2007-01-21 17:48:22

Turchia: ha confessato l'assassino del giornalista di origine armena


(21 gennaio 2007 - RV) Ha confessato, nelle prime ore del mattino, il giovane arrestato ieri sera per l'assassinio del giornalista turco-armeno, Hrant Dink. Il ragazzo, Ogun Samast, 17 anni, è stato identificato grazie alle telecamere di sicurezza di una banca. Al momento dell’arresto, avvenuto a Samsun, aveva ancora con sé una pistola, probabile arma del delitto. Il giornalista Hrant Dink, lo ricordiamo, si batteva da anni per il riconoscimento del genocidio armeno. Proprio per questo era stato condannato, in base alla legge 301 del Codice penale turco, per insulto all’identità nazionale. Al microfono di Francesca Sabatinelli, ascoltiamo il commento di Robert Attariàn, portavoce del Consiglio della comunità armena di Roma.
**********
R. - Dink era il simbolo del dialogo per gli armeni, ma anche per la Turchia. Era un uomo mite, un uomo che voleva la pace, il dialogo tra le due popolazioni. Uccidendolo hanno ucciso veramente un simbolo che poteva essere, invece, il portatore di questo ideale del dialogo, della fraternità tra i due popoli. Uccidere oggi un giornalista che aveva l’unica colpa di aver detto ‘Sì, il genocidio c’è stato’ non ha niente a che vedere con quella nuova ondata che c’è in Turchia di gente moderata che vuole capire il passato, vuole accettarlo e vuole anche stabilire un dialogo sul quale fondare il futuro nel Paese sia degli armeni che dei turchi.
D. – Come aveva reagito Dink alla condanna inflittagli dal Tribunale turco nel 2004?
R. – È stata la cosa che ha più ferito Dink. Ha detto: ‘Se un Paese non mi vuole forse è il caso che me ne vada’. Però io ho avuto la fortuna di conoscerlo e la cosa che mi ha colpito di più è che lui amava questo Paese, amava la Turchia e quindi diceva: ‘Non condannate il mio Paese’. Un armeno che dice questo della Turchia spiega tutto, spiega la sua lotta non per la libertà degli armeni, ma per la libertà in generale in Turchia.
D. – Il governo, però, si è espresso duramente nei confronti degli assassini di Dink...
R. – Si, solo che è stato proprio questo governo ad introdurre la legge 301 nel Codice penale turco. Tra l’altro è stata proprio l’Unione Europea a chiedere al governo turco di abolirlo. Ad oggi non è stato fatto, speriamo che la morte di Dink non sia sangue versato invano.
**********








All the contents on this site are copyrighted ©.