorre “incaricare della soluzione il Consiglio di sicurezza dell'ONU”. Il mediatore delle Nazioni Unite ha proposto, per il momento, una nuova tornata negoziale. La priorità resta quella di una indipendenza economica: secondo le Nazioni Unite, si deve infatti rendere “la provincia capace di ricorrere autonomamente ai fondi messi a disposizione dalle istituzioni finanziarie internazionali”. Successivamente – ha auspicato l’inviato dell’ONU – si potrà affidare alla maturità istituzionale e civile delle parti la decisione ultima sullo status del Kosovo.
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