2007-01-29 15:45:04

Tutti i record dell'Enciclica "Deus caritas est", a un anno dalla pubblicazione


(29 gennaio 2007 - RV) Un successo editoriale, per molti aspetti, senza precedenti: ad un anno dalla pubblicazione, la Deus Caritas Est ha conseguito molti record. La prima Enciclica di Benedetto XVI ha infatti venduto, solo in Italia, ben un milione 450 mila copie. Il documento è stato ristampato tre volte in lingua tedesca e tre volte in lingua spagnola. Due in lingua polacca. Tradotta anche in russo e cinese, Deus Caritas Est – riferiscono alla Libreria Editrice Vaticana – è la prima Enciclica, nella storia, che ha registrato il tutto esaurito per la tiratura in latino, rendendone così necessaria una ristampa. Altro dato significativo: in Italia, l’Enciclica è stata tradotta anche in linguaggio braille per i non vedenti. Dunque, un successo in parte inatteso per le sue dimensioni. Al di là dei numeri, però, la Deus Caritas Est è riuscita anche a riportare il fondamento dell’essere cristiani al centro dell’attenzione e del confronto con il mondo laico. Un grande merito di Benedetto XVI, come sottolinea il predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa, intervistato da Alessandro Gisotti: RealAudioMP3


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R. – Dai frutti che ha prodotto possiamo giudicare la bontà della scelta fatta dal Papa, perché certamente la Deus Caritas Est è stata al centro di tante riflessioni e ha ispirato tante discussioni, anche nel mondo laico. E ciò stranamente, perché di solito sono i credenti ad occuparsi delle Encicliche. Questa volta si è visto un interesse veramente raro da parte del mondo secolare. Credo che con questa Enciclica il Papa abbia inaugurato o ritrovato un nuovo modo di fare apologetica del cristianesimo, che non consiste nel contrapporre la verità ai valori umani secolari, ma nel farne vedere, con grande acutezza e profondità, la concordanza, far vedere quindi che i valori cristiani, i valori di fede non sono contro la ragione, ma sono l’espressione, il fiore più prezioso della ragione. Questo, lo sappiamo, è un tema caro a Benedetto XVI, che indirettamente si riflette anche in questa Enciclica.


D. – Come lei ha accennato, per il tema universale trattato nell’Enciclica, ossia l’amore, la Deus caritas est ha suscitato l’attenzione o, per lo meno, la curiosità anche di molti non credenti. Quali frutti può dare, dunque, nel tempo la lettura di questo documento magisteriale?


R. – Il merito principale è quello di aver rimesso al centro dell’interesse, dell’annuncio della Chiesa, il fondamento di tutto, perché il fondamento di tutto è l’amore di Dio. La storia della Salvezza e la stessa esistenza del mondo non si spiegano se non con questa ragione, che Dio è amore; ‘Essere’ è essere amati. Non c’è altra spiegazione dell’esistenza dell’uomo e dell’universo del fatto che all’origine ci sia stato un atto d’amore. Il merito, dunque, è di avere messo a fondamento di tutto questa grande verità, da cui dipende tutto, che Dio è amore. Dice il Papa che l’eros vuole sollevare la creatura in estasi verso il divino, vuole condurre al di là di se stessi, ma proprio per questo richiede un cammino di ascesa, di rinuncia, di purificazione e di guarigione. Il che vuol dire che il Papa non stabilisce semplicemente un’equazione tra l’eros e l’agape, tra l’amore passionale, l’amore umano e la carità divina, ma fa vedere che tra di loro c’è una continuità, non una discontinuità, non una contrapposizione. Credo sia stata questa la cosa che, non solo ha incuriosito, ma ha suscitato l’approvazione anche da tanta parte del mondo secolare, di avere riconciliato, in un certo senso, questa realtà umana dell’amore, che sappiamo quanto sia importante e quanto sia bistrattata; e avere dato questo grande orizzonte, che vuole portare l’uomo al di là di sé. Questo è tutto quello che gli uomini, gli innamorati, cercano. Per fare questo, però, dice il Papa c’è bisogno di un aiuto, quell’aiuto che è la grazia, l’agape, l’amore di Dio.


D. – Il Papa ha dedicato la sua prima Enciclica alla carità, un amore che, Benedetto XVI ci ricorda sempre, fin dalla Messa di inizio Pontificato, non va disgiunto dalla verità. Come il cristiano può testimoniare nel mondo di oggi questo messaggio di verità e carità?


R. – Ispirandosi a Gesù, perché nessun modello è tanto sublime come Gesù, che ha amato e che però è morto per la verità! E’ bello che lo stesso Giovanni, che nel Vangelo parla di quest’amore di Cristo - “Vi ho amati. Amatevi gli uni e gli altri” – sia anche quello che più fortemente accentui la verità. “Io sono la Via, la Verità e la Vita” dice il Gesù di Giovanni. Tra le due cose evidentemente non c’è opposizione, però la riconciliazione per noi uomini appare tanto difficile, perché la carità è inquinata dall’egoismo e l’egoismo fa schermo all’amore e alla carità. Quindi, la Chiesa dovrà sempre ricordare insieme le due cose – come dice Paolo – facendo la verità nella carità!
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