Estremisti indù bruciano le effigi del card. Toppo
(3 febbraio 2007 - RV) Durante due manifestazioni di protesta nello Stato indiano
di Jharkhand, attivisti induisti hanno bruciato effigi del cardinale Telesphore Toppo,
arcivescovo di Ranchi, e di alcuni esponenti politici cristiani. Le manifestazioni
sono state organizzate dall’“Adivasi Prarthana Sabha” (Consiglio di preghiera tribale),
un gruppo affiliato a un’organizzazione radicale induista, per protestare contro la
recente decisione del governo locale di abolire l’obbligo per le popolazioni tribali
della menzione della religione di appartenenza nei certificati. La norma era stata
introdotta nel 2003 dal precedente governo del partito nazionalista “Bharatha Janata”
(BJP). Secondo le organizzazioni induiste, il nuovo governo avrebbe deciso di abolirla
cedendo alle pressioni del cardinale, il primo porporato di etnia tribale dell’India,
e delle lobby cristiane locali. L’accusa di fondo ai cristiani è sempre la stessa:
quella di fare proselitismo per convertire con la forza e l’inganno gli indù. Tra
gli slogan della manifestazione: “Cardinale Telesphore Toppo torna a Roma”; “Morte
a Toppo”. Il cardinale, che si trova in questi giorni a Roma, ha rifiutato commenti.
Da parte loro, esponenti politici cristiani locali hanno definito le accuse dei fondamentalisti
indù, che hanno annunciato nuove proteste, del tutto pretestuose e finalizzate solo
ad attirare più visibilità.